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Soldati di Salamina
 
Soldati di Salamina 2010-11-27 23:27:23 Jan
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Jan Opinione inserita da Jan    28 Novembre, 2010
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Favola triste...(Suspiros de Espana)

Certo è stata una bella sorpresa.
Era da tempo che non leggevo un romanzo come quello di Javier Cercas.
Ultimamente mi fido assai poco degli scrittori iberici: troppo barocchi, modaioli, convinti di essere il centro del mondo del flop zapateriano.
Cercas no.
Questo scrittore ha coniato con le sue sole forze un racconto che, per quanto mi riguarda, rappresenta il migliore prodotto editoriale spagnolo degli ultimi anni.
"Soldati di Salamina" è una storia generosa e prodiga di bellezza : la storia di un miracolo.
Addirittura l'autore evita di usare facili perifrasi con le quali normalmente gli ispanici tendono ad evitare il pesante fardello di "Guerra Civile".
E parlano di Cruzada, o di Guerra di Spagna.
Siamo alla fine del triennio di fuoco 1936/39, i rossi hanno perso...i fascisti avanzano inesorabilmente.
In una località catalana vengono ammassati per un'esecuzione collettiva moltissimi falangisti, azul, gerarchi di quello che, fino al 1975, rimarrà un regime dittatoriale vergognoso. Quello franchista.
Ad un certo punto, mentre le mitragliatrici delle Brigate Internazionali aprono il fuoco contro i prigionieri...a due passi dal confine francese, il gerarca dei gerarchi, il fondatore della falange...si butta sulla destra.
Avete letto bene, si getta di peso giù per una scarpata tentando l'ultima carta.
E apparentemente ce la fa.
La pioggia scorre ingrata e cattiva, i cani non riescono con l'acqua alle froge a riconoscere gli odori, gli indizi.
Il gerarca si copre con foglie e terriccio come farebbe un animale braccato, e attende.
Poi, di scatto, si sente osservato e si volta.
Dietro di lui un miliziano del Quinto Reggimento, un partigiano socialista con il fucile spianato...che lo osserva.
Ma al momento in cui un compagno, dall'alto, lo interroga urlando l'"angelo sterminatore", inspiegabilmente, risponde che non c'è nessuno...lì con lui.
E se ne va risparmiando il gerarca.
Cercas si mette a investigare la figura di questo miliziano.
Ancora vivo? Che nome avrà? Il gerarca è morto ma quello...quello era giovane.
E lo rincorre nel tempo e nello spazio.
Finché arriva l'ultimo capitolo.
Ecco, sono rimasto entusiasta.
Uno stile fluido e fresco come un ruscello.
Veloce, mai banale.
Mai scontato.
Perché come dice l'autore è dannatamente difficile parlare della Guerra Civile spagnola.
Tra tutte le storie della Storia, la più triste è quella di Spagna...perché finisce male.
Ma se qualcuno vuole leggere un grande artista compri Javier Cercas.
Edizioni Guanda -La Fenice.
Euro 8.
E butti via Zafon.
http://www.youtube.com/watch?v=lCSTpnA7CFY

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