Il respiro delle anime Il respiro delle anime

Il respiro delle anime

Letteratura italiana

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È una torrida mattinata di luglio, le scuole sono ormai chiuse e sulle strade semideserte di Firenze e dintorni è calato un silenzio irreale, ma Carlo Alberto Marchi, tenace cronista e instancabile padre-single, continua inesorabilmente a svegliarsi alle sette e dieci. Non resta che mettersi in viaggio verso "Gotham City", l'avveniristico Palazzo di Giustizia nella periferia della città - nonché uno dei dieci edifici più brutti del mondo secondo svariate classifiche - e andare a caccia di notizie sull'allarmante ondata di morti per overdose che negli ultimi mesi ha colpito la città. Un'inchiesta con cui il direttore del "Nuovo Giornale" sta marcando stretti il reporter e il suo collega, "l'Artista", che con la loro tendenza all'insubordinazione non godono certo delle sue simpatie... Ma a scombinare l'agenda di Marchi arriva una notizia che gli fa subito drizzare le antenne: nella notte, a pochi passi da Gotham, un ciclista è stato ucciso da un'auto pirata scomparsa nel nulla. Un banale incidente? Solo all'apparenza. Perché se si aggiunge che la vittima era il dirigente americano di una nota azienda farmaceutica, e che solo pochi giorni prima era rimasto coinvolto in una retata in un ambiguo locale del centro, il caso si fa piuttosto interessante. Molte e intricate sono le piste che si aprono davanti alle forze dell'ordine e a chiunque abbia voglia di vederci chiaro: una lugubre villa dalle finestre murate, un misterioso iPhone placcato d'oro, un barbone che forse dice la verità, un pericoloso boss della malavita... Marchi si troverà alle prese con l'inchiesta più complessa, torbida e inquietante della sua carriera.



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Il respiro delle anime 2021-11-22 14:42:53 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    22 Novembre, 2021
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Il respiro del diavolo

Secondo episodio con protagonista il giornalista Carlo Alberto Marchi, questa volta è alle prese con un caldo infernale e con tanti pensieri:

“La figlia che iniziava le procedure di allontanamento emotivo. La solitudine sentimentale che iniziava a farsi sentire. Il lavoro sul quale gravava l'antipatia del mio direttore. Il futuro che sembrava nero a trecentosessanta gradi. E quelle notti di vento appiccicoso che mi rendevano odiosa questa stagione dell'anno”.

All'interno del libro troviamo il giusto mix di elementi che rendono la storia davvero intrigante. C'è la giusta ironia, quel pizzico di divertimento che non guasta, una trama interessante e poi tanti personaggi davvero ben fatti.

Questa volta a Firenze oltre al caldo mortale c'è anche qualcos'altro che rende la città pericolosa:

“”No dottore, non posso aspettare.”
Lo Presti si fermò, e lo incenerì con gli occhi: “Se io le dico che deve aspettare, sovrintendente, lei aspetta. È chiaro?”.
Rindi resse lo sguardo e gli allungò i fogli che aveva in mano: “Io posso anche aspettare, dottore. Ma è questo che non aspetta noi”.
“Questo? Questo cosa?”
“Il respiro del diavolo”.

Scorrevole, avvincente e mai noioso. Un libro che consiglio agli appassionati di gialli ma anche di giornalismo.

“Il passaparola in tribunale era come una love story a scuola: una cosa che partiva alla prima ora come un bacio rubato arrivava a ricreazione come un rapporto sessuale nei bagni e finiva all'ultima campanella come una gravidanza indesiderata e un possibile ritiro in convento per la vergogna”.

Buona lettura!!!

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Il respiro delle anime 2019-12-08 09:54:02 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    08 Dicembre, 2019
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Questa non è la città della luce

Con questo romanzo Gigi Paoli ci propone una nuova avventura del suo alter-ego letterario, il giornalista Carlo Alberto Marchi.
L’autore plasma il suo protagonista attingendo a piene mani dal proprio vissuto ed è questo, a mio avviso, che rende i suoi romanzi così piacevoli, veri e ricchi di umanità. Entrambi sono fiorentini, padri single di una figlia e, soprattutto, cronisti di giudiziaria, innamorati del proprio lavoro. Anche quando è luglio, l’aria è irrespirabile e la camicia ti si incolla alla pelle mentre sei costretto a vagare per la città tra redazione, uffici e palazzo di giustizia, a cacciare informazioni e intessere relazioni. Anche quando hai la sensazione che il lavoro si stia gonfiando come una bolla fino a occupare ogni spazio della tua esistenza. Anche quando l’eccitazione febbrile di avere tra le mani una storia può trasformarsi nella sorda frustrazione di non poterla raccontare. Perché fare il giornalista, per loro, è ben più di un mestiere.

“Facevo il giornalista, sì. Facevo il babbo, anche e soprattutto. Ma il tempo che mi restava per fare Carlo Alberto Marchi era davvero poco, pochissimo. E forse un giorno l’avrei rimpianto.”

La scrittura è semplice, diretta e spumeggiante, caratterizzata da una buona dose di ironia e da un ritmo davvero incalzante. Fresca e originale la prospettiva, che intreccia, oltre al punto di vista del nostro anti-eroe della carta stampata, anche quello dei magistrati e della polizia, cercando di restituire una visione più realistica del processo di indagine. Inedita e affascinante poi l’ambientazione, in una Firenze a tinte fosche, piena di ombre e misteri irrisolti, di specchi e doppifondi. Una città dove niente è come appare.

E se l’apparenza ha le sembianze di un banale incidente stradale come tanti, causato ad un ciclista da un'auto pirata, la realtà prende la forma di una matrioska infinita che racchiude un’importante società americana leader nel capo delle biotecnologie, un boss della malavita ucraina, una misteriosa villa dalle finestre murate e persino la diplomazia internazionale. Una trama davvero corposa, densa di eventi, personaggi, ipotesi e incastri. Nonostante gli elementi abbondino, essi sono annodati in maniera fluente e avvincente, per un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in cui una Firenze notturna e decadente, ancorata ai fasti di un lontano passato, si fa simbolo di un’Italia intera in crisi di valori e prospettive.

“Firenze non era una città buona, non lo era mai stata. Firenze era la città degli intrighi e dei misteri, degli eccessi e dell'ingordigia, dei complotti e delle vendette, di Machiavelli e di Savonarola, del Mostro dei giornali e dei tanti omicidi irrisolti”.

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Il respiro delle anime 2018-09-30 13:42:59 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    30 Settembre, 2018
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Il respiro del diavolo

Bellissimo giallo italiano, ambientato a Firenze, che si presenta come una matrioska di enigmi, con protagonista un giornalista fiorentino che ho imparato ad amare e che è diventato a pieno titolo uno dei miei investigatori preferiti. Per la sua autoironia, per la sua simpatia, per il rapporto fresco e spontaneo che ha con la figlia e con tutte le figure della sua cerchia con cui intrattiene relazioni personali e professionali. La storia è appassionante, inizia con un banale incidente, che presto si trasforma in un omicidio volontario, per poi evolvere in un regolamento di conti e poi ancora in un intrigo internazionale. Sembra di essere in uno di quei labirinti dei luna park che hanno gli specchi deformanti. Niente è come sembra. Ed è entusiasmante seguire i protagonisti, farsi una propria idea, collegare immagini, ipotizzare nomi, identificare il colpevole, fino ad arrivare all’ultimo e vedere ribaltati tutti i propri pensieri. E’ un libro che ti intrappola.

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Il respiro delle anime 2018-01-28 09:29:32 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    28 Gennaio, 2018
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Niente è come sembra

“Il respiro delle anime. Il professor Fiorello Magi, direttore dell'Istituto di Medicina legale, lo chiamava così. Era quella particolare combinazione pungente fra l'odore del sangue e quello del liquido cerebro-spinale.” p. 113

Secondo libro dell'autore Gigi Paoli con protagonista il giornalista Carlo Alberto Marchi. Stavolta siamo in pieno luglio, durante una torrida estate calda come solo a Firenze può esserlo. Il nostro giornalista è alle prese con le ultime settimane di lavoro prima delle attese ferie.
Nella notte fra il 4 e il 5 luglio si verifica un tremendo incidente stradale che coinvolge un ciclista di nazionalità americana, Michael Homen, uccidendolo. Il giovane era a capo del dipartimento di biotecnologia della Clegg-Horizon, la più grande azienda farmaceutica americana la cui sede centrale è, appunto, a Firenze.
Inizia una nuova inchiesta per Carlo Alberto Marchi, preso sempre più fra il lavoro che ama, la sua adorata figlia Donata e il rimpianto e la nostalgia per l'assenza di una relazione stabile ed appagante con una donna.
Firenze, anche nello splendore dell'estate, nasconde la sua anima oscura e niente è come sembra.
Come in un gioco di specchi del luna park, gli avvenimenti che si susseguono non sono quello che appaiono: si tratta di qualcosa di molto più grande e devastante e soprattutto... pericoloso.
Carlo Alberto naturalmente anche stavolta riuscirà ad andare fino al nucleo della questione, scoprendo delle verità estremamente scomode: le potrà raccontare ai suoi lettori? Oppure si troverà di fronte a qualcosa che anche lui dovrà, per forza, tacere?
Anche questo secondo giallo della serie mi ha convinto, ottima trama e ritmo incalzante. Il protagonista e la struttura del romanzo funzionano benissimo e lo stile dell'autore rende la lettura coinvolgente e piacevole.
Non rimane che aspettare la pubblicazione del terzo romanzo della serie.

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