Romanzi

Le vite nascoste dei colori

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3.8
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Le vite nascoste dei colori
Laura Imai Messina torna al romanzo con una storia luminosa e potente come un talismano, che ha il dono di guarire tutte le ferite. Comprese quelle dell'anima. Nero mezzanotte con una punta di luna, indaco che sa di mirtillo, giallo della pesca matura un attimo prima che si stacchi dal ramo: Mio sa cogliere e nominare tutti i colori del mondo. Ha appreso l'arte dei dettagli invisibili guardando danzare ago e filo sui kimono da sposa, e ora i colori sono il suo alfabeto, la sua bacchetta magica, il suo sguardo segreto. Aoi, invece, accompagna le persone nel giorno più buio: lui prepara chi se ne va e, allo stesso modo, anche chi resta. Conosce i gesti e i silenzi della cura. All'inizio sembra l'amore perfetto, l'incanto di chi scopre una lingua comune per guardare al di là delle cose. Ma il loro incontro non è avvenuto per caso.

Letteratura italiana

Black out

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3.8 (1)
Black out
Un romanzo psicologico che ci porta per mano nelle carceri della Sardegna e nella mente di un assassino della porta accanto, e racconta come un solo minuto di black out possa cambiare le sorti di un’intera famiglia e del suo futuro. Il protagonista è un uomo che non ricorda il proprio crimine e che noi non sappiamo se odiare o compatire. Sua moglie è stata vittima di un momento di poca lucidità o di una chiara e precisa volontà di uccidere? Emiliano Bardanzellu è un uomo qualsiasi, è nato a Cagliari, fa il cameriere ma ha studiato scienze politiche, la sua vita è semplice, la sua quotidianità ordinaria, come è semplice e ordinario l’apparente motivo per cui una sera uccide sua moglie, rea di aver, per l’ennesima volta, compattato una bottiglia di plastica da riciclare. Crac ha fatto la bottiglia e quel suono, terribile e intollerabile, ha provocato un black out. Emiliano non si difende al processo, non si dichiara innocente, perché non ricorda cosa è successo in quegli attimi di buio. Chi leggerà la sua storia, i suoi anni nelle carceri sarde, gli uomini con cui ha condiviso celle e pasti caldi, la sua infanzia, le sue perdite, potrà credere fino in fondo alla sua versione dei fatti? Un romanzo che ci interroga sul senso di colpa, l’intenzionalità dei gesti e la capacità di dimenticare, anche i nostri peggiori misfatti.

Letteratura italiana

I divoratori

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3.0 (1)
I divoratori
Non è una serata come le altre nel prestigioso Palazzo Senso, ristorante gourmet dell'Hotel Principe di Savoia di Milano. I piatti concepiti dallo chef Franco Ceravolo, monumento della gastronomia italiana, atterrano con grazia sui tavoli finemente apparecchiati, trasportando i clienti in un universo sensoriale stroboscopico impossibile da dimenticare. Ma nell'aria serpeggia una strana eccitazione e tutti gli occhi sono puntati verso il centro della sala, lì dove siede "una creatura di perfezione impossibile, ancestrale, l'uomo più bello che si sia mai visto". È Daniel William King, stella assoluta di Hollywood, accompagnato dalla sua bellissima moglie: la coppia di attori più ammirata, invidiata e fotografata del momento, ville da copertina, premi internazionali, figli naturali e figli adottati, ricchezza, successo e due volti assicurati per cifre che basterebbero a pagare un Pollock da Sotheby's: una grandiosa famiglia tradizionale. Condividere con loro il tempo e lo spazio di una cena non è un'opportunità o un colpo di fortuna, ma una responsabilità, un peso capace di cambiare le carte in tavola. A scoprirlo, loro malgrado, saranno Elena e Saverio – che stanno trascorrendo un avventato weekend insieme dopo essersi incontrati al funerale di una comune amica –, Giordano e Frida – uno stimato professore universitario e una sua lettrice di trent'anni più giovane – e un gruppo oscenamente rumoroso, seduto più in fondo, in disparte – la grottesca famiglia del maître, che grazie a una soffiata del figlio non si è fatta sfuggire l'occasione di osservare da vicino Mr e Mrs King. Durante il pasto, mentre in cucina e agli altri tavoli si consumano cattiverie, epifanie e piccoli traumi, al tavolo dei due divi si svolge la scena madre, perché nel cervello dell'attore più bello del mondo, all'oscuro dello sguardo altrui e lontano dalla liturgia dello spettacolo, si annida da tempo un minuscolo seme di follia, "una specie di fungo, una macchia che comincia ad allargarsi" e che devierà senza scampo le traiettorie delle vite di ciascuno dei protagonisti.

Letteratura italiana

Il nome della madre

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4.0 (1)
Il nome della madre
Da quando sua moglie se n'è andata senza spiegazioni, Ettore vive da solo con il figlio piccolo a Fabbrico, nel cuore della pianura padana. L'assenza della moglie popola la mente di Ettore, che oscilla tra i teneri ricordi di lei, donna imperscrutabile e feroce, e gli sforzi furiosi di dimenticarla, di non vederla in ogni espressione del figlio, Pietro, che le assomiglia così tanto. Anni dopo sarà Pietro a ereditare questo vuoto, in perenne conflitto con il padre, con Fabbrico e i suoi campi vasti e opprimenti. Pietro vuole amare Miriam, la ragazza che lo fa sentire al sicuro, ma quella sicurezza lo spaventa, lasciandolo solo di fronte alle sue emozioni. E cresce nella speranza di trovare una traccia, un ricordo, un indizio per provare a capire la donna che li ha abbandonati e di cui lui non ha memoria, per poter immaginare un futuro, il suo, che continuamente gli sfugge. Un romanzo intimo e familiare che ci parla di sentimenti espressi a fatica, spesso condivisi in silenzio, che palpitano sotto la pelle dei personaggi guidandoli alla ricerca del loro posto nel mondo.

Letteratura italiana

Stanza 411

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4.8 (1)
Stanza 411
Una donna si guarda allo specchio, nuda in una stanza d'albergo, al centro esatto della città di Roma, a pochi passi dal Pantheon. Come la Shahrazàd delle Mille e una notte, inizia a raccontare una storia, rivolgendosi a un uomo. Racconta la storia di un amore, il loro, ma potrebbe essere benissimo un altro. La storia viene ripercorsa in tutti i suoi momenti, nella nascita della passione, nella voglia di lei di abdicare a sé stessa donandosi a lui, nella scoperta della violenza e del rifiuto. Una storia che somiglia a una confessione, ma è misteriosa come l'architettura di un tempio pagano.

Letteratura italiana

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