Eva dorme Eva dorme

Eva dorme

Letteratura italiana

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Quando Vito è entrato nella sua vita, Eva, la figlia bambina, ha provato per la prima volta il sapore di cosa sia un papà: qualcuno che ti vuole così bene che, se necessario, perfino ti sgrida. Sul treno che porta Eva da Vito morente, lungo i 1397 chilometri che corrono dalle guglie dolomitiche del Rosengarten fino al mare scintillante della Calabria, compiremo anche un viaggio a ritroso nel tempo, dentro la storia tormentata dell'Alto Adige e della famiglia Huber.



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Eva dorme 2013-05-17 09:03:24 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    17 Mag, 2013
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Gerda schloft

Questa è la storia di Eva, di Gerda e di un pezzo del territorio italiano.
È la storia del Sudtirolo, del turismo di massa, dei rapporti tra il nord ed il sud, dei rapporti privati, della guerra e degli usi e costumi.
Una vicenda che parte dal lontano 1919 e che arriva fino ai giorni nostri, che attraversa tutta l’Italia e narra la vita di ben tre generazioni di cittadini dell’Alto Adige.
Le due protagoniste principali sono proprio: Gerda ed Eva.
La prima è una madre molto bella, ma altrettanto sfortunata, mentre la seconda è una figlia che deve obbedire alle scelte, talvolta sbagliate, della madre.
Oltre a queste due figure femminili verremo a conoscenza di molti altri protagonisti dell’altro sesso.
La figura maschile che spiccherà maggiormente su di tutte sarà proprio il padre di Gerda, un contadino austriaco, con un carattere gelido dovuto da un’infanzia triste e piena di solitudine.
Gerda è una donna bellissima e molto sfortunata. In giovane età si innamorerà dell’uomo sbagliato, il quale appena scoprirà che lei è rimasta incinta l’abbandonerà.

Il libro riesce a spaziare su vari fronti, ci racconterà per filo e per segno la storia di questa ragazza-madre, ma ci farà anche comprendere che cosa è realmente accaduto a quel pezzo di territorio che ora fa parte dell’Italia.
Incontreremo vari temi: quello politico con gli attentati e le feroci rappresaglie delle forze dell’ordine, quello familiare che ad Eva ed anche alla madre molto spesso è mancato e quello del maso chiuso o più precisamente il rapporto conflittuale che avevano i contadini con la gente di città

Lo stile è semplice anche se i temi che affronta sono molto seri e complessi ed oserei anche dire, mai trattati prima nella narrativa italiana.
La scrittrice ci serve su un piatto d’argento la storia di uno spaccato italiano ancora poco conosciuto.
Ci racconta la durezza, ma anche l’amore di un territorio di cui abbiamo ancora molto da scoprire.
Il Sudtirolo oltre ad avere dei paesaggi magnifici da ammirare, ha anche una straordinaria storia da raccontare e noi come italiani dobbiamo impegnarci per conoscerla al meglio.

È un libro da leggere tutto d’un fiato, pieno di fatti importanti e talvolta poco conosciuti.
Un romanzo da non lasciarsi sfuggire e che vi voglio consigliare!

Buona lettura!

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Eva dorme 2013-05-14 15:33:43 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    14 Mag, 2013
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Eva e Gerda

Francesca Melandri attraverso le pagine di “Eva dorme” racconta uno spaccato di storia del nostro paese forse poco conosciuta, forse in parte già dimenticata: è la storia dell'Alto Adige.

Una fetta di suolo austriaco annesso al Regno d'Italia dopo la prima grande guerra, una terra fatta non solo di massicci montuosi, ghiacciai, verdissimi boschi e alpeggi, ma anche di uomini legati alle proprie radici culturali ed sociali.
La ricostruzione storica operata dall'autrice è veramente efficace, ben esposta ed anche minuziosa senza scadere mai nel tedio; riesce a mettere in risalto tutte le problematiche legate alla popolazione locale, all'integrazione con la cultura italica, alle battaglie politiche alla ricerca di soluzioni per ottenere il riconoscimento dell'autonomia.

Il flusso narrativo è davvero ben congegnato e seguendo i ricordi di una madre e di una figlia, il lettore si trova legato a doppio filo con la storia di una famiglia e di una popolazione intera.
Una carica narrativa avvolgente, che non soffre di cali di ritmo; uno snocciolarsi di avvenimenti sociali e politici che si amalgamano con la vita delle protagoniste, rendendoci perfettamente la misura dei dolori, dei sacrifici, delle ingiustizie che hanno ferito il Sud Tirol.

E' un romanzo maturo anche sotto il profilo dell'indagine psicologica dei protagonisti; l'autrice è attenta nell'indagarne il cuore, nel cogliere lacrime e sorrisi, nell'evidenziarne i sentimenti di disperazione oppure le scelte coraggiose.
L'aspetto umano delle vicende permea l'intera narrazione, affidandosi ad una penna fluida e morbida che traccia le linee di tanti volti.

E' una lettura interessante per approfondire la conoscenza di uno dei regionalismi del nostro paese, per avvicinarci a cultura, tradizioni, costumi e origini dell'Alto Adige.

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Eva dorme 2012-11-27 12:58:22 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    27 Novembre, 2012
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Altoatesini o sudtirolesi? Eva svegliaci!

Gerda Huber è una ragazza bellissima, fin da bambina, nelle stupende vallate altoatesine, faceva perdere il senno e la ragione a molti ragazzi.

Gerda Huber è una sudtirolese.

Gerda Huber è la sorella di uno Shutzen, un cacciatore, un combattente contro chi ha imposto a questa piccola provincia austriaca di essere annessa all'Italia fascista che, con la sua politica nazionalista emarginava i tedeschi a favore di "usurpatori" italiani.

Gerda Huber è una ragazza madre, in un' epoca ed in un paesela cui cultura rigida e cattolica la etichettano come Matratze (serva, da materasso).

Gerda Huber è determinata, coriacea ed intelligente. E cresce la sua Eva come meglio non potrebbe.

Vito Anania è un carabiniere, calabrese. Da cinque anni èin servizio per il suo Paese, dapoco presso la stazione di Merano e quella di Bolzano. Un ragazzo all'antica, che riesce a guardare nelcuore di Gerda e a ricolmare il vuoto di un padre sconosciuto per Eva.

Ma anche le belle storie possono finire, gli amori dividere anzichè unire e l'ormai adulta Eva si ritrova a compiere un viaggio interminabile dalle fredde Dolomiti al Mediterraneo più caldo,un viaggio che èuna ricerca personale e storica attraverso sè stessa e attraverso il suo popolo e ed il suo rapporto con l'Italia.

Questa lettura, che non avrebbe attirato mai la mia attenzione in una libreria, mi èstata consigliata dalle mie colleghe e devo dire che ne sono rimasto felicemente colpito.
Il libro non eccelle per velocità e dinamismo ma, la storia è comunque interessante e coinvolgente.

Vivo a una decina di chilometri dall'Alto Adige, o Sud Tirolo e fin da piccolo ho imparato a coesistere ed ividiato i miei compagni di suola biligui ma, addentrarmi, attraverso un romanzo nelle viscere della loro storia è stata una bellissima emozione.

La preparatissa Melandri ci porta alla scoperta di un popolo con una lingua ed una cultura molto legata all'Austria che nel giro di una manciata di giorni è stato annesso, senza alcun consenso popolare, all'Italia, come una mercedi scambio, un pezzo extra, un piccolo "omaggio" al seguito del Trentino che per lingua, tradizioni e scambi commerciali già dal 1200 dipendeva dalla pianura Padana.

Consiglio questo libro a chi, dopo aver superato Bolzano, si chiede come mai, alcuni "barabari" parlino con tanta difficoltà l'italiano,pur essendo l'Alto Adige Provincia d'Italia.

Consiglio questo libro a chi, crede che gli itlaiani sono tutti ugualiun unico popolo da Bolzano a Palermo. Ma non lo consiglio in tono polemico o disfattista, consiglio loro di leggerlo con un punto di vista opposto, non come lettori altoatesinima,sudtirolesi. Noterete allora analogie con i siciliani "liberati" da Garibaldi, con i laziali che non hanno votato alle prime elezioni palamentari perche vietato da Pio IX.
Ma, a differenza di altri vedrete come, il disinteresse e la scarsa attenzione mediatica abbiano dapprima fatto sfociare una rabbia incontenibile ma, in un secondo momento la determinazione e la forza di questo popolo ne hanno fatto diventare il piccolo Paradiso che noi conosciamo ed appreziamo.
Bellissima a tal proposito la figura di Silvius Magnago, rappresentante a Roma dell'SVP, partito di lingua tedesca, descritto magistralmente dalla Melandri.

Un libro da leggere, che vi trasporterà in epoche e posti apparentemente lontani, un viaggio da Bolzano a Reggio Calabria che ci ricorderà il passato travagliato e le difficoltà dell'Italia: una nazione sì ma con diversi popoli, usanze e culture che, possono coesistere tra loro!

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Eva dorme 2012-09-20 14:22:21 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    20 Settembre, 2012
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LA “QUESTIONE SUDTIROLESE”

“C'è il tempo che ci scorre intorno, incontro e attraverso, il tempo che ci condiziona e ci plasma, la memoria che coltiviamo o di cui ci disfiamo – la nostra Storia. Poi c'è la sequenza dei luoghi nei quali viviamo, tra cui viaggiamo, quelli in cui siamo fisicamente, luoghi fatti di strade e di edifici ma anche di alberi, orizzonti, temperature, livelli di pressione atmosferica, della maggiore o minore velocità con cui scorre l'acqua di un fiume, di curve di livello – la nostra Geografia.
Queste due traiettorie, legate un po' al destino e un po' alla libera scelta, in ogni istante e in ogni luogo s'incontrano in un punto, come un cosmico grafico cartesiano, e la sequenza di questi punti forma una linea, una curva, a volte, se siamo fortunati, perfino un disegno, se non armonioso, almeno che si riesce a intravedere.
Questa è la forma della nostra vita.”

Buona parte di noi conosce il Sudtirol per il suo splendido paesaggio, per questa natura incontaminata che stupisce, ammalia, intimorisce, per la presenza di numerosi castelli carichi di storia e di fascino, per la sua cucina, così speziata, completa e squisita, per i suoi costumi tradizionali, per i suoi odori e per i suoi panorami (l'aria che si respira sui passi e la splendida vista che da qui si gode non può non lasciare senza fiato), per i suoi splendidi animali (da quelli selvatici del bosco, ai biondi e docili Haflinger, alle mucche di razza grigia), per i suoi numerosi sentieri che portano ognuno in un luogo meraviglioso...la natura! Che spesso per chi vive in una città è un qualcosa di così distante e indefinito, da risultare una novità, un qualcosa di strano da apprezzare e da godere per tutto il tempo della vacanza. Ma l'Alto Adige non è solo questo, l'Alto Adige ha alle spalle una storia carica di lotte, di fomenti, di attentati, di rivolte... e questo la maggior parte di noi non lo sa. Già perchè tutti noi siamo abituati a studiare a scuola della lotta tra partigiani e nazisti, noi che siamo stati sui banchi di scuola di Bologna poi arrivavamo ad un certo punto del programma scolastico in cui era d'obbligo una gita a Montesole (luogo in cui è avvenuto uno degli eccidi più cruenti della seconda guerra mondiale), ma dell'Alto Adige, di quello che successe fino agli anni sessanta-settanta, chi ha mai studiato qualcosa? Si sapeva solo che la provincia di Bolzano fosse una provincia autonoma, nulla più.
Beh questo libro riempie questa lacuna, parla di tutto quello che non abbiamo studiato e lo fa in uno dei modi più piacevoli per imparare qualcosa, ovvero romanzandolo.
Questa è la storia di Gerda Huber, una giovane donna nata in uno dei tanti masi sperduti in montagna, una ragazza – madre cresciuta troppo in fretta, in una famiglia, in un tempo e in luogo in cui donne come lei venivano additate come Matratzen, (non amate, orfane, bastarde, sole); questa è la storia di Eva, una bimba inizialmente non cercata e non voluta, cresciuta nell'attesa della corriera che riportava la sua mamma da lei e diventata poi una donna in carriera alla ricerca di una figura maschile che sostituisca anche quel padre che non ha mai potuto avere; questa è la storia di Vito, un carabiniere calabrese che parla la lingua del luogo in cui presta servizio, una persona legata all'Arma più di quanto creda; questa è la storia del Sudtirol, un posto meraviglioso di cui non si deve, non si può, ignorare la storia.

Un libro stupendo che mi ha regalato tante emozioni e che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo da questo punto di vista; un libro che ripercorre la storia italiana di quegli anni, vi ritroverete infatti a fare i conti non solo con la questione sudtirolese, ma anche con la strage di Bologna e con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro; un libro che apre le porte anche ad argomenti considerati ancora tabù (l'omosessualità) in realtà così piccole come i paesini sudtirolesi; un libro che emana resina e odore di fieno... un libro che vi stupirà per la sua innocente realtà.
Assolutamente consigliato!

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Eva dorme 2012-09-03 07:39:02 Robbie
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Robbie Opinione inserita da Robbie    03 Settembre, 2012
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die Heimat / la propria terra

La storia di Gerda, nata in un maso povero (sono le fattorie di montagna altoatesine), è la storia dell'Alto Adige o del Sudtirolo, come lo si voglia chiamare, a partire dagli anni dopo il trattato di Saint Germain fino ai giorni nostri. Le vicende di questa provincia italiana, situata così a nord, sono purtroppo poco note alla maggioranza degli italiani che ne conoscono il verde a perdita d'occhio dei campi e dei boschi, il sussurro gorgogliante dei ruscelli, lo stagliarsi fiero dei ripidi picchi all'orizzonte o in inverno il manto nevoso che tutto copre come zucchero filato,

“Anche se è aprile, a tarda notte l'aria sa ancora di neve. Ma i larici stanno iniziando a svegliarsi, la resina risale dalle profondità oscure dei tronchi, e la sua essenza oleosa comincia a diffondersi nell'aria. Aspiro profondamente. In notti d'insonnia come questa, mi ricordo che fortuna sia vivere in un posto che odora di buono.”

ma che se si parla di Option/opzione, Katakombenschule/scuola delle catacombe, Feuernacht/notte dei fuochi rimangono ahimè basiti.

Il Sudtirolo e la popolazione locale si ritrovò ad affrontare prove terribili nel dopoguerra ed in particolare sotto il fascismo. Allora non vi era ricchezza ma al contrario molta povertà, il turismo sciistico era ai primordi e quello estivo non ancora ben sviluppato. E' in questo contesto che ci viene narrato di Gerda, di lingua tedesca, della sua vita difficile. Difficile come il cammino erto e pieno di ostacoli della costituenda futura provincia autonoma del Sudtirolo. Incontreremo personaggi di spicco della politica quali Magnago e Aldo Moro, si avrà sentore di avvisaglie della futura strategia della tensione che avrebbe purtroppo interessato per lungo tempo l'Italia degli anni a venire.

E' un libro ben scritto, ricco di vocaboli dialettali (ben tradotti), forse un pò lento e carente di azione e ritmo, ma con uno stile affilato, spesso ironico e beffardo, che sa dove colpire, come mettere in risalto i fatti storici più importanti, indurre il lettore a soffermarsi in un momento di riflessione, a documentarsi per saperne di più in merito.

“Erano stati tanti durante il fascismo a dover subire, come Hermann, riprovazione e anche botte quando s'erano lasciati sfuggire esclamazioni in dialetto tedesco. L'intera popolazione s'era quindi convinta fosse meglio mettersi a imprecare in italiano anche tra le mura di casa, tanto per abituarsi. Nessuno può dire con certezza, però, se non ci fosse anche la speranza che il daitscher Gott, il buon Dio tedesco, fosse poco ferrato nelle lingue straniere: una bestemmia walsche magari non l'avrebbe capita bene, e si sarebbe offeso un po' di meno. Comunque si voglia interpretare la cosa, l'adozione unanime della bestemmia italiana da parte della popolazione di lingua tedesca fu, dell'italianizzazione forzata voluta dal fascismo, l'unico ma, bisogna dire, imperituro successo.”

Consiglio il libro “Eva dorme” principalmente agli altoatesini o a chi ha già quantomeno visitato questa terra, perchè rappresenta, per gli interessati, un ottimo punto di partenza per approfondire la storia locale o averne comunque una infarinatura globale. Si ricorda spesso con orrore gli anni di guerra nella vicina ex-Jugoslavia, la pulizia etnica, le rappresaglie feroci, l'odio religioso e di culture diverse, dobbiamo ringraziare la lungimiranza politica di coloro che hanno saputo spegnere una miccia accesa in questa terra per cercare di creare un modello di convivenza e di autonomia che è esemplare per l'Europa e forse per il mondo intero.

Questa autonomia come un fiore delicato, ha bisogno di mani attente che sappiano proteggerla dai venti freddi e dalle improvvise gelate, che sappiano dargli acqua e luce a sufficienza per continuare a crescere, per sbocciare, per raggiungere una convivenza matura che sia fondata su solide basi di reciproco rispetto e collaborazione.

walsche = italiana

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Consigliato a chi ha letto...
per chi è appassionato di storia locale e non, per chi è semplicemente curioso, per chi ama l'Alto Adige..
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