Narrativa straniera Fantascienza Un cantico per Leibowitz
 

Un cantico per Leibowitz Un cantico per Leibowitz

Un cantico per Leibowitz

Letteratura straniera

Editore

Casa editrice

Una Terra devastata, radioattiva, ripiombata nella barbarie dell’ignoranza. Ma fra travi contorte e case bruciate si eleva il monastero dell’ordine di San Leibowitz, dove viene preservata la scienza. Una cittadella della luce in cui il lettore segue affascinato le vicende lungo un arco di secoli e poi millenni, nella pericolosa odissea per restituire la conoscenza all’uomo. Un vasto affresco futuro e uno degli autentici capolavori letterari della SF in una nuova, indispensabile edizione.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
3.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Un cantico per Leibowitz 2019-04-29 09:37:01 Valerio91
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    29 Aprile, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Religione e scienza

Premio Hugo come miglior romanzo nel 1961, “Un cantico per Leibowitz” è una storia post-atomica piuttosto particolare, perché incentrata su temi che sono diversi da quelli normalmente considerati da opere di questo genere; su tutti, il conflitto tra scienza e religione. Il paradosso che ci è chiaro fin dal principio e che diventa palese nella conclusione della storia, è come un ordine religioso (quello di San Leibowitz) sia l’entità che si carichi dell’onere di conservare quel che resta della scienza umana, quella sviluppata prima del “Diluvio di fiamma”. Il diluvio di fiamma altro non è che la guerra atomica, che ha lasciato pochissimi resti e ha trasformato alcuni esseri umani in mostri deformi. Tutto quello che è accaduto e che appartiene al periodo precedente la guerra ha acquisito un’aura di sacralità: le storie che descrivono il conflitto hanno preso una connotazione biblica, i personaggi che l’hanno vissuta diventano i nuovi santi (compreso Leibowitz), e semplici liste della spesa e fogli di carta diventano le nuove reliquie sacre.
Subito dopo il conflitto, gli scienziati vengono considerati i principali responsabili dell’autodistruzione degli uomini: la cultura e le scienze hanno fornito ai prìncipi e ai re i mezzi per radere tutto al suolo e perciò, in un evento che viene chiamato la Semplificazione, vengono banditi per sempre dalla faccia della terra. In questo periodo, un gruppo di uomini che presto si evolverà nell’ordine di San Leibowitz, si sacrifica per salvare quanti più libri possibile anche se questi sono diventati oramai incomprensibili, nella speranza che in un futuro non troppo lontano l’Uomo torni a essere in grado di capire, per recuperare ciò che ha perso.
La storia de “Un cantico per Leibowitz” è divisa in tre parti che comprendono un periodo di parecchi secoli e che ci rendono partecipi della “seconda evoluzione” umana; una evoluzione che ripercorre in tutto e per tutto la prima e che sembra avere la medesima conclusione. L’essere umano sembra incapace di imparare dai propri errori, indipendentemente dalle conseguenze tangibili della sua cattiva condotta. L’uomo non impara mai dal suo passato e, con il dovuto tempo, sprofonderà sempre nello stesso abisso.
La domanda più spinosa che l’opera ci sbatte in faccia, e alla quale è effettivamente difficile dare una risposta è: la scienza è veramente la causa degli orrori che ci ritroviamo a vivere? Sarà la causa della nostra rovina definitiva? Oppure è l’Uomo a tenere serbare in sé una spaventosa propensione ad autodistruggersi?

“Quando si risponde al genocidio con il genocidio, alla violenza con la violenza, all’odio con l’odio, non serve più chiedere quale ascia sia più insanguinata. Il male sul male, ammucchiato sul male.”

Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
3.9 (3)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Renegades. Nemici giurati
Renegades. Identità segrete
I donatori di sonno
Stagione di caccia
Il Napoleone di Notting Hill
Kallocaina
La torre
La lunga terra
Quasi umani
L'eclisse di Laken Cottle
Il pianeta del silenzio
Il maestro della cascata
La luna è una severa maestra
Verso il paradiso
Terminus radioso
La fiaba nucleare dell'uomo bambino