I custodi di Slade House
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L'inferno in un vicolo londinese
Non mi ritengo una lettrice particolarmente attenta alla stagionalità dei titoli scelti: non aspetto l'estate per gustarmi un giallo da ombrellone, oppure il giorno di San Valentino per affrontare un romance tenerello. Eppure questa volta ho azzeccato la lettura perfetta per la spooky season, seppur involontariamente! "I custodi di Slade House" è infatti una narrazione horror, con qualche tocco di paranormale e di thriller, del tutto in linea con la stagione autunnale. Come non bastasse, in modo del tutto casuale ho iniziato questo libro l'ultimo sabato di ottobre, una data fondamentale nella storia stessa. Di certo è stata una semplice coincidenza, eppure voglio sperare che gli spiriti della letteratura mi stiano promettendo un futuro libroso migliore.
Ma cosa succede l'ultimo sabato di ottobre? in questa data, ogni nove anni, a Slade House si tiene un Open Day. Questa residenza storica non è però la sede di una scuola d'elite, bensì un non-luogo abitato da maligne presenze, che ciclicamente attirano a sé delle persone accuratamente selezionate per la qualità delle loro anime in modo da poterle divorare. Il volume è diviso nei punti di vista delle diverse vittime che si alternano dal 1979 fino al presente: vediamo ragazzini problematici, poliziotti sgradevoli, studentesse insicure e non solo finire preda di scenari illusori complessi e crudeli. Con il passare del tempo questa procedura inizia però a mostrare i propri limiti, lasciando presagire un possibile arresto del progetto delittuoso messo in atto dalle entità che infestano questo angusto vicolo londinese.
Come si potrà intuire, la suggestione indotta dal contesto è un tratto fondamentale nella narrazione, e riesce infatti a dare l'avvio a un continuo crescendo di tensione. Seppur l'intreccio risulti in parte ripetitivo, l'autore ha saputo includere delle leggere variazioni tra i POV in modo da ottenere un risultato intrigante se non proprio stupefacente. Il tutto poggia inoltre su un concept estremamente affascinante, che il caro David sfrutta per introdurre degli ottimi spunti di riflessione: questo romanzo non si accontenta di catturare il lettore con una bella ambientazione -come le prede di Slade House vengono arpionate dalle sue illusioni-, ma introduce concetti e simbologie legate alla mortalità dell'essere umano per nulla banali.
Che Mitchell fosse un talentuoso narratore avevo già avuto una prova con "Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole", e qui la passata impressione mi è stata confermata in toto. La prosa è coinvolgente e brillante, riuscendo sia a delineare dei contesti storici (seppur relativi a un passato non troppo distante) credibili e riconoscibili, sia ad assegnare delle voci uniche ai diversi protagonisti; non capita mai di trovare un carattere anonimo o discontinuo, perché tutti hanno una personalità ben definita e adottano un lessico distintivo. Pur non trattandosi propriamente di un mystery, ho apprezzato molto anche le svolte di trama: non impossibili da azzeccare ma alquanto ben studiate, specie per rimanere coerenti all'interno del sistema magico scelto.
Oltre alla ridondanza della struttura, le mie critiche verso questo titolo sono davvero delle minuzie soggettive. Per quanto riguarda il cast, pur avendo amato i protagonisti, non posso dire che i villain mi abbiano convinta altrettanto, forse perché in confronto risultano poco carismatici e approfonditi. In realtà, la loro storia viene illustrata con dovizia di particolari, però in un formato didascalico e impersonale. Ad avermi lasciata veramente in bilico sulla valutazione è stato però il finale: non ho che plausi per la conclusione scelta da Mitchell, ma la corposa presenza di riferimenti pseudo-esoterici e l'abbondante ricorso al name dropping mi hanno in più punti distratta dal ciclone di tensione che si andava costruendo. Staremo a vedere se nonostante tutto questa storia mi rimarrà nel cuore in futuro o se questi nèi finiranno per far sfumare il mio entusiasmo attuale.
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TROPPE ASPETTATIVE...
Ho comprato questo libro trovando per caso in internet le recensioni sulla trama e subito mi sono detta che non potevo non averlo tra le mani. L'ho divorato ,è vero, ma questo anche forse dato dal fatto che sono solo 233 pagine, non è un grosso libro. Però, ahimè, non è forse quello che mi aspettavo....
Mi ero fatta un'idea completamente diversa. Il libro in sè per sè non è poi tanto male se si vuole leggere una storiella del terrore, a parte le prime pagine di tutte le storie in cui sembra di rivedere la trama di film dell'horror già viste. Un horror misto paura psicologica tipo SAW e HOSTEL.
Quell'inizio di storia che sembra un grosso dialogo tra delle persone, non si capisce se deve far ridere o meno e poi arriva la parte di paura. Effettivamente fa paura, ci sono scene che se solo le si immagina rendono terrificanti alcuni particolari, ma secondo me il troppo ripetere le cose stanca....
La storia dei due fratelli che vivono a Slide House si ripete ogni nove anni e chi entra nella casa non ne può più uscire. Ma ci sono punti che sono troppo ripetitivi, col lungo andare non fa più paura perchè si sa già dove andrà a parare. Non ho nemmeno apprezzato il modo di scrivere di David Mitchell....Troppo approssimativo e noioso... Per non parlare della fine del libro...Scontato? Noioso? Poco studiato?
Bella e apprezzabile invece è l'idea di quattro storie che però in qualche modo si collegano fra loro, nonostante il passare degli anni. Non sono storie a sè...
Bo....che dire? Questa è stata la mia impressione nel leggerlo, ma forse perchè, torno a ripetere, la mia aspettativa era veramente grande. Ma non voglio scoraggiarvi. Si fa comunque leggere, non è comunque una perdita di tempo.
Solo non abbiate troppe aspettative.




























