Redemptor
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Come piazzare nella sinossi un triangolo in un YA
Dopo essere rimasta piacevolmente colpita da "Raybearer", ero molto curiosa di scoprire come Ifueko avesse completato la sua duologia d'esordio sia perché dubitavo ci fosse abbastanza materiale da giustificare un sequel lungo quanto il primo volume, sia per la prossima pubblicazione in Italia: una volta tanto fa piacere poter dare la propria impressione su un libro prima della sua uscita.
La narrazione in "Redemptor" riprende appena qualche giorno dopo la conclusione del precedente capitolo, e ruota in gran parte attorno alla missione affidata a Tarisai dagli abiku: formare un suo personale concilio legando a sé i sovrani vassalli dell'impero di Aritsar. Nel frattempo la ragazza è determinata a sfruttare al meglio il potere nelle sue mani per migliorare la vita dei cittadini più umili, vessati dai nobili che controllano le principali attività produttive. Fanno da sfondo alcune parentesi romantiche molto carine, ma per nulla imprescindibili a livello di trama.
Premetto che per le prime cento pagine circa, questo sequel non mi sembrava per nulla all'altezza di "Raybearer", almeno per come lo ricordavo: avevo l'impressione venissero aggiunti troppi elementi narrativi in modo casuale e caotico. Pian piano il romanzo acquista però un suo ritmo ed i nuovi personaggi ottengono una giusta dimensione; di conseguenza, la seconda metà abbondante del volume è riuscita a convincermi, con qualche piccola riserva di cui parlerò più avanti.
Alcuni aspetti che già funzionavano nel primo libro ritornano, perfino migliorati! è il caso della rappresentazione -gestita in modo maggiormente approfondito- e della caratterizzazione della protagonista, che riesce a crescere molto soprattutto per quanto riguarda la consapevolezza con qui affronta il suo nuovo ruolo. Apprezzabile anche l'analisi dei suoi traumi passati (che riguarda in realtà diversi tra i personaggi principali) e l'allegoria della sindrome dell'impostore, qui personificata dagli ojiji che le mettono continuamente pressione per farla sentire in difetto a prescindere dal suo impegno.
Mi sono piaciuti molto anche gli emozionanti momenti di riflessione in cui i personaggi si confrontano tra loro; qui vediamo approfondito tra gli altri il rapporto di Tarisai con alcuni personaggi già presenti nel primo libro (in primis Dayo, Ye Eun e Sanjeet) e le sue interazioni con i regnanti dei quali dovrà ottenere la fiducia. Mi azzardo a dire di aver preferito questa seconda famiglia della ragazza, seppur venga mostrata poco, perché adesso è lei a doversi conquistare l'affetto dei suoi fratelli e sorelle: non apprezzare Dayo era praticamente impossibile, mentre Tarisai ha diverse ombre nel suo passato quindi devono essere fatti dei passi in avanti da entrambe le parti per arrivare infine al legame familiare.
Oltre ad una partenza non troppo convincente, sull'altro piatto della bilancia troviamo l'inserimento di un inutile triangolo amoroso (potendolo intravedere già dalla sinossi, i miei occhi si sono immediatamente alzati al cielo!) e di un numero eccessivo di nuovi personaggi in un cast abbastanza numeroso di suo; come conseguenza alcuni di quelli rimasti dal primo volume vengono purtroppo accantonati per gran parte del libro.
Per quanto riguarda il sistema magico, vediamo anche qui dei nuovi elementi, e non tutti risultano efficaci perché la sensazione è che siano troppo convenienti e utili a far proseguire la narrazione in determinate direzioni quando rischia di arenarsi. Nonostante si riprenda in corsa, la trama mi è sembrata decisamente confusa in più punti, e nonostante questo rimane alquanto prevedibile: spero che nei suoi prossimi lavori la cara Jordan possa migliorare da questo punto di vista.
L'ultima nota (dolente) è riservata all'edizione. Se per la mia copia di "Raybearer" avevo solo lodi, le modifiche apportate al seguito non mi sono affatto piaciute. In particolare, l'utile glossario è stato eliminato quando si sarebbe dovuto al contrario ampliarlo, e la mappa che rappresentava l'intero continente è stata sostituita da una piantina della capitale, esteticamente bellina ma del tutto inservibile.
NB: Libro letto in lingua originale