Fable Fable

Fable

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Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare "casa": una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l'ha abbandonata su un'isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l'isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell'intento c'è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull'isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.



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Fable 2024-05-07 07:40:09 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    07 Mag, 2024
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Fable, ma sei fatta per questa vita?

Fable non ha ancora diciotto anni, ma da quattro cerca di sopravvivere sull’isola di Jeval, covo di criminali violenti e senza scrupoli, mettendo a frutto la sua tenacia e, soprattutto, le sue abilità di apneista e gemmofila, per racimolare pietre preziose dal fondo del mare. Vi è stata portata, anzi, abbandonata dal padre, Saint, il più potente armatore mercantile dello Stretto, dopo che la loro nave era affondata trascinando con sé l’adorata moglie Isolde, la madre di Fable.
L’uomo, dal carattere cinico e imperscrutabile, le aveva promesso che, se fosse riuscita a sopravvivere e a tornare da lui nella città di Ceros, le avrebbe riservato ciò che le spettava. Per questo Fable ha cercato di risparmiare ogni ramillo (la valuta del luogo) che guadagnava vendendo i piropi che faticosamente stappa dal fondale corallino, per pagarsi il passaggio su una delle poche navi mercantili che attraccano a Jeval.
In particolare Fable è in contatto col giovane West, il comandante della Marigold, una lorcha che fa scalo ogni due settimane sull’isola. È lui che le compra tutte le gemme che trova. Quando, inseguita da uno dei loschi figuri di Jeval, Fable riesce finalmente a salirvi e, dando fondo a tutti suoi risparmi, a pagarsi il viaggio, crederà che la sua odissea sia terminata e ogni suo guaio risolto: potrà tornare dal padre e imbarcarsi su una delle sue navi.
Nulla di più errato: si troverà coinvolta in guai e pericoli che mai si sarebbe immaginata di dover affrontare tra misteri e intrighi tutti da scoprire. In una società feroce, che punisce ogni sgarro con morte atroce e che conserva rancori per decenni, dovrà lottare contro tutti e contro tutto per sopravvivere e riuscire a rifarsi una vita sua, libera da paure e costrizioni, libera anche dall’ombra opprimente di suo padre.

“Fable” è il romanzo d’apertura di una serie di storie ambientate in un immaginario mondo che gravita attorno a un braccio di mare chiamato “lo Stretto”, dove le tempeste che squassano le acque sono pane quotidiano per i marinai che osano percorrerne le rotte, ma dove il pericolo maggiore viene dagli uomini, implacabili e feroci al punto che una delle regole che Saint impartirà a Fable sarà proprio “Non rivelare mai, per nessun motivo, chi o cosa conta per te”, perché quella debolezza potrebbe essere fatale. E Fable lo scoprirà sulla sua pelle.
Ufficialmente considerato parte di una saga fantasy, in realtà questo libro di fantastico ha assai poco, se si esclude la dote della “gemmofilia”, l’affinità per le pietre preziose che contraddistingueva Isolde e che Fable ha ereditato da lei: una particolare sensibilità che l’aiuta a capire dove siano le gemme e quale sia il loro effettivo valore.
Per il resto è una storia di formazione alla dura vita dello Stretto, tra confronti non dissimili a quelli che potrebbero essere raccontati in un’avventura tra i bucanieri dei Caraibi o in un qualunque slum infestato da bande criminali e dolorosi ritratti di esseri umani che, per sopravvivere alle condizioni di vita disperata in cui sono costretti, accettano ogni compromesso, scendono a ogni bassezza. È pure una storia di amicizia e solidarietà (en passant pure d’amore), ma dove gli affetti debbono essere tenuti celati, per non trasformarsi in strumenti di ricatto e minaccia da parte di chi ti odia, sostanzialmente, cioè, da parte di tutti gli altri.
Molto ben delineate le ambientazioni marinaresche, anche con l’uso corretto dei vari termini tecnici, senza sbavature o i classici strafalcioni di chi non è uso a quel particolare vocabolario. Anche le atmosfere sono ben trovate e descritte. Il neo principale del romanzo, forse, è l’estrema sua lentezza descrittiva. Tutto sommato, nelle oltre 350 pagine, si racconta poco di più del viaggio di Fable tra Jeval e Ceros e il suo confronto col padre. Purtroppo il far parte di una collana che, a oggi, conta, oltre alla trilogia principale, un volume di prequel (dedicato a Saint) e due di sequel, ha concesso tempo e spazio all’A. di spandere su molte pagine il contenuto della storia che aveva in mente. Ne soffrono la descrizione dei personaggi, che in questo primo libro sono poco più che abbozzati e ancora da definire con chiarezza, soprattutto per i misteri e i retroscena che ognuno di loro cela accortamente. La reticenza che li contraddistingue ad aprirsi e manifestare i loro intimi stati d’animo, peraltro, rende i loro caratteri solo soffusi e tutti da decrittare. Ma pure l’evoluzione delle loro vicende è ancora incerta. Il concatenarsi delle azioni è solo ai primi passi, al punto che il romanzo si conclude lasciando il lettore col fiato sospeso a seguito degli ultimissimi spiazzanti avvenimenti che sembrano sparigliare le carte di una storia che si avviava verso un auspicato lieto fine.

In definitiva si tratta di un interessante libro, sotto certi aspetti innovativo, ma sul quale il giudizio finale resta ancora in sospeso, in attesa di vedere quali possano essere gli sviluppi futuri della storia e l’elaborazione che, in questo mondo fantastico solo all’apparenza, si intende dare alle tante questioni e relazioni al momento solo abbozzate.
Purtroppo è speranza vana aspettarsi che i romanzi fantastici possano essere autoconclusivi (anche se all’interno di una saga) e non unicamente elementi di una collana di indeterminata lunghezza da far scorrere sino al suo ultimo, lontano punto estremo.

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