Narrativa straniera Fantasy L'imperatore dei fulmini
 

L'imperatore dei fulmini L'imperatore dei fulmini

L'imperatore dei fulmini

Letteratura straniera

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A vent’anni Jorg Ancrath regna già su sette nazioni. Ma ancora non ha raggiunto il suo vero obiettivo – vendicarsi di suo padre – e i demoni del suo passato tornano sempre di più a tormentarlo. Nonostante il suo cammino sia tortuoso, Jorg ha intenzione di fare il prossimo passo della sua scalata: diventare imperatore. Non è una guerra che si vince sui campi di battaglia, bensì grazie al voto degli altri principi. Nessuno mai nella storia ha ottenuto la maggioranza, ed è per questo che nessuno guida l’Impero Disgregato da molto tempo. Jorg vuole cambiare le cose. E ora che ha scoperto la tecnologia perduta della terra, non esiterà a usarla per perseguire i suoi scopi.



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L'imperatore dei fulmini 2019-09-30 08:48:41 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    30 Settembre, 2019
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Di come i refusi rovinano un ottimo libro

"L'imperato dei fulmini" è il capitolo conclusivo della Trilogia dei fulmini di Mark Lawrence, e presenta tre storyline distinte, le quali seguono rispettivamente i viaggi di Jorg quattordicenne tra gli Stati meridionali dell’Impero Spezzato, lo Jorg ventenne del presente che si dirige verso Vyene per il Congresso dove potrebbe essere nominato imperatore, e la storia della negromante Chella in vari momenti dalla sua sconfitta ad opera dello stesso Jorg -come visto ne “Il re dei fulmini”- fino alla missione affidatale dal Re dei Morti.
Questo misterioso sovrano è in effetti il principale antagonista, la cui avanzata inarrestabile nelle terre dei vivi porterà ad insperate alleanze e molti colpi di scena, ai quali questa serie ci ha ormai abituati.
Dal momento che nella recensione complessiva (qui sotto) valuto positivamente l’opera di Lawrence, approfitto di questo spazio per evidenziare quello che a mio avviso è invece il problema principale dei romanzi: l’edizione italiana targata Newton Compton.
Partiamo da un aspetto puramente estetico, ossia le atroci copertine che hanno soppiantato senza alcun merito quelle originali; la cover americana del terzo libro è stata adottata solamente per il volume unico. Altro aspetto irritante è dato dai titoli: ancor oggi non riesco a spiegarmi per quale motivo la parola thorns (spine o rovi, in inglese) sia stata tradotta con fulmini... davvero, ci ho pensato parecchio ma non ne sono venuta a capo!
La scelta di cambiare ben cinque traduttori in soli tre libri causa poi alcuni problemi con i nomi dei luoghi, che ognuno ha voluto (giustamente?) adattare a proprio piacimento. Ed infine -e questo vale in special modo per questo ultimo capitolo- ho riscontrato decine e decine di refusi nel testo che mi fanno pensare non ci sia stato alcun controllo o revisione prima della stampa.
In definitiva, se avete un livello d’inglese tale da potervi destreggiare agevolmente con una storia fantasy pensata per un pubblico adulto, il mio consiglio è sicuramente di leggere questi libri in lingua.


Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i dieci motivi per i quali consiglio questa serie.

1. JORG
Come potevo non iniziare dal nostro amato (?) protagonista? In effetti Jorg non fa proprio nulla per rendersi piacevole al pubblico e anche quando cominciamo a sperare in una sua potenziale redenzione un infanticidio a sangue freddo ci porta immediatamente a cambiare idea. E proprio questo è uno dei pregi del personaggio: l’essere sempre fedele a se stesso e riconoscere con onestà i propri difetti.
Altro aspetto che ho molto apprezzato è stata la sua ambizione, per nulla celata con falsa modestia, anzi spesso ribadita al lettore dallo stesso Jorg

«Se si deve correre, perché non sembri codardia, meglio avere una meta. E se si deve avere una meta, perché non il trono imperiale? Una meta adeguatamente distante e irraggiungibile.»

Strafottente e sarcastico, pronto a dispensare battute pungenti anche nei momenti meno opportuni, Jorg va ricordato anche per le sue frasi epiche, come in questo estratto dal discorso rivolto ai Cento prima della votazione per eleggere l’imperatore:

«-Uomini dell’impero. Un uomo migliore di me avrebbe ottenuto il vostro sostegno con la bontà delle sue azioni, la chiarezza della sua visione e la sincerità delle sue parole. Ma quell’uomo migliore non c’è. Quell’uomo migliore fallirebbe davanti alla marea oscura che corre verso di noi. Orrin di Arco era l’uomo migliore ma non è sopravvissuto neanche per chiedere il vostro appoggio.
Tempi cupi richiedono scelte cupe. Scegliete me.»

In bocca ad un altro personaggio frasi del genere sembrerebbero ridicole, ma Jorg è talmente risoluto e determinato da farle risultare del tutto spontanee.

2. KATHERINE E MIANA
Tempo fa mi ero lamentata per la presenza di ben pochi personaggi femminili in questi romanzi; terminata la trilogia mi vedo costretta a confermare quell’impressione (d’altro canto il target di questa serie è decisamente maschile). Le poche donne del cast sono però ben caratterizzate, in particolare ho apprezzato molto Katherine e Miana.
Pur venendoci presentata come l’interesse amoroso di Jorg, Katherine ha una sua individualità che si sviluppa soprattutto nel secondo libro quando decide di ribellarsi ai trucchi magici di Sageous diventando a sua volta una giura-sogni.
La vediamo sempre fiera e molto determinata nelle sue azioni

«-Tu non sai niente, morto.-, Katherine gli stava davanti, nel suo abito da viaggio rosso che frusciava quando si muoveva. [...] Vidi anche la sua paura, e la forza che stava tirando fuori.»

e credo sia stata un’ottima scelta farci capire che una sua eventuale relazione con Jorg non avrebbe cambiato il suo destino, come invece succede in moltissimi romance dove l’amore sembra poter redimere anche il personaggio più crudele.
Miana è stata invece una sorpresa, sebbene abbia spazio soltanto ne “Il re dei fulmini”; l’ho trovata molto spigliata e capace di un sarcasmo pari a quello del protagonista

«-La mia dote.-, disse [Miana].
-Speravo in qualcosa di più grosso.- Sorridendo, la presi.
-Non sarei io a doverlo dire?
Quella battuta mi fece scoppiare in una sonora risata. -Qualcuno ha infilato una vecchia malefica nel corpo di un ragazzina [...]»

Come non adorarla quando, per prima, fa capire a Jorg che il loro sarà un matrimonio unicamente politico o quando si difende dall’assassino papale brandendo un’enorme balestra?

3. SAGEOUS
In questa serie ci vengono presentanti parecchi antagonisti, in alcuni casi si tratta perfino di personaggi che altrove sarebbero gli eroici protagonisti -come Orrin di Arco-, ma su tutti spicca sicuramente il mago dei sogni Sageous.
Sull’aspetto della magia tornerò in un altro punto, qui mi voglio focalizzare su Sageous in quanto personaggio. Innanzitutto è geniale come lui e i suoi colleghi affianchino i sovrani in veste di fidati consiglieri orchestrando in realtà le loro azioni politiche con il potere di influenzarne le scelte; lui è inoltre abilissimo nel manipolare gli altri personaggi al fine di attaccare il protagonista indirettamente, rimanendo sempre al sicuro dalla sua spada.
Ma ciò che ho preferito in Sageous è la cattiveria genuina. I romanzi fantasy sono zeppi di cattivi piatti e scontati, che commettono orrende atrocità solo sulla carta; Sageous invece ci dimostra una crudeltà inumana, e credo che la scena in cui rivela a Jorg come ha controllato le azioni di Katherine sia una delle migliori della trilogia

«-È un effetto dei veleni di Saraem Wic. Ma non c’era nessun figlio. E dubito che potrà mai essercene uno a questo punto. Le pozioni di quella vecchia strega sono tutt’altro che delicate. Raschiano il ventre di una donna fino ad inaridirlo del tutto.
Trovato il pugnale, mi dirigo verso di lui.[...]
-Stupido ragazzino. Credi che sia veramente qui?- Non accenna nemmeno a scappare»

In definitiva, le azioni di Sageous lo titolano come antagonista meglio di decine e decine di parole e lo rendono davvero detestabile. Come ogni buon cattivo dovrebbe essere.

4. AMBIENTAZIONE
L’Impero Spezzato è il luogo ideale per mettere in scena la storia di Jorg, soprattutto nei momenti in cui è in viaggio con i Fratelli tra i tanti Staterelli. Libro dopo libro, Lawrence ci illustra in modo alquanto sottile cosa siano in realtà i palazzi medievaleggianti dei Cento, facendoci rendere conto di chi si celi dietro l’artificioso nome di Costruttori.

«Non ho idea di cosa fosse l’Alto Castello quando i Costruttori lo edificarono, ma non era certo un castello. Nella parte più profonda delle segrete, sommersa da strati di sporcizia, un’antica placca dichiara: VIETATO PARCHEGGIARE DI NOTTE.»

Ne “L’imperatore dei fulmini”, scopriamo inoltre il motivo dell’incredibile arretratezza degli abitanti di questa Europa distrutta dalle armi atomiche e dal surriscaldamento globale,

«I soli bruciarono tutto quello che era scritto su carta tranne gli scritti più antichi, quelli conservati in profondi sotterranei [...] la maggior parte dei documenti che scoprirono erano opere di greci e romani.
-Quindi rispetto ai Costruttori siano arretrati in tutto, persino nei nomi.»

una popolazione che in sostanza si è trovata senza alcuna guida in un mondo post-apocalittico ed ha dovuto imparare dalle sole fonti a disposizione, seppur sbagliate se viste in un’ottica contemporanea.

5. REALISMO (CON RISERVA)
Essendo come detto scritti per un pubblico adulto, in questi romanzi non mancano di certo scene ricche di violenza che a tratti rasentano lo slatter; e tutte queste scene risultano credibili, perché descritte in modo davvero realistico.
Questo realismo è presente anche nella caratterizzazione dei personaggi e nelle molte strategie ideate da Jorg, a dispetto della sua propensione per l’azzardo.
Ho accennato però ad una riserva, e parlo nello specifico dell’età di alcuni personaggi tra i quali lo stesso Jorg e Miana. Personalmente, non riesco a spiegarmi il motivo per cui degli individui che pensano ed agiscono da adulti siano presentanti come poco più di bambini.

6. PIANI TEMPORALI E POV
Questo è un aspetto che diversi lettori hanno trovato negativo, perché porterebbe ad un’eccessiva confusione. Non mi posso dire d’accordo con loro dal momento che adoro i romanzi complessi, che riescono a tenere viva l’attenzione del lettore.
In questa serie si intrecciano vari piani temporali: nel primo libro abbiamo Jorg bambino che si unisce ai Fratelli e quattordicenne quanto torna alla corte del padre, nel secondo vediamo Jorg dopo la conquista del regno di Renar e diciottenne al suo matrimonio (o meglio, matrimonio con annessa battaglia campale), e nel terzo continua la parentesi del suo viaggio da quindicenne ma lo troviamo anche a vent’anni pronto a reclamare il trono imperiale.
A questi piani temporali, intrecciati grazie ai capitoli alternati, si aggiungono il POV di Katherine ne “Il re dei fulmini” quando leggiamo il suo diario personale, e quello di Chella in terza persona ne “L’imperatore dei fulmini”.

7. STRUTTURA DELLA SERIE
Un problema frequente nelle serie di romanzi si riscontra quando un autore non pianifica nel dettaglio gli avvenimenti dei singoli libri, oppure quando una serie composta da pochi volumi viene prolungata per esigenze editoriali. In questi casi può capitare di incappare in contraddizioni o incongruenze, ma questo non succede con Lawrence.
Da quanto ho potuto carpire dalle interviste, l’autore scrive in anticipo i suoi romanzi senza aspettarne la pubblicazione; questo porta all’assenza di buchi di trama o grossolani errori, ed è un aspetto che tengo in grande considerazione.

8. UMORISMO NERO
Non basta la violenza delle scene, in questi libri anche i dialoghi sono intrisi di crudeltà assortite, e l’umorismo si adegua ugualmente al tono dell’opera.
Parlo in special modo delle scene in cui Jorg si trova ad interagire con i suoi Fratelli. Il carismatico Makin descrive così la rozzezza della testa calda del gruppo, Rike:

«-Per come la vedo io-, disse Makin, -Rike non riuscirebbe a preparare un’omelette senza inzupparsi del sangue della gallina e indossarne le viscere a mo’ di collana.»

Poche pagine dopo, il nostro protagonista riflette su Fratello Sim in questi termini:

«-Sono in tanti, Fratello Jorg.-, disse il giovane Sim. Era più grande di me ovviamente, ma ancora usava di rado il rasoio se non per tagliare le gole altrui.»

Forse non è un tipo di humor che può piacere a tutti ma, per quanto mi riguarda, ha saputo strapparmi più di una risata di cuore.

9. LA MAGIA
Il sistema magico che viene proposto è parecchio interessante, a partire dal modo in cui la magia può essere appresa in pratica da chiunque abbia la volontà di farlo, come vediamo nel caso di Katherine.
È molto suggestiva anche l’idea che, nel caso in cui un mago esageri nell’utilizzo dei suoi poteri, ci sia una sorta di punizione; ce ne parla la negromante Chella

«Chella conosceva alcuni giura-cielo che avevano preso il volo e non erano mai più tornati. I venti li reclamavano. Perdevano sostanza e danzavano nelle tempeste, troppo sottili per rientrare un’altra volta nella carne.»

ma abbiamo un esempio ben più suggestivo nel secondo libro con il giura-fuoco Ferrakind, diventato negli anni un tutt’uno con l’elemento da lui controllato.

10. UN MONITO?
Ritengo che la distruzione portata dai Costruttori sul pianeta possa essere vista come un possibile scenario del nostro futuro prossimo. Armi nucleari che causano distruzione e massacri, ma anche mutazioni genetiche

«Forse quando parlavano di opere dei Costruttori intendevano quelle con più magia e meno meccanica. Quelle in cui la luce correva intrappolata in vene di metallo.»

e lo vediamo bene nel caso dei giganteschi mostri, come Gorgoth, che sono costretti a vivere nascosti in grotte sotterranee.
Non voglio dare troppo peso ad una storia fittizia pensata sicuramente per intrattenere i lettori, ma credo che osservazioni come questa:

«-I Costruttori lanciarono i loro soli da una parte del mondo all’altra su lingue di fuoco, e dove passavano riducevano in cenere interi paesi.- fece Qalasadi.»

non si discostino troppo dagli avvenimenti del mondo contemporaneo e da notizie di attacchi militari o minacce di potenziali tali che ogni giorno possiamo leggere nei giornali
Forse Mark Lawrence ha voluto semplicemente dare un suo personale avvertimento su quali potrebbero essere le devastanti conseguenze, in un lontano futuro, delle decisioni prese oggi.

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