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L'orda del vento
 
L'orda del vento 2011-10-21 10:44:28 OedipaDrake
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
OedipaDrake Opinione inserita da OedipaDrake    21 Ottobre, 2011
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Fantasy simbolico

Era dalla sua uscita che avevo intenzione di leggere questo romanzo e finalmente (complice sia l’uscita dell’edizione economica, sia gli sconti sui libri offerti questo mese) l’ho avuto tra le mani.
L’inizio sicuramente incuriosisce, ma al contempo getta in mezzo alla storia senza alcuna spiegazione, pertanto si seguono le prima pagine cercando di carpire più dati possibili per farsi un’idea del mondo in cui si è catapultati.
Pagina dopo pagina, il rapimento della storia coinvolge visceralmente: si diventa parte della mitica 34° Orda alla ricerca dell’Estrema Vetta, si palpita delle stesse preoccupazioni, fatiche e dolori. Si diventa tutt’uno con l’anima dei ventitré personaggi, con quel mondo che attraversano, tanto spietato quanto ammaliante.
Una struttura narrativa corale, che si basa sull’alternarsi dei punti di vista dei membri dell’orda (alcuni dei quali hanno, per forza di cose, un ruolo e uno spazio preponderante rispetto ad altri), complessa e articolata, che svela un romanzo non semplice, anzi.
Questo libro non è affatto il classico fantasy come (purtroppo) si intende oggi; è una sorta di piccola epica fantastica, a suo modo, ricco di simbolismi e richiami filosofici, dai solidi valori che vuole trasmettere simbolicamente attraverso la storia.
Questo sicuramente è da sottolineare: non si può leggere la storia soltanto in sé per sé, è necessario scandagliare i vari piani di lettura, cogliere i simboli e raccoglierne il senso man mano, seguire il filo più nascosto di quanto l’autore ha voluto comunicare.
Un’opera complessa e affatto originale (basti pensare, ad esempio, a due accortezze meravigliose, quali la caratterizzazione dei membri dell’orda con un proprio glifo – non casuale – e la numerazione delle pagine al contrario), dunque, di quelle che lasciano qualcosa dentro di profondo, fosse anche solo un pensiero. E dopo la parola fine, non sì è più gli stessi di prima.

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