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Guida galattica per gli autostoppisti
 
Guida galattica per gli autostoppisti 2012-03-27 13:24:00 Marghe Cri
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    27 Marzo, 2012
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Fantascienza?

È un bel problema se rischiate di perdere la casa, ancor peggio se rischiate di perdere la Terra!
E' proprio quello che accade al povero Arthur in questo libro geniale e divertente che approccia la fantascienza in modo del tutto personale, spassoso, demenziale, intelligente e stralunato.
C'è dentro di tutto: filosofia, fisica, antropologia, teologia, cosmologia, psicologia... il tutto mescolato in dialoghi non-sense veramente irresistibili.
Si legge, si ride e si pensa... affiora il sospetto che sotto l'umorismo si celi qualcosa di importante, un pensiero più profondo, l'anelito all'abbraccio di un cosmo che potrebbe davvero contenere tanta altra vita, altra da noi, naturalmente... ma poi una risata interrompe il pensiero e si torna a navigare in un universo in cui gli oggetti più importanti, quelli che non puoi dimenticare, sono il tuo asciugamano e la Guida Galattica, che già in copertina ricorda: “Non lasciatevi prendere dal panico”.
Una sola avvertenza: l'autore è inglese e così il suo umorismo. Se non apprezzate questo tipo di humor probabilmente il libro non vi offrirà tutto il divertimento che promette.


[…]
Una delle cose che Ford Perfect aveva sempre trovato difficile comprendere a proposito degli umani era che avevano il vizio di affermare e ripetere cose assolutamente ovvie, come risultava evidente da frasi quali “Che bella giornata!” o “Come sei alto!” oppure “Oddio, mi sembra che tu sia caduto in un pozzo profondo nove metri: ti sei fatto male?”. In un primo tempo Ford si era fatto una sua teoria per spiegare questo strano comportamento. Aveva pensato che le bocche degli esseri umani dovessero continuamente esercitarsi a parlare per evitare di rimanere inceppate. Dopo avere osservato e riflettuto alcuni mesi, Ford aveva abbandonato questa teoria per l'altra. Aveva pensato che se gli esseri umani non si esercitavano in continuazione ad aprire e chiudere la bocca, correvano il rischio di cominciare a far lavorare il cervello. Dopo un po' aveva abbandonato anche questa teoria, considerandola eccessivamente cinica, e aveva deciso che in fondo gli esseri umani gli piacevano molto, anche se non poteva mai fare a meno di preoccuparsi e disperarsi davanti alla terribile quantità di lacune che le loro conoscenze presentavano.
[…]

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