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Bioshock. Rapture
 
Bioshock. Rapture 2013-12-06 14:57:57 Valerio91
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    06 Dicembre, 2013
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Funerale in Mare

“Bioshock: Rapture” è un romanzo stupendo, tra i migliori che abbia mai letto, e forse essere nato come un videogioco ne ha limitato le immense potenzialità, visto che il mondo videoludico è spesso sottovalutato e il suo pubblico relativamente ridotto.
Ma Bioshock è un CAPOLAVORO. Vi spiego il perché.
E’ una sinfonia perfetta di tematiche profonde, ambientazioni magiche ma allo stesso tempo permeate da follia e terrore, popolate da personaggi estremamente carismatici anche se perlopiù fuori di testa.
Rapture è, nella sua imperfezione, la città perfetta per descrivere le immense potenzialità autodistruttive dell’uomo, anche quando animato da buone intenzioni.
Non è un uomo il vero protagonista di Bioshock, ma la città, nata come utopia della società perfetta, partorita dal visionario Andrew Ryan, uomo statuario, dalle idee ferme e impossibili che cerca di concretizzare creando qualcosa di altrettanto impossibile, una città sottomarina dove la religione è messa al bando (letteralmente), dove non vengono imposti limiti morali, dove chiunque può diventare qualunque cosa, anche il padrone assoluto, grazie al “sudore della propria fronte”.
Il libro è scritto molto bene, scorrevole e si legge in poco tempo nonostante non sia breve (personalmente l’ho divorato), non si risparmia dal descrivere scene di una crudezza non indifferente. Ma Rapture è così, ti sbatte in faccia la realtà senza troppi compimenti, e il romanzo ci rende spettatori della sua nascita, partendo dalle vicissitudini della sua costruzione, fino al suo triste, graduale e inevitabile declino.
Rapture nasce nello splendore, accessibile solo a una ristretta èlite di persone, il progresso scientifico sembra correre molto più velocemente rispetto alla superficie, l’arte arriva agli apici, tutto questo grazie all’assenza di inibizioni morali e istituzionali. Ma una volta entrato non puoi tornare indietro.
Improvvisamente qualcosa va storto. Molti di coloro che sulla superficie erano persone di una certa caratura, si ritrovano a fare lavori umilianti (“Qualcuno dovrà pur pulire i cessi a Rapture”).
L’assenza di limiti morali porta l’uomo a compiere cose terrificanti, come ci dimostrano personaggi fantastici ma davvero inquietanti e folli a dir poco come l’artista Sander Cohen e il chirurgo J.S. Steinman che vi lasceranno molto spesso perplessi o disgustati. Lo stesso magnate Andrew Ryan, ideatore e realizzatore del sogno di Rapture, uscirà di senno andando contro i suoi stessi ideali nel momento in cui si accorge che il potere sulla sua città gli sta sfuggendo di mano, diventando quasi un dittatore e finendo per contribuire enormemente all’ autodistruzione della “sua” creatura.
Ci sarà guerra civile e nelle strade prima splendenti e piene di vita dilagheranno solo anarchia, follia e morte.
L’uomo si rifugia in mare, credendo di poter creare la società perfetta, lontano da Dio, del quale ritiene di non aver bisogno, e magari Lo accusa di essere una delle cause dei propri problemi.
La fine davvero terrificante di Rapture è il prodotto e risultato finale di tutto questo, a dimostrazione che l’uomo non è in grado di generare la perfezione. Mai. L’imperfezione non può che generare imperfezione. Ed è l’uomo stesso la causa principale della propria distruzione.
John Shirley ha fatto un lavoro eccellente, e ve lo posso assicurare, partorire un romanzo di tale calibro dal mondo di Bioshock deve essere stato un lavoro durissimo, oltre che carico di pressioni e responsabilità.
Imperdibile.

Citazione:
“Sono Andrew Ryan e sono qui per porvi una domanda: un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte? No, risponde l’uomo di Washington: appartiene ai poveri. No, dice l’uomo in Vaticano: appartiene a Dio. No, dice l’uomo di Mosca: appartiene a tutti. Io rifiuto queste risposte, piuttosto scelgo qualcosa di diverso, scelgo l’impossibile… scelgo… Rapture: una città dove l’artista non debba temere la censura, dove lo scienziato non sia limitato da ridicoli moralismi, dove il grande non sia confinato dal piccolo. E con il sudore della vostra fronte, Rapture può diventare anche la vostra città.”

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Commenti

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McLennon
06 Dicembre, 2013
Ultimo aggiornamento:
06 Dicembre, 2013
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Complimenti per la recensione..
Il videogioco per me è stato uno delle più belle esperienze (in campo videoludico) di sempre e lo afferma uno che ha sul groppone una conoscenza quasi trentennale del settore :D
In genere non mi attirano romanzi derivati da videogames ma questo libro mi incuriosisce..soprattutto dopo averne letto questa recensione così ampiamente positiva in merito.
In risposta ad un precedente commento
Valerio91
09 Dicembre, 2013
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Grazie per i complimenti. Credimi vale la pena... e ti parla uno che come te ama da impazzire il gioco che ha finito innumerevoli volte, e che era anch'egli scettico sul romanzo. Non sono rimasto deluso, sono tornato a Rapture... ed è stato eccezionale.
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