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Il racconto dell'ancella
 
Il racconto dell'ancella 2018-01-05 21:33:48 ALI77
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ALI77 Opinione inserita da ALI77    05 Gennaio, 2018
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UN ROMANZO ORIGINALE E ATTUALE

E’da un po’ di tempo che pensavo di leggere questo romanzo dispotico, me lo sono ritrovava davanti ogni volta che andavo in libreria, oppure che sfogliavo dei giornali o facevo delle ricerche in internet.
MI ha “letteralmente” perseguitata, era come se mi chiamasse e mi chiedesse di essere letto.
Purtroppo fino a che non l’ho letto, il pensiero di questa storia mi è rimasta in testa e devo dire che ne è valsa la pena, perché nonostante sia stato scritto negli anni ottanta, è una lettura molto attuale e moderna.
Margaret Atwood ha una penna raffinata e ammaliante che ti accompagna per mano nel corso della storia, dove ogni pagina è interessante per capire il romanzo, il lettore è curioso di conoscere cosa sia Galaad e quale sia la vita delle ancelle che lo abitano.
La struttura del paese è ben sviluppata dall’autrice che ci spiega nei minimi dettagli quale sia la struttura della società, troviamo i Comandanti con le loro Mogli, le Marte, le Ancelle, le Zie e Nondonne, oltre ai Custodi, agli Angeli e agli Occhi.
Le vere protagoniste sono le Ancelle, queste donne che sono state scelte come “contenitore” per procreare, naturalmente sono donne umiliate, che devono solamente fare quello che gli viene detto, che ripetono frasi simili al Vangelo ma diverse da quello che possiamo leggere nei testi sacri. Diciamo che a Galaad si nomina molto la religione, ma non è quella che noi conosciamo, è un po’ cambiata. Le ancelle sono costrette ad andare a letto con il Comandante in quanto le loro Mogli non sono in grado di dargli un figlio.
Queste donne che non hanno la libertà, sono schiave di questo paese, costrette a vestirsi di rosso e in testa devono tenere un copricapo con le alette bianche che gli impediscono di vedere e di essere viste.
Difred, è la protagonista della storia, nella vita di prima, come viene chiamato il periodo prima dell’esistenza della repubblica di Galaad, era sposata ad un uomo divorziato Luke e aveva una bambina, queste ancelle e anche Difred vengono isolate dai loro affetti e non possono più stare con i loro figli e non sanno nemmeno dove sono i loro cari.
Per tutte le altre donne, che non sono mogli, ancelle, marte o zie, vengono chiamate Nondonne e spedite nelle Colonie e non si sa nemmeno che fine fanno.
Tutto quello che per noi è normale, diventa proibito, indossare un vestito corto, avere i capelli sciolti, avere una propria indipendenza, anche per Difred il mondo è cambiato in un istante, un giorno si è trovata senza lavoro, senza un conto in banca e senza nulla che fosse di sua proprietà.
Anche la libertà di leggere viene abolita, non ci possono più essere riviste o romanzi e la maggior parte della tecnologia non viene utilizzata.
Durante il parto di una delle ancelle, non vengono utilizzati anestetici o macchinari, questo comporta che il parto possa essere fatale per la donna e per il bambino, oltre che durante la gravidanza non vengono fatti esami o altro, quindi non possiamo nemmeno sapere se i neonati stanno bene.
Alle donne viene tolto qualsiasi cosa, non devono avere nulla di loro proprietà, non devono essere autonome e indipendenti, il mondo di Galaad è dominato dagli uomini e dalla loro volontà.
Se pensiamo, non siamo molto distanti dal passato anzi siamo tornati al passato, in una società che considera la donna meno di niente, che viene utilizzata solo come mezzo per procreare come se fosse un macchinario, un essere senza sentimenti e senza emozioni che deve solo eseguire gli ordini.
La donna a prescindere, viene considerata impura e colpevole, anche la Eva della creazione viene incolpata per il peccato originale in quanto Adamo non ha nessuna colpa e l’unica cosa che la può salvare è la maternità.
Tutto quello che avevamo prima era sbagliato e impuro, ma Difred non può cancellare i ricordi, il mondo in cui viveva prima e infatti nel testo una delle Zie dice queste frasi “ per quelle che verranno dopo, sarà più facile, perché accetteranno il loro dolore con cuore volenteroso. Non diceva: perché non avranno ricordi, ma diceva: perché non vorranno cose che non possano avere”.
Le ancelle escono solo per fare la spesa e gli vengono dati dei buoni per acquistare il cibo, vanno via sempre in coppia, non tanto perché hanno un’amica, ma per proteggersi dalle altre persone o per essere spiate dalla compagna che può riferire qualche comportano strano al Comandante o alla Moglie.
I rapporti umani e i sentimenti come l’amore o l’amicizia non sono contemplati, le ancelle devono assolvere all’unico loro compito quello di procreare, è l’unica cosa che conta.
Leggendo la storia, ho percepito l’angoscia di Difred, l’autrice è riuscita a creare un mondo in cui le donne hanno paura e non hanno il coraggio di lottare e di ribellarsi per riprendere la loro libertà, l’unica cosa che rimane è il loro corpo che però viene barattato come se fosse una merce di scambio.
La cosa che tiene Difred legata al passato sono i ricordi, ma purtroppo per quanto lei si sforzi, il volto del marito e della figlia si fa via via meno nitido e si somma alla paura di perdere l’unico contatto con il mondo di prima.
Con il tempo ci si abitua a questa situazione e si è costretti a sopportare di vivere in un mondo dove tutto è sbagliato, dove i diritti delle donne così duramente conquistati non esistono più.
In un mondo in cui regna il terrore e la paura, una morale quantomeno bigotta e soffocante, dove non c’è spazio per i sentimenti e le emozioni c’è una piccola luce, un piccolo bagliore di speranza, un piccolo spazio per l’amore e forse per cambiare le cose. Una flebile illusione in un futuro migliore.
Ho trovato agghiacciante leggere queste pagine e pensare che un giorno, forse, potrebbe veramente esistere Galaad e vivere in un mondo dove noi donne non siamo considerate, se ci pensiamo, ci vuole poco per tornare indietro e invece ci vuole così tanto per fare una minima evoluzione.
Un romanzo dispotico molto attuale, coerente, verosimile che lascia con la bocca aperta il lettore, che lo sorprende, lo indigna e lo fa riflettere. Se ci pensiamo l’autrice non ha dovuto lavorare troppo con la fantasia, ha solamente descritto un mondo con un sguardo al passato, dove le diversità non vengono accettate e rispettate, ma solo represse ed eliminate.
Un testo fondamentale e indispensabile che tutto dovremmo leggere, per capire che un mondo così non ci dovrà mai essere, per ricordarci quanta strada abbiamo fatto per riuscire ad arrivare qui oggi, a poter avere la libertà di decidere cosa fare nella nostra vita, chi amare e se avere figli o meno.
Per anni, noi donne, abbiamo lottato per avere gli stessi diritti degli uomini e abbiamo capito che le diversità devono essere accettate e anzi siano un valore aggiunto per una società moderna.
Non possiamo tornare al passato ma dobbiamo e abbiamo il dovere di continuare ad essere civili e ad aprirci alle diverse nazionalità, religioni, modi di pensare e soprattutto ad essere più tolleranti coltivando la cultura del diverso e a non rimanere chiusi nel nostro orticello, nel nostro posto sicuro.

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Commenti

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Bel commento! Anche io da tempo sento che questo libro mi chiama...eppure ancora non l'ho preso in seria considerazione, forse proprio per il genere che di solito tendo ad evitare. Però dalle recensioni che ho letto sembra che sia un testo avvincente: credo proprio che gli darò una possibilità :-)
Elena
Un bel commento, Ali, anche se a me il libro non è piaciuto, per le ragioni che ho espresso nella mia recensione. Si sa, il gradimento è un fatto del tutto soggettivo.
In risposta ad un precedente commento
ALI77
07 Gennaio, 2018
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Ciao Elena, si ti capisco anche a me il genere dispotico non mi fa impazzire ma come hai letto in questo caso, il libro mi è piaciuto molto.
Grazie e a presto :-)
Alice
In risposta ad un precedente commento
ALI77
07 Gennaio, 2018
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao Annamaria, ti ringrazio e ti faccio i miei complimenti per la tua analisi esaustiva e precisa.
Certo i gusti sono gusti ci mancherebbe, anche se ho apprezzato che hai consigliato la lettura anche se il romanzo non ti è piaciuto.
A presto
Alice
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