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Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole
 
Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole 2019-06-10 08:03:08 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    10 Giugno, 2019
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McDona... Papa Song è il male assoluto!

“Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole” è un romanzo che mescola un gran numero di generi letterari ed è dotato di una struttura davvero originale, illustrata in modo sublime da uno dei protagonisti con queste parole:

«[...] un “sestetto per solisti che si sovrappongono”, per pianoforte, clarinetto, violoncello, flauto, oboe e violino, ognuno nella sua chiave, dimensione e colore. Nella prima sezione, ogni assolo è interrotto da quello che segue, nella seconda ogni interruzione viene ripresa, in ordine. Un pezzo rivoluzionario o un trucco banale?»

in pratica, il volume è composto da sei storie ambientate in altrettanti luoghi ed epoche, che si alternano in una struttura a specchio con la prima storia che continua nell'ultimo capitolo, la seconda nel penultimo e così via, fino alla storia centrale che inizia e termina in un unico capitolo.
In aggiunta, tutte le storie sono presentate come parte della trama nelle successive; i protagonisti si trovano così a leggere gli uni le vicende degli altri, in un astuto stratagemma di meta narrazione. Con questo espediente, la frustrazione dei lettori viene condivisa dai personaggi stessi

«[...] il volume s’interrompe, a metà frase, una quarantina di pagine dopo, dove la rilegatura è saltata. Ho cercato il resto di quella dannata cosa in tutta la biblioteca. Non ho avuto fortuna.»

Ma questo è solo uno degli aspetti che lega assieme le sei storie. Infatti come in “Le prime quindici vite di Harry August” di Claire North, in questo romanzo si parla di anime che si reincarnando, ma non in un loop infinito bensì in corpi diversi destinati ad incontrarsi ancora ed ancora

«Le anime attraversano le età come le nuvole i cieli, e anche se le nuvole cambiano spesso forma, colore e dimensioni, una nuvola è sempre una nuvola e un’anima è sempre un’anima.»

Come accennato poco fa, le storie ricadono in generi distinti: passiamo dal romanzo storico ed avventuroso che riporta alla mente i classici di Stevenson e Verne, alla storia di spionaggio, adrenalinica e ricca d'azione, per arrivare alla distopia ambientata in un prossimo futuro fantascientifico. Con l'alternarsi delle storie, cambiano anche i registri narrativi. Abbiamo quindi un diario, delle lettere, un'intervista, ma anche un meta romanzo, unica tra le varie narrazioni a presentare la terza persona.
Seguiamo inizialmente la storia di Adam Ewing, un notaio californiano di metà Ottocento che, durante un lungo viaggio via nave nell'Oceano Pacifico, incrocerà la strada con il medico Henry Goose e con il moriori Autua, scoprendo pian piano come la malvagità possa risiede in ogni essere umano, a prescindere alla sua etnia.
Il diario di Ewing diventa poi una lettura per Robert Frobisher, musicista inglese degli anni Trenta, dalla vita a dir poco sregolata; lasciata la patria per il Belgio, dove diventa l'allievo del grande Vyvyan Ayrs, Robert si trova di fronte a nuove difficoltà che gli impediscono di realizzare i suoi sogni ma non di comporre il meraviglioso sestetto “L'atlante delle nuvole”.
Questa composizione incuriosisce la giornalista Luisa Rey, che negli anni della guerra fredda cerca di rendere pubblica una relazione sulla pericolosità del progetto legato all'energia nucleare della Seabord Corp. La storia di Luisa viene successivamente raccontata in un romanzo.
Il manoscritto finisce tra le mani dell'editore Timothy Cavendish; vissuto ai giorni nostri in Inghilterra, l'anziano viene suo malgrado rinchiuso in un ospizio

«Ci sono arrivato. Tu probabilmente ci sei arrivato molte pagine fa,caro lettore.
Aurora House era una casa di riposo per anziani.»

dal quale narra la propria prigionia con la speranza che le sue memorie diventino poi un lungometraggio.
Il film effettivamente viene realizzato, e sarà poi visto da Sonmi-451, un clone creato in laboratorio in un versione futuristica dell'attuale Corea; ovviamente, il numero di questo clone si riferisce a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, ma pensante è anche il debito di questo storia con “Il nuovo mondo” di Aldous Huxley, dal quale trae spunto per gli elementi di ingegneria genetica e per i dettami del Fordismo

«[Hae-Joo] Mi ha spiegato che per via elle Leggi dell’Arricchimento, i consumatori devono spendere ogni mese una quota fissa di dollari, a seconda del loro strato. Il Risparmio è un crimine contro la Corpocrazia.»

Dal momento che il distopico è il mio genere prediletto, questa è l'ambientazione che ho preferito, specialmente per le peculiarità del futuro che viene presentato; un mondo dove sono le grandi multinazionali a dominare l'intero pianeta

«La SemiCorp era lo sponsor della luna quella sera. L’immenso riflettore lunare proiettava sulla superficie della luna dal lontano Fuji una pubblicità dopo l’altra; [...]»

con uno stampo decisamente dittatoriale

«[Yoona-939] Canticchiava il Salmo di Papa Song con assurde devianze. Si divertiva a farmi ridere. La risata è anarchica e blasfema. I tiranni fanno bene a temerla.»

L'ascesi di Sonmi da semplice clone ad individuo senziente viene sviluppata nel corso di una lunga intervista registrata, che verrà poi vista da Zachry, abitante di un'isola del Pacifico in un lontano futuro post-apocalittico dove la stessa Sonmi viene venerata come una divinità.
Con così tante storie, la lettura richiede ovviamente un certo grado di attenzione, risultando allo stesso tempo molto scorrevole. A mantenere viva l'attenzione del lettore contribuisce anche l'alternarsi delle storie, che da un lato impedisce di annoiarsi e dall'altro è calibrato in modo da creare il giusto grado di empatia. Ciò non mi ha comunque impedito di avere delle preferenze, e devo ammettere che la storia di Luisa tra tutte è quella che mi ha maggiormente emozionato.

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