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Shadowhunters. Città di ossa
 
Shadowhunters. Città di ossa 2013-02-16 17:36:18 Janet
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Janet Opinione inserita da Janet    16 Febbraio, 2013
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Lunga recensione per un libro deludente

Ogni tanto tiro il naso fuori dalla mia libreria personale (quella in camera mia, ordinata in modo maniacale in base alle mie preferenza e all'edizione del romanzo) e mi butto su internet a cercare qualcosa di diverso da leggere.
Dopo aver sentito parlare di questa saga come il "nuovo fenomeno Young Adult degno erede di Twilight e Harry Potter" senza decidermi a degnarla della mia attenzione, sono venuta a sapere che ne stanno producendo il film. Guarda caso è un film in cui appaiono alcuni attori che mi ero ripromessa di tenere d'occhio (Robert Sheehan, Aidan Turner, Jamie Capbell Bower su tutti). E' stato solo allora che mi sono convinta a iniziare il libro.

(Da qui in poi ci potrebbero essere SPOILERS, relativi solo a questo romanzo della saga)

Le mie aspettative erano abbastanza basse per questo non sono stata troppo severa nel giudizio.
Il libro non è stato un totale disastro da ogni singolo punto di vista, ma c'era quasi.
L'autrice mi ha dato l'impressione di essere una persona ricca di fantasia, tant'è che l'inventiva è uno dei punti forti del romanzo. Il mondo in cui si muovono i protagonisti è abbastanza interessante. Ci sono delle carine invenzioni e si è tentato (invano) di amalgamare il fascino del mistico con quello terreno di una metropoli. L'autrice ci permette di dare un'occhiata quasi di nascosto alla società arcaica in fase di cambiamento degli Shadowhunters.
Purtroppo però il punto di vista è quasi sempre quello di Clary, la protagonista che scopre l'esistenza di questo mondo all'improvviso, e non ci è dato sapere quasi niente che non sia già stato detto a lei. Il lettore deve seguirla nel suo viaggio in cui lei procede molto lentamente. Clary sembra accettare questa nuova dimensione in cui è stata catapultata senza farsi troppe domande, senza cercare di informarsi il più possibile. Ovviamente sto parlando ancora del punto di visto "sociale e culturale" (se così si può chiamare, con un eufemismo) il mondo degli Shadowhunters. La protagonista non ci permette di spaziare nell'atmosfera del romanzo e ritengo che sceglierla come punto di riferimento narrativo si stato una davvero pessima scelta, perché dà un grande limite a uno dei pochi aspetti interessanti del libro.

Se da un punto di vista dobbiamo stare dietro a Clary e accettare il suo passo lento nel proseguire la storia, dall'altro punto di vista, quello dei colpi di scena, ci chiediamo se questa ragazza non sia un po' ritardata mentalmente. Ovvero: non ci sarà neanche un colpo di scena, che sia uno, che non avete già capito almeno una sessantina di pagine prima.
L'autrice basa l'ultimo quarto di libro su una serie di rivelazioni shock relativi alla famiglia della protagonista da fare invidia a Beautiful.

Ora che ho analizzato un po' la trama passo con molta tranquillità a parlare dei personaggi.
Non sono ben descritti. Di loro non sappiamo molto e quel poco che sappiamo è qualcosa che ci viene buttato lì dalla protagonista sotto forma di pensieri. C'è un abbozzo di caratterizzazione che non viene sviluppato adeguatamente. Troviamo delle relazioni un po' ambigue, alcune non esplorate come sarebbe logico aspettarci.
In particolare ho trovato la protagonista molto debole. Non c'è nessun suo aspetto che sia davvero delineato (e no, il fatto che sappia disegnare non implica un bel niente). Più di una volta ci capita di trovare qualche informazione in più su di lei, ma nelle situazioni meno appropriate.
Jace, altro personaggio importante, è uno stereotipo di darkettone con un incredibile complesso di superiorità e che ci viene presentato come "divertente" e "ironico".
Di Simon abbiamo capito che è un essere ridicolo e soprattutto innamorato di Clary.
Del buon Alec sappiamo che è gay e innamorato pazzo di Jace (No, Jace ovviamente non lo prende manco in considerazione).
Poi c'è Isabelle: l'oggetto delle invidie più feroci della protagonista. Sappiamo solo che è una gnocca da paura.
In tutta questa brodaglia abbiamo un paio di triangoli amorosi che a stento si reggono in piedi e un cattivone di nome Valentine compie i suoi loschi affari.

Un po' mi piange il cuore a considerare così male un libro di tanto successo.
Sono convinta, come ho già detto, che nel libro ci sia una bona inventiva, ma è andata assolutamente sprecata. Ho avuto l'impressione leggendo questo libro ed altri del genere che gli autori che si rivolgono ai teenager sono sostanzialmente pigri. Sarebbe bastata un po' più di pazienza, di perfezionismo per rendere questo libro appena più piacevole

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