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Shadowhunters. Città di ossa
 
Shadowhunters. Città di ossa 2013-09-19 20:51:37 Vivix
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Vivix Opinione inserita da Vivix    19 Settembre, 2013
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Nonostante tutto, rapisce

Anche se questo libro è uscito vari anni fa, l’ho comprato soltanto adesso perché vedendo il film mi sono incuriosita. Il lato negativo di quando leggi una storia dopo aver visto il lungometraggio però, è che sai già come vanno le cose perciò addio all’effetto sorpresa (che nel finale è stato usato moltissimo). Per quanto riguarda il volume, mi è piaciuto ma ci sono aspetti che mi hanno deluso un po’. Primo tra tutti, la mancanza di un approfondimento psicologico della protagonista: avevo notato lo stesso nel film, ma avevo pensato che fosse stata colpa del regista, il quale ;invece, ha seguito molto fedelmente il libro, purtroppo, anche in questo aspetto. Clary ha un carattere piuttosto definito, così come gli altri personaggi principali, tuttavia la Clare avrebbe potuto anche inserire un pensiero ed un’emozione qua e là. Ad esempio, la ragazza accetta tutta la storia dei Cacciatori e del Mondo Invisibile come se niente fosse e si dimentica perfino del suo migliore amico che aveva abbandonato in caffetteria! L’improvviso incontro con un Divoratore la preoccupa poco e niente, così come l’idea di presentarsi davanti alla Fratellanza(uomini senza occhi e con la bocca cucita che fanno paura perfino ai Cacciatori più esperti). Ancora, quando Simon finalmente arriva all’Istituto, Clary permette a Jace di cacciarlo come se niente fosse. Tutte queste scene avrebbero dovuto essere giustificate dai pensieri e sentimenti della protagonista. Positivo; invece, è che il carattere, non solo di Clary e Jace ma anche di personaggi minori come Alec e Isabelle, non muta durante la vicenda, resta fedele a se stesso. Nonostante ciò, permangono comunque reazioni non ben chiare. Per esempio, non si capisce bene se Clary ed Isabelle si odino oppure no: per mezzo libro le due a volte si vorrebbero uccidere a vicenda e altre volte sono così amiche da prestarsi i vestiti. Per quanto riguarda il triangolo amoroso, è lampante che l’autrice preferisce Jace, -che riempie di qualità positive, dalla bellezza fisica, alla bravura con le armi- perciò diventa chiaro anche quale sarà la scelta finale della protagonista. Il povero Simon, infatti, viene trattato come uno zerbino dalla ragazzina e, come se non bastasse, l’autrice non fa altro che ridicolizzarlo trasformandolo ora in un topo(nel vero senso della parola), ora facendogli fare la figura dell’imbecille. Per quanto riguarda la storia in sé per sé, nonostante tutto, riesce a prendere il lettore. Ho apprezzato molto la creazione di un universo che unisse le più svariate storie sugli esseri soprannaturali: si va da angeli e demoni, a fate e folletti, fino ad arrivare a streghe e sirene. Un aspetto che mi ha davvero sorpresa riguarda la scrittura. Dal momento che vengono usati vocaboli non troppo comuni, ci si aspetterebbe un buon livello, invece ci si ritrova di fronte a pagine e pagine di punteggiatura e possessivi sbagliati, uso indiscriminato della congiunzione “e” e ripetizioni di nomi, anche una riga dietro l’altra!Questo però, potrebbe anche essere dovuto al traduttore e all’editor che hanno curato il volume. Invece, è dovuto sicuramente all’autrice il fatto che spesso non si capisce bene chi parla o a chi si riferisca. Addirittura spuntano improvvisamente ascensori, reti metalliche, dopo descrizioni nelle quali erano assenti, ed il lettore si ritrova a chiedersi da dove escano fuori. Nonostante questo, nel complesso la lettura non infastidisce (ci si fa l’abitudine) e la narrazione scorre veloce e leggera, soprattutto grazie all’ironia e alle battute spiritose che si susseguono in tutto il libro. Mi ha davvero deluso; invece, il momento del primo bacio tra Clary e Jace: dopo un periodo chilometrico la Clare vi pone alla fine “e la baciò” o qualcosa del genere: se non avessi già saputo cosa stava per accadere, nemmeno c’avrei fatto caso. Infine, un’ultima critica: battute e situazioni palesemente copiate da altri libri o telefilm, in particolare da The Vampire Diaries, Twilight ed Harry Potter. Ad esempio la parte in cui Jace suona il pianoforte. Adesso ditemi, a quanti scrittori verrebbe in mente di far suonare il paino ad un Cacciatore di demoni che ostenta la propria insensibilità, se Edward non avesse avuto tutto quel successo. Oppure quanti di loro avrebbero pensato di spendere dialoghi sul sesso e gli “ehi” se il Diario del Vampiro non avesse già aperto la strada. La Clare ha evidentemente tratto ispirazione anche da Harry Potter: come nell’universo della Rowlig troviamo portali, luoghi invisibili alle persone comuni, bar per le creature magiche, un grande castello che fa da casa-scuola e ragazzini divenuti famosissimi. Per quanto riguarda il finale è un vero colpo di scena, anche se io, ovviamente, ne ero già a conoscenza. L’epilogo, invece, mi ha deluso un po’: praticamente è tutto rose e fiori e quasi non si accenna alla grande rivelazione delle pagine precedenti.

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