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Silver. L'ultimo segreto
 
Silver. L'ultimo segreto 2020-06-24 07:38:18 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    24 Giugno, 2020
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Misteri irrisolti e finale al glucosio

"L'ultimo segreto" conclude la Trilogia dei sogni di Kerstin Gier, donandoci grasse risate (in senso buono, però) ed un lieto fine forse un po' troppo melenso.
Dopo le avventure natalizie di "La porta di Liv", seguiamo la protagonista durante i mesi primaverili dove il suo problema maggiore è rappresentato dallo spietato Arthur, che già aveva minacciato lei e la sorella minore Mia; ad aggiungere problemi in un quadro già denso di eventi sono il ritorno della folle Anabel, il prossimo matrimonio tra la madre di Liv Ann e il suo compagno Ernest, nonché una bugia che potrebbe incrinare la storia della nostra eroina con Henry. A mio avviso le sottotrame potevano essere ridotte (tenete conto che ho nominato solo le principali) perché alcune vanno solo ad inserire dei passaggi inconcludenti ai fini della trama e purtroppo dimenticabili; il tono sempre ironico dell'autrice salva la narrazione impendendo al lettore di cedere alla noia, ma ciò non toglie che alcune scene sembrino repliche di se stesse e la trama principale tardi molto a prendere il via.
Pur fornendo una riposta a tutti i misteri sparsi nella serie, il finale pecca di scontatezza e anche di ingenuità (cosa ci garantisce che Arthur non tenterà vie ben più concrete per scappare dalla sua prigione onirica?), oltre a mostrarci un improvviso rincretinimento della stessa Liv, atto a dare lustro alla rivalsa di altri personaggi.
Come negli altri capitoli, continuo ad apprezzare l'inventiva dell'autrice nell'ampliare sempre più il mondo dei sogni ed i poteri che rende possibile usare; allo stesso modo, premio la buona evoluzione nei rapporti interpersonali, soprattutto nelle amicizie femminili di Liv che danno un messaggio positivo per il target di riferimento.


Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i cinque motivi per i quali consiglio questa serie e i cinque per i quali invece lo sconsiglio.

PRO

1. OLIVIA "LIV" SILVER
Mi rendo conto che non dovrei far solo dei confronti, ma una delle prime cose ad avermi colpita in questa serie è il modo in cui si stacca dalla maggior parte dei cliché che trovo fastidiosi nel target YA. Uno di questi è la protagonista femminile goffa ed ingenua che cade costantemente (sia dalle nuvole per la sua tontaggine, sia in senso letterale); per fortuna, Liv non è affatto così.
Quando si trova per le mani un mistero mette in moto il cervello e cerca di trovare la soluzione, tanto da capire ben presto tutti i meccanismi della dimensione onirica, inoltre preferisce risolvere i problemi con un dialogo onesto

«[...] dopotutto avevo di meglio da fare che starmene qui come una scema ad aspettarlo. Per esempio, potevo decidermi a parlare con lui.»

piuttosto che tediare i lettori con pagine e pagine di turbe mentali. In più occasioni dimostra coraggio e determinazione, non si lascia scoraggiare tanto facilmente e diventa in poco tempo uno dei personaggi più abili a sfruttare i poteri del mondo dei sogni.

«Più mi disperavo, meno pericolosa diventavo per lui. C'era quasi riuscito. Stavo sprecando le mie energie crogiolandomi nell'autocommiserazione mentre restavo appesa impotente al muro. Invece dipendeva soltanto da me.»

Grazie alla sagacia di Liv, l'autrice riesce anche a ridicolizzare alcuni dei luoghi comuni più frequenti dei romanzi per ragazzi. A chi di noi non è capitato di leggere di un personaggio perdonato per le sue azioni solo in virtù di un passato tragico e tormentato?

«Dove saremmo finiti se chiunque avesse subito una'amara delusione si fosse trasformato automaticamente in un criminale?»

In un altra scena Liv vede una ragazza che ha cambiato drasticamente il suo abbigliamento e ci delizia con questa perla:

«Mi voleva far credere che infilandosi quell'indecente minigonna si era trasformata da maestrina a regina delle feste?»

in effetti, non di rado abbiamo protagoniste descritte come bruttine o sciape che, tolto l'apparecchio ai denti e il maglione infeltrito, diventano improvvisamente delle modelle.

2. GOOD BOYS
Altro cliché che questa serie scardina (mi rendo conto di essere ripetitiva, ma trovando questi difetti in tanti altri titoli, quando ho di fronte un libro che va oltre e propone dei modelli positivi sono quasi commossa) è quello dei cattivi ragazzi.
Spesso troviamo protagoniste femminili innamorate perse dei cosiddetti "bad boys", nonostante questi le umilino o addirittura le picchino. Lasciando da parte Arthur -che in fin dei conti è l'antagonista- i ragazzi in questa serie sono interessanti e ben scritti pur essendo a conti fatti buoni: nessuno si sente in diritto di maltrattare le ragazze o di mostrare una mascolinità tossica. Pur nei toni concessi dal target YA, si cerca anche di insegnare ai lettori come l'oggettificazione sia sbagliata.

«"Non le [a Liv] farai bere niente di alcolico e non la utilizzerai come un oggetto per ingelosire Madison. Tra l'altro..."»

La parte migliore è che questo non rende i ragazzi melensi: proprio questo mi aveva reso detestabile il protagonista maschile della duologia The Book of Ivy, mentre Henry e Grayson conservano la loro dignità senza dover gonfiare i muscoli come dei pavoni palestrati.

3. SISTEMA MAGICO
Sin dai primi capitoli di "Silver" ho trovato molto originale e ricco di dettagli il sistema magico ideato dalla Gier, che riesce anche nel difficile compito di mantenersi fedele a quanto stabilito nei volumi precedenti.
Il mondo onirico offre possibilità illimitate ad una mente creativa, inoltre sia i buoni sia i cattivi sfruttato i sogni altrui per ottenere delle informazioni riservate.

«"Potrebbe darsi che anche altri si interessino ai tuoi sogni. Sono il posto migliore per conoscere una persona, per scoprire tutte le sue debolezze e i suoi segreti."»

Ne "La porta di Liv" iniziamo anche a vedere come il sistema magico vada pian piano ad espandersi e arricchirsi; un esempio sono le porte dei sogni che cambiano aspetto:

«Collegavo i cambiamenti nella porta a quelli avvenuti in me. Avevo osservato lo stesso fenomeno anche in altre porte di questo labirinto. [...] Ero convinta che dipendesse dallo stato d'animo del proprietario.»

ma anche il controllo delle persone mentre stanno dormendo o il condizionamento perché svolgano determinate azioni a comando. Tutte idee originali e brillanti, che riescono a mantenere viva la curiosità del lettore mentre prosegue nei vari volumi.

4. ADOLESCENZA
Torniamo ancora allo scardinamento dei cliché YA, in particolare pensando agli autori (generalmente adulti) che scordano quale sia il loro target di riferimento, inserendo dei contenuti poco adatti o addirittura dannosi. La Gier non fa parte di questo gruppo, e riesce ad analizzare con buon senso vari problemi tipici dell'adolescenza, come lo stress causato da un trasloco in una nuova casa:

«Questo era il nostro sesto trasloco in otto anni, vale a dire: sei paesi diversi in quattro continenti diversi, sei volte una nuova scuola, sei volte nuove amicizie e sei volte nuovi addii.»

Altro disagio che la nostra protagonista deve affrontare è la convivenza con Ernest e la sua famiglia; se pensiamo alla freddezza di Florence e della Beocra non è difficile immaginare come si sia sentita fuori posto, quasi indesiderata.

«[...] per quanto la città mi piacesse molto e per la prima volta da tanti anni avessi a disposizione una grande camera accogliente, mi sentivo sempre un po' come un'ospite.»

Questi sono solo un paio di esempi: l'autrice riesce ad immedesimarsi davvero nelle difficoltà dei teenager, e fornisce delle soluzioni sempre condivisibili e di buon senso.

5. UMORISMO
Questo è forse un aspetto più soggettivo, ma per quanto mi riguarda questa serie ha saputo strapparmi ben più di un sorriso, tanto che in alcune scene mi stavo letteralmente sganasciando.
Ovviamente questo non è successo sempre, però voglio riportare qui un paio di esempi (comprensibili anche fuori dal contesto della storia), così potete valutare da voi se questo tipo di umorismo caustico fa al caso vostro:

«"Potrebbe anche trattarsi del mio sangue: del resto io ho deluso il dominatore piumato della notte più di voi tutti messi insieme."
Giusto. Non era riuscita a tagliarmi la gola.»

«"Allora dovresti lasciar perdere per sempre le donne e dedicarti al golf e al tuo studio."
"Proprio così" confermò Mia. "Potresti sfogare benissimo il tuo sadismo senza spezzare il cuore a nessuno."»

CONTRO

1. TITTLE-TATTLE BLOG
In alcuni brevi capitoli a parte l'autrice inserisce i post di un blog amatoriale dove si parla -anche in modo dettagliato- della vita di tutti i personaggi collegati alla Frognal Academy, ossia la scuola d'élite frequentata dalla protagonista e dai suoi fratelli.

«Lo stile e il contenuto mi ricordavano un po' le riviste illustrate che mi piaceva sfogliare [...], con la differenza che qui non si parlava di celebrità, attori e nobiltà europea, bensì di studenti e professori della Frognal Academy e delle loro famiglie.»

Il primo elemento ad avermi infastidito è stato il ricorso al body shaming come espediente comico. Lo vediamo in particolare quando si parla della studentessa Hazel Pritchard,

«Avete visto Hazel-rullo-compressore-Pritchard?
Irriconoscibile, vero? Tredici chili e mezzo di ciccia spariti.»

ma anche nel (ben più grave) caso della nuova docente di francese introdotta ne "L'ultimo segreto":

«Se mai dovesse salire su un banco, sarebbe la fine del banco. [...] un genitore che chiama la sua paffuta bambina Fatima Fatsourakis non ha pensato seriamente alle conseguenze, giusto?»

In alcuni casi Secrecy, la misteriosa blogger dietro questi post, arriva ad indagare in modo estremamente indiscreto la vita intima di studenti ed insegnanti,

«[...] da quando è tornata da Lanzarote, Mrs Lawrence vomita tutti i giorni. Inoltre è stata vista in farmacia mentre acquistava preparativi a base di acido folico: congratulazioni per la gravidanza e presumiamo che Mrs Lawrence diventerà ben presto Mrs Vanhager.»

e più che trovarlo irritante, reputo questo uno degli aspetti meno verosimili della serie perché nessuno (ragazzi, docenti, genitori spesso molto abbienti) fa nulla di concreto per fermare il blog.
Non so come funzioni a Londra, ma dalle mie parti una denuncia alla polizia postale era la prima cosa da fare, altro che contattare un esperto di informatica, cara preside Cook!

2. BELLI, RICCHI E DANNATI
Un altro elemento a cui si fatica a credere riguarda i personaggi, in particolare i giovani studenti. In generale questa serie presenta delle situazioni molto sopra le righe; ad esempio prendiamo questo passaggio che riguarda un atleta della scuola "avversaria":

«[...] su Internet era spuntato persino un forum chiamato "Odiamo Theo Ellis", dove venivano premiati i cori più originali tipo "Theo puzzone cambiati il maglione" o "Theodore Ellis capitano cagasotto".»

Questa tendenza all'esagerazione tocca i suoi vertici quanto si tratta di descrivere l'avvenenza fisica dei personaggi maschili, che spesso vediamo fare stragi metaforiche di cuori e letterali di cervelli.

«[...] era nato un fan club ufficiale con un sito Internet e figurine collezionabili da stampare. Sicuramente Persefone si era già iscritta in segreto.
Quel giorno avevo visto Arthur solo una volta, circondato da uno stuolo di ragazze che volevano da lui un autografo per le loro figurine.»

Ovviamente lo stile della Gier ci porta a ridere in questi momenti, anche perché è difficile prendere sul serio un personaggio che viene descritto così:

«[Jasper] Era ancora identico spiccicato al Ken di Barbie nella versione look-con-barba [...].»

Un'altra caratteristica rimarcata di frequente è la spropositata ricchezza dei ragazzi (o meglio, delle loro famiglie), tanto da non tenere in considerazione il valore di ciò che possiedono.

«"Lo Château Margaux del 1972, che voi tutti qui presenti vi state scolando, in Internet viene venduto a 400 sterline la bottiglia."»

Non intendo fare la perbenista, ma non è educativo minimizzare a tal punto il valore del denaro in una storia rivolta ad un pubblico anche molto giovane.

3. '800 VIBES
Questa credo sia una caratteristica ricorrente dell'autrice, che probabilmente ha una passione per l'Ottocento ma si ostina ad ambientare le sue storie nel presente. Come ovviare a questo problema? basta inserire abiti, arredi e (ben più grave) concetti degni del diciannovesimo secolo.

«"Lottie finalmente potrebbe conoscere un uomo, sistemarsi e avere dei figli suoi."
[...]
"Questa sì che è una splendida idea" disse Mia con occhi luccicanti. "Se vogliamo che Lottie sia felice, basterà trovarle un uomo."»

Ammetto che questo aspetto cede spazio con il proseguire della storia, ma anche ne "L'ultimo segreto" abbiamo il soggiorno di Mrs Honeycutt che dovrebbe risultare elegante e alla fine sembra solo angosciante... non a caso compare pure un assassino!

4. FANFICTION?
Qui parlo in particolare del primo libro, poi non ho più notato questa particolarità. In "Silver" vengono introdotti quasi tutti i personaggi principali e le loro descrizioni rasentano a tratti il livello di alcune infime fanfiction; ad esempio vediamo due estratti in cui la Gier descrive gli occhi di Grayson:

«La cosa più bella erano gli occhi, che in questa luce soffusa avevano il colore delle CARAMELLE MOU.»

«Grayson perse la sua ultima chance di fuga, fulminandomi con i suoi occhi color CARAMELLO.»

I capelli di Henry non solo da meno, tanto che vengono tratteggiati con questa metafora:

«Nemmeno Henry, i cui capelli là in fondo al sole adesso brillavano come LIQUIDO MIELE DORATO.»

Più che essere infastidita, queste descrizioni mi hanno fatta ridere ed alzare gli occhi al cielo perché sembrano uscite paro paro da una vecchia fanfic dramione. E dico vecchia perché da anni non bazzico nel settore, quindi non so se nel frattempo la situazione sia migliorata.

5. EDIZIONE
E in ultimo non potevo che lagnarmi anche delle edizioni italiane ad opera di Corbaccio, per due motivi specifici.
Il primo riguarda i titoli. Anche in originale era facile confondersi perché cambia soltanto il numero del volume (erste, zweite e dritte), ma almeno le cover molto diverse tra loro aiutano a non confondersi; in Italia abbiamo tre copertine estremamente simili, inoltre la casa editrice ha avuto la geniale idea di cambiare il titolo del primo libro tra un'edizione e l'altra. Nel dettaglio: la mia "vecchia" edizione ha solo "Silver" come titolo, mentre in quella più recente è stato aggiunto il sottotitolo (se così possiamo definirlo) "Il libro dei sogni", forse nella speranza che qualche lettore distratto compri due volte lo stesso libro per sbaglio.
La mia seconda lamentela riguarda le copertine, anche in questo caso trasformate per magia nella nuova edizione pubblicata dal 2014 in poi e tutt'ora disponibile (mentre i vecchi volumi sono fuori catalogo). Le nuove cover hanno infatti cambiato il tono generale dell'illustrazione, eliminando il verde smeraldo in favore di una banale sfumatura grigia, ma ancor peggio hanno cancellato le porte che la modella di spalle sembrava in procinto di attraversare.
Ora, sia tutti concordi che in nessuno dei due casi il libro viene rappresentato in modo fedele, ma togliere la porta -solo elemento davvero attinente al mondo onirico della storia- mi sembra davvero un'infelice scelta editoriale.

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