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Shadowhunters. L'angelo
 
Shadowhunters. L'angelo 2022-05-11 09:42:59 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    11 Mag, 2022
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Un libro decisamente ruffiano

Dopo aver completato la lettura di "Città di vetro", ho deciso di mettere per un po' in pausa la serie The Mortal Instruments ed iniziare la trilogia prequel, perché viene consigliato un po' dappertutto di seguire l'ordine di pubblicazione dei romanzi. Quindi eccoci a parlare de "L'angelo", primo capitolo di The Infernal Devices, che sposta l'azione dalla New York dei giorni nostri alla Londra di fine Ottocento. E, se non avete letto nulla nell'universo narrativo Shadowhunters, non preoccupatevi! c'è una nuova protagonista ignara di tutto e pertanto pronta ad essere istruita sul sistema magico assieme a voi.
La trama inizia con l'arrivo in città della giovane Theresa "Tessa" Gray, che dovrebbe trasferirsi dal fratello Nathaniel "Nate" ma finisce tra le grinfie delle cosiddette Sorelle Oscure; nella loro dimora, Tessa scoprirà di avere un potere unico e questo la porterà poi ad incrociare la strada dei Cacciatori dell'Istituto locale. Una volta tanto mi trovo d'accordo con la maggioranza: questo romanzo risulta molto più solido ed accattivante della saga originale; in parte perché la vicenda è (almeno per me) meno conosciuta, ma anche per la scelta di non limitarsi al lato fantasy o avventuroso ed includere anche una buona componente mystery. A non convincermi troppo è stato invece il finale, che tronca la narrazione senza preoccuparsi di rendere il tutto verosimile (se l'attacco dei cattivi deve finire finirà, a prescindere da quanto fossero in vantaggio fino ad un secondo prima!) lasciando molti quesiti in sospeso per i seguiti.
Anche con i personaggi abbiamo alti e bassi, ma soprattutto occhi che rollano perché la cara Cassandra ha ben pensato di risparmiarsi della fatica inutile e riciclare i caratteri dei protagonisti di TMI per questa serie, e questo non solo mi ha irritato come lettrice ma penso renda difficile affezionarsi ai nuovi personaggi. Per quanto riguarda l'immancabile trio (leggasi, triangolo) è tanto se me ne va a genio uno su tre: Tessa è leggermente più sopportabile di Clary ma mi fa innervosire quanto poco si preoccupi concretamente del suo futuro, Will è una copia leggermente più divertente di Jace e in quanto tale spazia dalla strafottenza all'ira immotivata, Jem ricorda più Alec che Simon e tra i tre è il mio preferito, ma per ora non ha avuto molto spazio.
Nonostante i tentativi di portare l'attenzione maggiormente sul rapporto familiare tra i Cacciatori, la componente romantica non può mancare e, pur non detestando le varie coppie, ho trovato queste scene molto forzate all'interno della storia. Si ha ogni volta l'impressione che l'autrice blocchi la narrazione per inserire dei momenti di confidenze fuori luogo; inoltre, alla base di tutto c'è soltanto il desiderio di Tessa di sentirsi amata (motivo per cui le è indifferente chi la corteggi) ed essere circondata da relazioni felici, ed ecco perché cerca di accasare a forza i vari personaggi.
Lo stile di Clare in questo libro è una versione edulcorata del suo solito, con qualche battuta trashotta in meno forse per adeguarsi al contesto; non mancano però le frasi innaturalmente sofisticate, specialmente da parte di Will. C'è da dire che, per l'ambientazione, l'autrice ha fatto parecchie ricerche sul fronte degli autori e dell'abbigliamento, mentre si nota molta meno cura nel rendere verosimile per l'epoca il comportamento dei personaggi. La Londra di Tessa & Co è arricchita anche da vari elementi simil steampunk che ho trovato carini perché rendono l'atmosfera un po' particolare.
Ma veniamo all'aspetto più fastidioso di questa lettura, ossia il suo essere sfacciatamente ruffiana, ma soprattutto il suo esserlo male! Mi spiego meglio: il libro è pieno di riferimenti letterari che dovrebbero spingere il lettore ad affezionarsi a dei personaggi bibliofili come lui, oltre a farli sembrare colti; la cara Cassandra però dimentica che i titoli citati all'epoca erano considerati romanzetti d'intrattenimento, non certo alta letteratura. Trovo inoltre semplicemente ridicolo che i protagonisti riescano a citare lunghi estratti a memoria.
A dispetto di questa sviolinata sull'amore per i libri, "L'angelo" è per me il miglior libro nell'universo narrativo Shadowhunters, tra quelli letti finora, e sono curiosa di proseguire con questa serie, anche se prima farò un salto nel futuro per iniziare la cosiddetta "seconda trilogia" di TMI.

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