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Shadowhunters. Città degli angeli caduti
 
Shadowhunters. Città degli angeli caduti 2022-06-20 08:48:07 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.0
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    20 Giugno, 2022
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Per fortuna ci sono i sedicenni...

Aver lasciato passare due mesi dalla lettura di "Città di vetro" non è stata l'idea del secolo, perché ho finito per scordare serenamente buona parte delle sottotrame di The Mortal Instruments. Per fortuna la cara Cassandra già nel lontano 2011 aveva previsto questo mio errore, e per ovviare ha ben pensato di includere degli utili -ma forse un po' tediosi- spiegoni riassuntivi nei primi capitoli di "Città degli angeli caduti". Con tutte le informazioni necessarie bene a mente, possiamo quindi procedere in questa cosiddetta seconda trilogia.
La trama è quello che potremmo definire gergalmente un mappazzone: Clare alterna con il suo solito ritmo frenetico scene del tutto scollegate tra loro, assicurandoci però che le fila di tutto sono mosse da un unico villain; il risultato è l'effetto "Calice-di-fuoco", per cui abbiamo un piano orchestrato in modo tanto cervellotico quanto inutile a conti fatti. Di base vediamo Clary alle prese con l'onnipresente (ma ancora non diagnosticato) bipolarismo di Jace che la vuole, ma non la merita, ma la vuole comunque, ma poi la molla, ma invece no; dall'altro lato troviamo Simon che si deve baracamenare tra una sequela di personaggi interessati a lui, chi per i suoi poteri di vampiro Diurno chi per motivi sentimentali. Sullo sfondo troviamo l'imminente matrimonio tra Jocelyn e Luke, gli inutili bisticci tra Alec e Magnus e una parentesi dedicata al passato di Maia che andrebbe anche a toccare temi importanti, ma viene risolta con troppa facilità.
A conti fatti i personaggi non fanno altro che correre in giro per New York, combinando ben poco e non comunicando tra loro le informazioni necessarie; e ovviamente sto parlando degli adolescenti perché in questa storia i personaggi adulti hanno la stessa utilità di un paracadute di ferro. Tra l'altro, basandosi sul plot twist principale, molti degli avvenimenti precedenti risultano del tutto insensati, come la storia del bambino abbandonato. Anche il sistema magico vive in mera funzione della trama, motivo per cui vengono introdotte nuove regole spesso in netta contraddizione con quanto visto nei volumi precedenti.
Nonostante questi difetti, in parte per il ritorno a New York -una location che Clare riesce a rendere molto bene- e in parte perché ormai ho fatto il callo all'umorismo della cara Cassandra (come anche alla sua narrazione caotica che trasforma tre giorni in un'epopea di un mese minimo), "Città degli angeli caduti" mi ha saputo intrattenere e divertire, e non solo per merito di biglietti da visita demoniaci o quartetti d'archi di lupi mannari.
I personaggi sono forse l'elemento più memorabile di questa storia in senso positivo, a parte Jace che penso detesterò a vita, con il suo atroce modo di parlare artefatto. Clary ha qualche sprazzo di lucidità e buonsenso, nonostante continui a fare scelte impulsive molto stupide, ma chi mi ha veramente colpito è Simon: chiudendo un occhio sui doppi appuntamenti, troviamo un personaggio non solo finalmente centrale nella storia ma anche protagonista di alcuni tra i dialoghi più ben scritti del libro; a questo si aggiunga che ho adorato le sue interazioni con Jace ed il loro rapporto di nemici-amici. Per quanto riguarda i personaggi secondari, ho scoperto un inaspettata simpatia verso Isabelle, che pian piano sta dimostrando un carattere vero, al di là dello stereotipo della tipa-tosta.
In definitiva, è stata una lettura genuinamente divertente ma ho l'impressione che questa serie potesse dirsi conclusa già al terzo volume: l'autrice sta chiaramente ripescando idee già sfruttate e cambiando le sue stesse regole magiche per allungare la saga. Buon per (il taccuino di) lei, malino per noi lettori.

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