Lettera di una sconosciuta Lettera di una sconosciuta

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    15 Luglio, 2020
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Un amore puro e insensato

Un racconto struggente.
Nelle poche pagine di cui è composto questo libro, l'aspetto che più mi ha colpito è lo stile dell'autore: preciso, efficace, scorrevole; sebbene aiutato da una narrazione fatta in prima persona per mezzo di una missiva. Si, perché il novantanove per cento del racconto è per l'appunto occupato dalla lettera della sconosciuta citata nel titolo: una lettera indirizzata all' uomo che ama fin da quando è una bambina, ma che non si è mai praticamente mai davvero accorto di lei. La donna ha appena perso il suo bambino, e prima di congedarsi dal mondo decide di esternare quel sentimento per il quale si è consumata senza mai riuscire a rivelarlo, se non in punto di morte.
Saremo dunque spettatori dello struggimento della sconosciuta per quest'uomo che, in fondo, per meritarselo non ha fatto nulla. L’amore di lei è inspiegabile, unilaterale, eppure la consuma e monopolizza la sua vita fino ad annichilirla, e pur non comprendendo i motivi che stanno alla sua fonte, è impossibile restare indifferenti a un tale sentimento.
Per quanto a tratti inverosimile, secondo me “Lettera di una sconosciuta" è davvero un bel racconto. Perché? Perché riesce ad emozionare, a farci entrare in empatia con questa donna e, pur non condividendone le azioni e i pensieri, si finisce per ammirarne l'abnegazione e la tenerezza, la purezza del suo sentimento.
La narrativa non deve essere verosimile sempre e comunque. Se il racconto arriva al lettore, questo aspetto può passare in secondo piano. E "Lettera di una sconosciuta" arriva; magari non travolge, ma colpisce.

“Ma io, ragazza di allora, non potevo immaginare che tu mi avessi dimenticata: essendo tu il centro dei miei pensieri, avevo infatti finito per illudermi che anche tu, e di frequente, pensassi a me e mi aspettassi; come avrei anche solo potuto respirare, se avessi avuto la certezza di non essere nulla per te, e che il mio ricordo non ti sfiorava mai, nemmeno vagamente!”

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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    14 Marzo, 2019
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Inverosimilmente

Un romanziere di 41 anni riceve una lunghissima lettera che inizia con : "A te che non mi hai mai conosciuta". E prosegue: "Ieri il mio bambino è morto" ; "ora ho solo te al mondo, solo te che di me non sai nulla", "tu che non mi hai mai conosciuto e che ho sempre amato" .

Si tratta di un romanzo breve, anzi (e per fortuna) brevissimo, quasi interamente occupato dalla lettera femminile : uno sfogo sulla spinta di una condizione emotiva disperata e quasi delirante. Questa è forse l'unica motivazione per una prosa 'sopra le righe' , traboccante di enfasi convenzionale, con sospiri e 'confessioni' in una dimensione che alcuni presumono 'molto femminile' . L'uomo in questione, sia chiaro, ne esce molto male.
Qui lo scrittore maschio, calatosi nel punto di vista di un personaggio di donna, mi pare abbia esagerato rischiando di renderla caricaturale. Una scrittura pertanto, unita ad uno sviluppo alquanto prevedibile e poco verosimile, che mi ha reso la lettura gravosa e noiosissima. Per me, un romanzetto 'rosa' , assai simile a "Una scrittura femminile azzurro pallido" di Werfel, lezioso già fin dal titolo.

Questa donna "sconosciuta" della "Lettera" mi è parsa una sorellina di altri sventurati personaggi letterari femminili, come Madame Bovary o Anna Karenina, donne che confondono la passione con l'amore, prese in un vortice negativo che le conduce ai peggiori epiloghi.

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siti Opinione inserita da siti    25 Febbraio, 2017
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Amor absolutus

Il giorno del suo quarantunesimo compleanno il famoso romanziere R. fa i conti con la sua vita, con il suo essere, con la sua anima. Lo mette di fronte alla sua essenza una lettera che gli giunge da una sconosciuta, probabilmente morta nel frattempo e che gli confessa dapprima la morte del suo figlioletto, il suo incondizionato amore provato per lui fin da quando era una bimba- sua vicina di casa-, e il presagio della sua imminente morte.

La missiva si apre con la confessione del grande dolore e del lutto di una mamma, sono pagine bellissime e strazianti che fanno pregustare un’ottima lettura. Successivamente si ripercorre la cronistoria di questo amore atipico poiché privo della necessaria corrispondenza utile ad alimentarlo; sono pagine utili a delineare una possibilità tra le tante per alimentare il sacro sentimento, una possibilità che sfocia però in comportamenti assurdi, in silenzi, in ostinazione e nevrosi . Un amore alimentato dall’atto dello spiare, dall’idealizzazione dapprima della persona amata e poi dalla sua accettazione completa; peccato che manchi ciò su cui si fondano i rapporti amorosi: la conoscenza, la convivenza, il reciproco impegno. Ecco, questa è la rappresentazione di un amore absolutus, sciolto in prima istanza proprio dai legami di frequentazione, di imposizione, di accoglienza e di accomodamento che lo rendono realizzabile. È un amore ideale, monco della sua controparte, impossibile dunque. Eppure si è realizzato.

La lettura scorre veloce, l’impatto iniziale va via scemando, rimane tra le righe impreziosite da una prosa cristallina e incisiva, l’anima di una donna impossibile da capire, e alla fine l’esito prodotto dalla sua rivelazione.

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Belmi Opinione inserita da Belmi    14 Ottobre, 2016
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La confessione di una donna

“L’indomani all’imbrunire ero di nuovo in umile attesa davanti alle tue finestre, in attesa, come lo sono sempre stata per l’intera mia esistenza, davanti alla tua vita che mi era preclusa”.

Una donna, ormai vicina alla fine, decide di raccontare la sua vita in una lettera e spedirla all’uomo che ha sempre amato ma da cui non è mai stata riconosciuta, da qui il titolo del libro.

La bellezza di scrivere una lettera è quello di non poter mai venire interrotti e di sentirsi liberi di raccontare quello che in tutta una vita non siamo riusciti a dire.

Quello che ho particolarmente apprezzato nella scelta di Zweig è quello di presentarci una donna profondamente immersa in un amore a senso unico ma comunque lucida e consapevole dei difetti dell’uomo dei suoi sogni. Nelle sue parole si può percepire quest’amore così profondo, e visto la fine, anche deleterio, ma che comunque ha sempre guardato in faccia la realtà pur sperando sempre in altro.

Impossibile non pensare allo stato d’animo in cui la protagonista ha scritto questa lettera e non da sottovalutare, anche le conseguenze di chi si è ritrovato fra le mani una confessione del genere e non può più porre rimedio ai proprio errori. Straziante in entrambi i casi.

Per chi avesse trovato questa lettura piacevole, com’è successo a me, posso consigliare anche la visione del film “Lettera da una sconosciuta” del 1948. Il film è in bianco e nero e il nostro scrittore è diventato un musicista e con l’eccezione di alcune modifiche, (visto il periodo della pellicola, sono state modificate alcune parti rendendo un pò più "nobile" la nostra protagonista, e un inizio e un finale che rendono il protagonista maschile degno di “onore”), si attiene molto alla trama. Quello che manca è la scena per me definita “madre” ovvero quando lui le mette i soldi in mano (per chi ha letto il libro, sa bene di cosa parlo).

Non posso fare a meno di consigliarlo, lo stile è molto elegante e la lettura scorre veloce e bastano poche ore per terminarlo.

Buona lettura!

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    26 Settembre, 2016
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Le rose bianche

Storia dell'ossessione d'amore di una ragazzina per uno scrittore suo vicino di casa che, stranamente, continua per tutta la vita rendendo la ragazza schiava di un uomo che mai una volta incontrandola la riconoscerà. Il racconto procede abbastanza monocorde sull'amore di lei e sulla leggerezza/smemoratezza di lui. L''immagine delle rose bianche che lui regala a lei dopo un fuggevole incontro e che da allora lei regala a lui ogni anno per il compleanno è molto bella e toccante fino a ravvivare il finale infondendo una corrente sotterranea a tutta la storia: vuoto, nostalgia, senso di perdita e di mistero. Il finale è bellissimo.

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lapis Opinione inserita da lapis    03 Settembre, 2016
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L'amore di chi ama al buio

Un uomo riceve una lunga lettera dalla donna che lo ha amato per tutta la vita di un amore appassionato, incondizionato, devoto. Una donna che gli ha dedicato la sua esistenza. Una donna che lui non conosce.

Come in altri suoi scritti, si percepisce l’interesse di questo autore per tematiche psicanalitiche, che lo ha portato ancora una volta a scandagliare l’animo umano e trascinarci, in questo caso, nelle profondità di quell’oscuro sentimento chiamato amore. Con uno stile sobrio ed elegante, senza bisogno di fronzoli o romanticherie, Zweig mette a nudo tutte le emozioni di questo sentimento attraverso la voce di una donna disperata e dilaniata che sente, dopo la morte del figlio, che la sua stessa fine è vicina e decide di raccontarsi per la prima volta all’uomo di cui ha incrociato lo sguardo da bambina e a cui ha consacrato la vita, sfiorandone l’esistenza, senza mai essere riconosciuta.

E’ un amore impossibile, che si è negato ogni possibilità di rivelarsi, accettando il carattere mutevole e spensierato dell’altro senza chiedergli niente, mai, nemmeno una scelta. E’ un amore che ha deciso di essere vissuto nell’illusoria attesa e nell’abnegazione totale, sopportando l’indifferenza, la cecità, addirittura l’umiliazione. E’ un amore che, assurdamente, arrivato alla sua estrema, dolorosa ora, in cui chiede come unico pegno quello di emergere dall’oblio, ancora afferma “E' stato bello, nonostante tutto.”

Ma si può definire amore anche una passione unilaterale, in cui non può esserci condivisione, in cui dare e avere risultano così sbilanciati? O è solo una folle ossessione, una patologica mania? Questi gli interrogativi che si rincorrono in questo bellissimo romanzo epistolare, in cui Zweig parla proprio degli effetti più totalizzanti e autodistruttivi della passione e lo fa con parole struggenti e vibranti, capaci di lacerare il cuore di chi legge in modo profondo, straziante, e allo stesso tempo tenero. Come solo le grandi storie d’amore sono in grado di fare.

Un vero, piccolo gioiello di stile e sentimenti.

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    17 Agosto, 2016
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A te che mai mi hai "riconosciuta"



In "LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA " Zweig ci parla di un amore assoluto, totale, a senso unico e, proprio per questo, altamente doloroso...che sfiora il delirio, l'ossessione, l'autodistruzione.
E lo fa attraverso una lettera misteriosa, malinconica, struggente, ma allo stesso tempo dolcissima...da parte di una donna verso l'uomo che è stato il centro della sua vita, attorno al quale è ruotato tutto il suo essere...eppure quest'uomo non sa chi ella sia.
"A te, che mai mi hai conosciuta..."
Ma forse sarebbe più giusto dire "a te, che mai mi hai "riconosciuta"...infatti il vero dramma, il vero dolore, la vera sofferenza risiede tutta lì, in quel "non esistere" agli occhi di lui, pur essendoci stata...non essere mai riuscita a farsi riconoscere da lui, a lasciare un segno.
Per lui questa donna non è mai esistita...non ne ha memoria...
Quindi a lei non rimane che un modo per diventare reale ai suoi occhi...scrivergli una lettera..."scrivere per esistere", paradossalmente proprio nel momento in cui non esisterà più, continuando a rimanere per sempre...un' eterna sconosciuta.
Immensamente doloroso e immensamente bello.

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irenecarmina Opinione inserita da irenecarmina    26 Novembre, 2014
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"A te, che mai mi hai conosciuta"

Amore . Amore . Amore. Non mi hai riconosciuto eppure ti ho amato con la purezza di una bambina, la passione di una donna e la devozione di una schiava. Amato, amo e amerò. E nell'amore, assoluto totalizzante ed eterno, si declina un'intera esistenza. Quella di chi ha vissuto in te. Poesia. Evanescente. Delicata. Struggente. Da leggere tutto d'un fiato, come le notti bianche.

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Sharma Opinione inserita da Sharma    03 Mag, 2013
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Quando il passato ritorna

Storia alquanto insolita che ha destato in me tenerezza e al contempo tanta rabbia, alla fine ho capito, ma solo immergendomi in un tempo non mio, immedesimandomi e rivivendo in un’altra epoca.
Uno scrittore si siede sulla sua poltrona e inizia a leggere la sua corrispondenza del giorno, mette per ultima una lettera dalla grafia insolita. Adempiuto al suo compito prende la missiva messa da parte e inizia a leggere.
È una donna che confessa dopo molti anni l’amore per lui, un amore sincero e totale, una dedizione esasperante verso il pensiero e l’immagine di quest’uomo. Ora nel giorno della morte del suo piccolo e adorato figlio confessa tutto.
Era una tredicenne con il grembiule quando lo scrittore è apparso nella sua vita e da allora ha continuato con pervicace tenacia a serbare l’amore per un uomo che mai ha saputo dei suoi sentimenti. Negli anni si sono incontrati saltuariamente sono stati insieme, ma mai lui ha riconosciuto prima la ragazzina che abitava di fronte al suo portone e poi la diciottenne che ha incontrato per caso in mezzo alla strada.
Ma lei non si è data per vinta, ha continuato, mandava delle rose bianche ad ogni suo compleanno, per far aleggiare in casa la sua presenza. Mai è stata invadente, mai duranti i pochi incontri galanti e le notti trascorse insieme ha rivelato qualcosa di se stessa e del su grande amore. Mai ha chiesto aiuto o soldi, anche quando era assolutamente necessario e di importanza vitale. Tutto ciò fino a questo momento, ora lui doveva sapere tutta la verità, lei doveva rivelare le sue angosce e le sue gioie, i suoi tormenti, continuare a sviscerare la vita che ha condotto e del perché ha fatto dette scelte. Ora rivelare questo segreto non servirà più ne a lui ne tanto meno a lei, ma questa era la sua volontà. Ha girato pagina con un inizio che ha delineato la fine.
In questo racconto aleggia sempre il colore grigio dello sconforto e della rassegnazione. Avrei voluto fare qualcosa per questa donna ma non potevo fare niente. L’impotenza, la sconfitta.
Altro racconto di Zweig scritto magistralmente.

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charicla Opinione inserita da charicla    11 Febbraio, 2012
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Puramente monotono

Questo racconto cupo e intenso trasuda di autentica passione, poichè narra di un sentimento d'amore ossessivo mai confessato, sino alla prematura scoparsa di quel figlio nato da un casuale incontro amoroso fra i due protagonisti. Un sentimento pressochè platonico fatto solo da sguardi e appostamenti e trepidanti attese e di cui l' uomo ignaro, ne verrà a conoscenza solo il giorno del suo compleanno, quando ormai il loro rapporto sarà irrecuperabile. Racconto breve e a tratti monotono, melenso a tal punto da risultare quasi irreale per la profonda ingenuità o stupidità, come dir si voglia, della donna.

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AmaranthineMess Opinione inserita da AmaranthineMess    30 Luglio, 2011
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Autolesionismo (mio e della sconosciuta)

Questo libro è decisamente mediocre.
Molti l'hanno trovato commovente e bello, io l'ho trovato iperbolico, inverosimile, affettato e in qualche pagina anche ridicolo. Sarà che le eroine romantiche mi sono sempre state un po' sul naso, ma la nostra cara "sconosciuta" se l'è un po' andata a cercare... perchè vivere una vita solo per una persona che non ci vuole, che non ci ama? Davanti ad una situazione del genere probabilmente ci sono solo due vie: l'una è quella di metterci una dolorosissima pietra sopra e andare avanti, l'altra è rovinarsi la vita, cessare di vivere anzi, e diventare pura ombra agli angoli delle strade. Sarò forse un po' prosaica, ma credo che anche solo il comunissimo istinto di sopravvivenza -in un modo o nell'altro- ci spingerebbe lontano dalla seconda opzione. Certo, qualcuno potrebbe farmi notare che l'autolesionismo è un comportamento insito anche nelle esistenze più "normali", ed io risponderei che questa storia sta un gradino sopra l'autolesionismo più estremo. Se si fosse segata un braccio, probabilmente, si sarebbe fatta meno male...questa donna non mostra un briciolo di amor proprio, non ha una vita, non ha una personalità. Del resto, il suo personaggio non è per nulla approfondito, è per tutto il libro una tredicenne che scopre "il primo amore", non cresce mai, non arriva mai alla conclusione alla quale si arriva un po' tutti in età adulta, che l'amore come ce lo immaginiamo è ben diverso da come in realtà è.
Per il resto, "formalmente" parlando, la scrittura è molto buona, il testo scorre via che è un piacere, mi piace lo stile, il modo in cui vengono usate le parole, le pause e le alternanze fra racconti del passato e parole del presente.
Solo per la forma, dunque, questo libro merita le tre stelline.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    13 Novembre, 2010
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Stupenda (ed antica) storia d'amore.


Altro libro regalato.
Altro dubbioso inizio di lettura.
Una storia d'amore d'altri tempi?
Eppure mi avevano assicurato che ad una romantica donna di questi tempi,come me, sarebbe piaciuto!
Infatti l'ho letto in una notte.
Incantata!
In effetti, una grande storia d'amore, inconsueta, soprattutto se letta ai giorni nostri , in cui l'amore è vissuto spesso in tutt'altro modo....

C'è in questa donna, che resta per una vita intera cocciutamente attaccata ad un uomo che neppure sa la sua esistenza...qualcosa che mi ha preso il cuore.

Un amore folle, esclusivo, quasi maniacale, raccontato con impetuosità e dolcezza nello stesso tempo: come non rimanerne colpiti?
Ed anche quando, nella lunga lettera, gli racconta i momenti di passione trascorsi insieme, senza che lui neppure si accorgesse di lei...o del "loro" bambino morto, senza che lui abbia mai saputo...neppure allora ha per l'uomo parole dure o di condanna, ma solo di amore infinito.
E' impossibile non commuoversi di fronte a questo testamento sentimentale, pervaso da una profonda malinconia.
Il finale della storia lascia dentro un senso di dolcezza difficile da spiegare: nonostante il dolore , la "pienezza" di ciò che il destino le ha dato supera e vince tutto.
Anche la morte.

Consigliato soprattutto alle donne che sanno ancora sognare.

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Irene Némirovsky
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