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La catastròfa. Marcinelle 8 agosto 1956
 
La catastròfa. Marcinelle 8 agosto 1956 2012-08-09 14:17:36 pinco
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pinco Opinione inserita da pinco    09 Agosto, 2012
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quando il terzo mondo era l'Italia

A Marcinelle sono morti 262 minatori, di cui 136 italiani. Il racconto di quel giorno terribile, in quella terra lontana, è affidata a chi è sopravvissuto, alle vedove, agli orfani.
Nessuna domanda. Non è un'intervista. E' lo scorrere della memoria. Lo stile è colloquiale e l'autore non "corregge" la cadenza, ma lascia che le testimonianze siano genuine, rispettando la voce di chi racconta.
Alternate ai ricordi, sono le deposizioni degli imputati e dei testimoni al processo che seguì il dramma.
Traspare la rabbia, l'impotenza e l'abbandono da parte dello stato itagliano, quello con la esse minuscola e con la gi:

"... Non voglio dire che ci hanno venduti allo straniero, non voglio dirlo inquantoché in fondo in fondo sono partito spontaneamente e senza obbligo di nessuno, ma [quelli del governamento, n.d.r.] restano falsi e imbroglioni, bastardi falsi farabutti imbroglioni e minchie di primissima qualità, che loro sicuramente dovevano saperlo dove ci inviavano a morire, nelle vene della sottoterra, e che cos'erano le mine e di quanti ci lasciavano la vita..."

"... Tutte ste genti che si sono dimenticati e la gioventù che non può conoscere quello che abbiamo visto noi là sotto e non possiamo neanche dirlo, quello che abbiamo visto, perché noi delle squadre di soccorso siamo censurati ancora oggi, non possiamo dire quello che abbiamo visto e quello che abbiamo trovato là sotto..."

"...Questa è la storia di un lavoratore italiano che non ha avuto niente da nessuno..."

Il pensiero corre. Corre a mio nonno e a suo fratello, anche loro in miniera in Belgio a cavar carbone, anche loro "a buttare sangue nelle mine". E a mio padre, coi suoi dieci anni di galleria e trenta di fabbrica. E un po' anche a me, che del mio posto di lavoro non rimane che un mucchio di cenere. Ancora oggi, l'altra firma sul contratto spesso non è del "datore di lavoro", ma del "paròn".

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Commenti

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Purtroppo stiamo tornando a quei tempi, la scusa della crisi porta a ricatti e quant'altro che ci faranno ripiombare in tempi dove i diritti eran pochi e i doveri sempre di più.
Hai ragione, è un "fastidio" da evitare!
In risposta ad un precedente commento
piero70
09 Agosto, 2012
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bella e sentita recensione!
io ho fatto spesso il coordinatore per la sicurezza nei cantieri.... e di solito sei ben visto come un escremento di piccione su un gelato appena comprato....
quanto vale la vita di un uomo? il prezzo di un piano di coordinamento per la sicurezza fatto come si deve!
purtroppo...
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