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Hitler. Il figlio della Germania
 
Hitler. Il figlio della Germania 2013-02-16 12:44:08 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    16 Febbraio, 2013
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Il Führer

Il 20 aprile 1889 a Braunau am Inn nacque Adolfus Hitler, non molto lontano dal luogo dove Napoleone aveva stabilito il suo quartier generale.
Adolf non era molto amato dalla famiglia ed appena nato appariva troppo gracile e con poche speranze di vita perciò decisero subito di battezzarlo con il rito cattolico.
Le origini di suo padre però non sono molto chiare e molti anni dopo alcuni degli avversari politici di Hitler fecero circolare delle voci secondo le quali lui era di origine ebrea.
Adolf trascorse gli anni dell’adolescenza in maniera molto solitaria. Aveva molti interessi: amava la musica di Wagner ed andava spesso al teatro, adorava dipingere, ma i risultati non erano ottimi.
A quindici anni decise di recarsi a Vienna per studiare architettura e per mantenersi aveva fatto parecchi lavori manuali, infatti quando entrò nel mondo della politica molto spesso i suoi avversari, quando lui non era presente, lo chiamavano con l’appellativo de “l’imbianchino”.
Adolf in questi anni cominciò a maturare odio verso suo padre, il quale gli aveva fatto violenza psicofisica e verso la società che non capiva, secondo un suo parere, le sue innumerevoli doti.
Infatti nell’arte non aveva mai avuto grandi risultati, ma nel compenso era un grande oratore.
Anche se amava l’arte in tutte le sue forme odiava con tutto se stesso il futurismo ed ancor di più Marinetti.
Nel 1913 decise di trasferirsi a Monaco, qui si sentiva ancora più emarginato. Decise di partecipare come volontario nella Grande Guerra come galoppino e nelle trincee rimase intossicato dai gas.
Si sentiva sconfitto e sognava la sua grande rivincita.
Da qui iniziò la sua rapida carriera in politica.
A causa del malcontento provocato dall’inflazione, nell’autunno del 1923 decise di fare un colpo di stato, ma la polizia mise rapidamente fine al putsch ed a novembre dello stesso anno fu arrestato.
In tribunale, sempre grazie alla sua arte oratoria, riuscì a farsi dare solo 5 anni di carcere. Proprio in questo periodo di prigionia scrisse il Mein Kampf dove spiegava come conquistare le masse. Lo dettò al suo compagno di cella Rudolf Hess, il quale gli rimase come fedele seguace.
Con il passare degli anni diventò vegetariano ed iniziò a prendere in giro pesantemente chi non lo era.
Si era innamorato perdutamente della nipote Geli e quest’ultima si suicidò giovanissima lasciando nel cuore dello zio un grande senso di vuoto ed amarezza.
Hitler basò le sue idee politiche su quelle di un altro grande personaggio di questi tempi, Mussolini.
Infatti cominciò a copiare alcune delle manovre che aveva effettuato Mussolini in Italia.
Nel 1933 diventò cancelliere e proprio in questo stesso anno si dimostrò l’esistenza di un complotto comunista.
Nel 28 febbraio riuscì a trarre i massimi vantaggi politici e sospese i diritti costituzionali.
Successivamente sciolse il Reichstag e furono tenute elezioni non più libere che diedero un apparente legittimazione ai suoi provvedimenti.
Nello stesso anno il Führer diede ordine di bruciare il grande lavoro di: filosofi, scrittori, poeti e scienziati.
Iniziarono le prime persecuzioni razziali che non si limitarono all’esclusione alle cariche pubbliche o all’obbligo della stella di David di colore giallo sui vestiti, ma impiegarono anche la violenza e nella “notte dei cristalli” ci fu la distruzione di alcune migliaia di negozi.
Nella primavera del 1939 si voleva impadronire di Danzica e del “corridoio polacco” così ebbe inizio il secondo conflitto mondiale. Pensava che la guerra non si sarebbe estesa oltre i confini polacchi, ma si sbagliava.
Fu istituito il patto di non aggressione tra la Germania e l’Unione Sovietica.
Nel frattempo Mussolini decise di entrare in guerra con l’Italia e iniziò una guerra parallela in Grecia senza avvertire Adolf.
In Italia dilagava il malcontento perché la guerra sembrava non dovesse finire mai ed il fronte italiano si spostò verso l’Africa mentre la Germania conquistava la Jugoslavia e la Grecia.
Successivamente il patto di non belligeranza firmato con l’U.R.S.S. decadde siccome questi territori erano pieni di ricchezze minerarie.
Però con questa avanzata verso la Russia il Führer iniziò ad avere grosse sconfitte che portarono il suo partito al decadimento.
Il 29 aprile del 1945 Adolf insieme alla consorte Eva Braun, sposata poche ore prima, lasciava la vita terrena, poco dopo aver fatto scrivere le sue ultime volontà e lasciando dietro di sé uno strascico di sangue, orrore, morte e la piaga ancor più grande dell’Olocausto.

Vorrei consigliare questo libro a tutti, dopo un’accurata lettura di alcuni libri di storia, non per lodare le gesta di questo uomo, ma per far riflettere tutti come la pazzia di un individuo possa rovinare l’esistenza di milioni di altri individui.

Buona lettura!

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Commenti

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Sai che questo personaggio mi inquieta talmente che nemmeno potrei comprarlo un libro cosi' ? Non vorrei mai avere in casa una copertina del genere, mamma mia che brutta cosa.
Mi angoscia solo a vederlo.
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Nadiezda
16 Febbraio, 2013
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Guarda Cub, concordo con il tuo pensiero, molto spesso quando leggo tengo i libri sul mio comodino, in questo caso ho pensato fosse meglio tenere l'individuo lontano dalla mia stanza!

16 Febbraio, 2013
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Ma no Nadia!!!! Sveli il finale!!!! ahahhahaahah
Comunque secondo me bisognerebbe leggerli questi libri, bisogna guardare in faccia il male per capire cos'è e da cosa scaturisce...
Brava!
In risposta ad un precedente commento
Nadiezda
16 Febbraio, 2013
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Ehehehe Marcello, questo finale lo trovi su tutti i libri di storia :))))))
Io leggo spesso i libri sulla guerra, è sempre stata una mia passione anche se il tema non è molto dolce e spensierato!
Una lettura davvero pesante, ma istruttiva, brava Nadia! :) Ma... è vero che la nonna di Hitler era ebrea?
In risposta ad un precedente commento
Nadiezda
16 Febbraio, 2013
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Ti ringrazio Vale, sono 558 pagine molto interessanti!
Sì, la nonna paterna, infatti il padre di Hitler non portava questo cognome, se lo fece cambiare 13 anni prima della nascita di Adolf
Lo chiamavano "imbianchino" perché era un pittore fallito. Sono perfetti i versi che gli ha dedicato Trilussa in occasione della sua visita a Roma: "Roma de travertino,/ rifatta de cartone, / saluta l'imbianchino, / suo prossimo padrone" :-)
Come hai detto tu, è giusto ricordare certi personaggi, e non certo per lodarne le azioni.
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Nadiezda
16 Febbraio, 2013
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Si vero Cristina, nel libro vengono citati anche quei versi!
Infatti le sue doti di pittore erano molto scarse!
Ti ringrazio!

16 Febbraio, 2013
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Solitamente chi idolatra questi personaggi non è molto avvezzo ai libri di storia, quindi dovrebbe essere la conoscenza e la cultura il miglior strumento per debellare questi fenomeni sul nascere, quindi sicuramente chi studia anche queste pagine oscure non dovrebbe provare principi di ammirazione .
In risposta ad un precedente commento
Nadiezda
16 Febbraio, 2013
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Giusto Marcello, sapere per non commettere gli stessi errori
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