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Il barone rosso. La vita e le imprese di Manfred Von Richtofen 2013-04-10 16:30:12 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    10 Aprile, 2013
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Il mito non muore

E’ già trascorso quasi un secolo dal 21 aprile 1918, giorno in cui morì il capitano Manfred Von Richtofen, ma il mito è rimasto del tutto inossidabile. Certamente la sua scomparsa, avvenuta durante un duello aereo nei cieli della Francia, ha alimentato non poco una leggenda che si perpetua ancora ai giorni nostri. Di biografie di questo grande aviatore ne sono state scritte diverse, ma quella di Peter Kilduff mi sembra la più riuscita, perché, pur non trascurando le gesta belliche, tenta un approfondimento psicologico della personalità di un uomo che, se non avesse volato, si sarebbe certamente distinto anche nell’originaria arma di appartenenza, la cavalleria.
E così ci sono ampi cenni sull’ambiente familiare, caratterizzato fra i suoi componenti dalla presenza costante di numerosi militari di carriera, nonché su una certa rigida educazione prussiana tendente a esaltare la sfida, in tempo di pace rappresentata da una passione quasi maniacale per la caccia.
E’ indubbio che la personalità di Von Richtofen sia stata forgiata secondo questi principi, e quindi si viene in parte a sfatare quella teoria di alcuni storici secondo la quale alla base di tutta la sua sfolgorante carriera ci fosse soprattutto la passione per il volo.
Indubbiamente un certo piacere a librarsi in aria era presente nel personaggio, animato però da intenzioni di ben diverso genere. Si diceva prima che l’arma di provenienza era la cavalleria e da questa se ne andò non appena comprese che non gli avrebbe riservato quelle soddisfazioni di combattimento che invece ben individuò nell’aviazione, quello scontro diretto fra due esseri umani tipico di epoche ben precedenti.
Sarebbe tuttavia riduttivo limitare l’importanza di Manfred Von Richtofen, legandola solo ai suoi successi, a quegli 80 avversari abbattuti. Von Richtofen fu anche un tattico di grandi capacità e, data anche la sua predisposizione a tracciare piani di ampio respiro, risultò pure uno stratega di notevole livello, ovviamente tutto questo limitandolo al campo aviatorio. Suo, infatti, fu il primo Manuale operativo di combattimento aereo con cui vengono fissate regole ben precise sull’uso di un velivolo in battaglia, norme per nulla desuete. Ironia della sorte, per l’essere contravvenuto a una di queste, trovò la morte.

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