Dettagli Recensione

 
3096 giorni
 
3096 giorni 2014-05-19 12:09:06 enricocaramuscio
Voto medio 
 
4.4
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    19 Mag, 2014
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Segregazione fisica e psicologica

Ogni volta che litigavano sua madre le ripeteva: “Non dobbiamo mai separarci arrabbiati. Non si sa, infatti, se ci rivedremo!” Ma la mattina del 2 marzo 1998 la delusione e il risentimento per l’ennesimo battibecco che le due hanno avuto la sera precedente sono talmente forti in Natascha da convincerla ad uscire di casa per recarsi a scuola senza salutare la mamma. E’ decisa a non darle più un bacio e a punirla con il proprio silenzio. E poi, in fondo, cosa può mai succedere? Invece qualcosa, purtroppo, succede. Durante il tragitto infatti la piccola incontra un uomo che istintivamente le provoca un moto di paura apparentemente irrazionale. Ha l’impulso di cambiare strada ma non lo fa, a ben guardarlo le sembra più debole ed insicuro di lei. Ma è la prima impressione a rivelarsi giusta: quest’individuo la ferma, la costringe a salire su un furgone bianco, la porta in casa sua e la rinchiude in una sorta di bunker ricavato nella sua cantina. E’ l’inizio di un lungo periodo di segregazione fisica e psicologica che si concluderà 3096 giorni dopo, quando la ragazza ormai maggiorenne troverà la forza ed il coraggio di fuggire costringendo il suo rapitore, Wolfgang Priklopil, al suicidio. Fredda e lucida la Kampusch ripercorre la sua lunga e terribile parentesi di prigioniera e schiava raccontando con poche riserve molti particolari di questa esperienza che lascerà in lei per sempre un ricordo indelebile. Natascha spiega quali meccanismi psicologici abbia attivato la sua mente per poter sopportare le violenze, gli abusi, le umiliazioni a cui il suo aguzzino l’ha sottoposta, come non si sia mai lasciata sopraffare completamente dalla situazione sopportando l’insopportabile ma riservandosi sempre quel minimo di ribellione e di orgoglio che le hanno permesso di restare comunque se stessa e di non rassegnarsi davanti a quello che poteva sembrare un destino ineluttabile, finché non è riuscita a realizzare il suo sogno di raggiungere la libertà spezzando le catene che la tenevano prigioniera grazie alla sua forza e alla sua determinazione. Eppure la sua condanna nei confronti di Priklopil non è totale come ci si potrebbe aspettare. In molti hanno parlato al riguardo di sindrome di Stoccolma, ma la ragazza rifiuta fermamente che le si appiccichi addosso questa etichetta. Natascha non se la sente di parlare del suo carceriere come di un essere assolutamente malvagio, preferisce definirlo un essere umano con un lato oscuro e uno un po’ più chiaro, con il quale ha vissuto momenti orribili ma anche brevi istanti di normalità e di comprensione reciproca. Un atteggiamento che ha provocato non poche polemiche in una società che vede un netto confine tra il bene e il male, come se esistessero soltanto il bianco e il nero e non le loro varie sfumature. Una società che, dice la Kampusch, “ha bisogno di criminali come Wolfgang Priklopil, per dare un volto al Male che vi risiede e per scinderlo da se stessa. Ha bisogno delle immagini delle segrete nelle cantine per non dovere guardare alle tante case e ai giardini, dove la violenza mostra il suo volto conformista, piccolo borghese. Usa le vittime di casi spettacolari come il mio per non sentirsi responsabile delle tante vittime dei crimini di tutti i giorni che rimangono senza nome e che non vengono aiutate, neppure quando chiedono aiuto.”

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
270
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Dopo più di nove anni di segregazione, non so quante persone riuscirebbero a dare una valutazione così fredda di quel che ci succede attorno...
Non dici, Enrico, delle tue sensazioni durante la lettura... quando si dice: un silenzio che parla...
Infatti Rollo, la sua capacità di analisi e la sua lucidità sono incredibili...proprio per questo ho preferito riportare i suoi pensieri piuttosto che le mie sensazioni...
Enrico il tuo commento effettivamente è freddo e asciutto. Complimenti per la capacità di analisi. Evidentemente c' è qualcosa nel racconto che lascia uno spiraglio alla ragione, alla possibilità di non impazzire. Mi sembra impossibile ma se è così ne sono felice.
Ciao Mariangela
Grazie Mariangela...è proprio così, anche se può sembrare pazzesco...
Se lo dice lei, io non capisco cosa ci possa essere di bianco ( o grigio...o grigino ...) in un tizio che rapisce una bambina e la tiene segregata tra chissa' che violenze per piu' di otto anni.
Proprio non lo so, ma se lo dice lei...
In risposta ad un precedente commento
gracy
20 Mag, 2014
Segnala questo commento ad un moderatore
Più di una volta sono stata tentata di comprarlo, poi lo riposo nello scaffale, non ho il coraggio di leggerlo...
6 risultati - visualizzati 1 - 6

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
3.9 (3)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Eleonora d'Aquitania
I diciotto anni migliori della mia vita
Tutankhamen
L'origine degli altri
Il tribunale della storia
Memorie dalla Torre Blu
Nulla è nero
Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi
A riveder le stelle
Marco Polo. Storia del mercante che capì la Cina
The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta
Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica
L'arte della fuga
Dante
Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa
Passione sakura