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Gorilla nella nebbia
 
Gorilla nella nebbia 2015-05-13 16:20:32 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Mag, 2015
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Una perla di rara bellezza.

Talvolta ci mettiamo tutta la vita a (capire e) deciderci a percorrere quella che è la nostra strada mentre altre volte è lo scopo che si immette nella nostra via con fare travolgente ed indissolubile tanto che è impossibile non riconoscerne i segni; sottrarsi a quello che è il proprio percorso sarebbe una auto-violenza psicologica e gratuita anche quando intraprenderlo necessita una buona dose di coraggio, sacrificio ed il rischio di un “salto nel vuoto”. Questo è un po’ quello che è capitato alla giovane Diane Fossey che all’età di soli 19 anni, nella consapevolezza che per realizzare i propri sogni doveva osare, ha contratto un debito triennale per potersi permettere un itinerario di sei settimane in Africa, luogo e prima tappa che l’avrebbe poi portata ad abbracciare quella che sarebbe stata una scelta di vita.
E se da un lato “Gorillas in the misti” è l’autobiografia della studiosa dall’altro ha un valore inestimabile tanto dal punto di vista zoologico che dell’intrattenimento perché una volta iniziata la lettura è impossibile staccarsi dal testo. E’ un viaggio di sola andata (da cui mai vorremmo fare ritorno) nella foresta vergine, nel mondo dei gorilla ma anche alla di scoperta di concetti di base sulla salvaguardia di una specie a rischio estinzione e per i quali la Fossey è sempre stata irremovibile (tanto da finire con l’essere oggetto di interminabili vessazioni), così come nelle meticolose procedure adottate – e nuovamente criticate – caratterizzate dalla praticità piuttosto che dall’applicazione di rigidi ed obsoleti protocolli. Stilisticamente parlando il componimento è scritto con grande intensità tanto da trasmettere empatia a chi legge che parola dopo parola, pagina dopo pagina si sente accanto a Diane nelle sue scoperte, nelle sue avventure e disavventure. E forse è proprio a causa della sua temerarietà, della sua caparbietà nel percorrere una strada che i potenti non simpatizzavano (la sua attività di difesa dei gorilla inevitabilmente andava contrastando quella dei bracconieri, degli allevatori e di chi nutriva interesse nel commercio/scambio di tali animali) che il 26 dicembre 1985, a colpi di panga nella su capanna, è stata brutalmente uccisa.
Ho ultimato di leggere questo romanzo oltre un mese fa ma ho sinceramente avuto difficoltà a staccarmene tanto che ho deciso di rileggerlo una seconda volta prima di recensirlo. Questa scelta è stata dettata da molteplici fattori; uno dei tanti è la passione, l’autenticità ed il rispetto che lo scritto suscita. Altro elemento che mi ha indotto ad una rilettura e che ha destato in me perplessità è il fatto che per potersi allietare con questa autobiografia è necessario procurarsela in lingua originale perché in italiano non esistono vecchie copie o ristampe (e dunque volevo essere certa di aver capito bene). Nel mio caso ho acquistato la versione inglese arrivata direttamente da quel di Londra in tempi talmente rapidi che mi hanno fatto nuovamente riflettere sull’efficienza delle poste nel nostro paese (considerate che nella mia cittadina per mandare una raccomandata dalla via x alla via y dello stesso comune ci vuole più tempo che tra due diversi, ma questa è un’altra storia) e che è avvalorata da foto della vita nella foresta, requisito che incrementa il valore dell’opera.
Un dettaglio (forse per alcuni) che mi ha fortemente infastidito è la copertina: perché la casa editrice ha scelto di riportare una foto dell’attrice protagonista della trasposizione cinematografica del testo (Sigourney Weaver con in braccio un gorilla) e non una della donna che ha dedicato ogni giorno della sua vita adulta allo studio dei Gorilla (cosa che avrebbe continuato a fare sino alla sua morte naturale se non fosse stata prematuramente uccisa)? Non solo, altra peculiarità che dopo alcune ricerche nel web effettuate mentre ero alla ricerca della mia preziosa copia mi ha dato da pensare, è stato il fatto che in Italia il libro è stato trasposto, non solo con oltre un decennio di ritardo dalla sua pubblicazione originale, ma anche con la dicitura “traduzione a cura di Danilo Mainardi” (un noto etologo del tempo per i conoscitori del settore) e non con il nome del vero curatore “Gianluigi Mainardi”. Errori, dettagli e/o disattenzioni che da una casa editrice del calibro della Enaudi sinceramente non mi aspetto e tanto meno tollero. Così come non concepisco perché un romanzo del genere non sia ristampato semplicemente perché datato, o con la scusante di un argomento scomodo e non vendibile seppur attuale vista la forte sensibilizzazione che negli ultimi anni si sta affermando in merito alla questione animale (tanto che chi vi è interessato debba sentirsi rispondere:-“ahahah! Sta scherzando spero, lo cerchi in un mercatino dell’usato”-). Profonda indignazione. Ma si sa, il Dio denaro comanda anche nel settore dell’editoria.
Concludo semplicemente dicendo che la permanenza dell’autrice nel territorio africano le ha permesso di offrire con chiarezza e certezza anche quella che era la condizione interna di tali stati, essa si è resa conto quasi immediatamente della profonda instabilità politica che in essi regnava, dei conflitti di interesse esistenti tra le varie etnie e della crescita anomala delle varie economie pronte a vendersi senza indugio al miglior offerente, così come aveva compreso quanto una politica di conservazione ambientale deve imparare a muoversi in queste condizioni.

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Commenti

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Una recensione molto bella e approfondita; brava! Ciao.
Ferruccio
Anche a me è capitato di trovare libri di grandi editori pieni di errori. Addirittura un ebook (e io ne ho pochissimi) era da mettersi le mani nei capelli. Ho pensato che avessero messo in ebook la edizione sbagliata. Non ricordo se erano tutte le opere di Dostoevskij , non vorrei dire una cosa che non è, dovrei controllare.
Bella la recensione, si sente che hai amato questo libro. Peccato per le pecche segnalate....che il dio denaro sia onnipotente, poi, ahimè è tristemente vero!
Ciao Maria. Il tuo commento è molto bello e ci hai offerto una segnalazione interessante. Da come ne parli, sicuramente si tratta di un libro che ti ha affascinata.
Uh temevo lo avessi lasciato , sebbene mi paresse impossibile non ti piacesse !
Dissento con te sulle scelte editoriali di quella orribile copertina e come te consiglio l'edizione in lingua originale che e' spesso stata prodotta con il vero volto di Diane .
Ora ci manca il terzo angelo di Leakley e le abbiamo lette tutte ! Per la Galdikas di nuovo inglese, purtroppo in italiano non e' stata mai tradotta.
Che peccato, io questi libri li farei leggere a scuola, possono cambiare davvero la prospettiva della gente (in meglio).
In risposta ad un precedente commento
Mian88
14 Mag, 2015
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In primo luogo grazie a tutti di aver letto la mia opione ed avermi così dedicato del tempo prezioso.
E' vero Mario, purtroppo spesso opere di grandi case editrici sono ricche di errori che potrebbero essere tranquillamente evitati semplicemente prestando una maggiore attenzione. Io non e-book ma posso dirti che in merito alle opere di Dostoevskij di cui ho letto il cartaceo a mia volta ho trovato delle cavolote grandi come una casa, grossolaneità che sinceramente mi sono chiesta come abbiano fatto a passargli anche solo lontanamente per l'anticamera del cervello. Ora, magari la mia edizione era quella stampata male, l'edizione poi rimossa dal mercato e magari non erano tutte così ma onestamente credo che il tuo/mio non fosse un caso isolato.
Hai centrato il punto Annamaria, ho sentito molto questo libro, l'autrice riesce a trasmettere emozioni forti con le sue parole e vedere che il tutto viene "cestinato" o "minimizzato" quasi a voler dire:-"via su, si traduce proprio perché si deve"- mi fa veramente perdere la pazienza. In più prima ho avuto difficoltà a trovare una copia de "L'ombra dell'uomo" (ci ho messo un mese e ho dovuto rivoltare il web per trovarne una copia) e a questo è seguita la difficoltà di trovare "Gorillas in the mist" che mi ha colpito ancora di più del primo! E pensa che l'ho letto in inglese, pensavo infatti di avere molte più difficoltà ad apprezzarlo poiché mi sentivo arrugginita, ed invece no! Sono stata letteralmente travolta da questo componimento tanto da leggerlo non una ma ben due volte di fila!
Emilio, si mi ha veramente affascinato e te ne consiglio la lettura poiché apre le porte su un mondo spesso accantonato ma di grande valore. Anche stilisticamente è un piacere sfogliarlo, farsi rapire pagina dopo pagina dalle avventure, disavventure, scoperte, etc etc di Diane!
No no C.U.B! Non l'ho assolutamente abbandonato ed hai centrato il punto, era IMPOSSIBILE CHE NON MI PIACESSE!!!!!!!
L'ho letto tutto d'un fiato e una volta giunta al termine ho avuto il tuo stesso ed identico problema: non riuscivo a staccarmene! Con la paura tra l'altro di aver perso delle sfumature, delle sottigliezze l'ho ricominciato e riletto interamente affinché avessi le idee chiare in merito. L'unica differenza è che mentre nella prima lettura ho consacrato il mio cuore a DIANE, nella seconda ho unito anche qualche romanzo che mi si era accomulato ma che comunque parlava di animali (vedi "La solitudine del lupo").
Ribadisco, la copertina è proprio brutta oltre che irrispettosa. Ma poi, cavolo, ma come si fa a scegliere di mettere un'attrice anziché la vera protagonista della ricerca scientifica posta in essere!! Come si fa! Era forse più brutta!? No. Secondo me hanno ragionato in termini di denaro - cosa che mi fa fumare ancora di più le orecchie - in quanto si sono detti (sempre secondo mia modesta opinione): -" se utilizziamo una immagine dell'attrice chi ha visto il film la ricollega al libro ed abbiamo più possibilità di venderlo, viceversa se ricorriamo ad una foto della ricercatrice chi vuoi che ce lo compra!? E' una illustre sconosciuta per i "non scienziati"-.
Ok, ora mi calmo........ Non avevo dubbi sul fatto che non fosse mai stato tradotto Galdikas, figuriamoci, sarebbe stato sperare troppo.... Mi sono già messa alla ricerca, spero di riuscire a trovarlo in tempo ragionevole.. Almeno uno su tre! Ahaahhahah!!!!!!
Guarda, li farei leggere anch'io a scuola perché secondo me sono veramente istruttivi e possono cambiare non solo la prospettiva delle persone ma anche indurle a riflessioni che non sono solitamente condivise. In più radicare concetti così importanti nella "pianta giovane" contribuisce a far sviluppare un "arbusto sano". Un adulto difficilmente ha un'apertura mentale tale da risucire veramente ad apprezzarne i concetti, non per discriminazione, semplicemente perché ha una impostazione mentale già formata.
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