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Casanova. Storia di un filosofo del piacere e dell'avventura 2016-04-17 13:18:12 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    17 Aprile, 2016
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Il grande amatore che non sapeva amare

Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725 – Dux, 4 giugno 1798) è stato un uomo dai mille volti e, a suo modo, un personaggio irripetibile; in un’epoca, quella dei lumi, in cui la ragione sembrava dare spiegazione di ogni cosa, ma che vide il fiorire di individui che ancora riuscivano a cogliere frutti dall’ignoranza e dalla superstizione, uomini come Cagliostro, o il conte di Saint Germain, Casanova fu un attento e abile osservatore, come testimoniato dalle sue memorie. E se fu senz’altro un avventuriero, ma anche un alchimista, un filosofo e un agente segreto, il suo nome é sempre stato associato alla figura del grande amatore, del massimo tombeur de femmes, attribuzione esagerata, anche se non infondata, ma che in epoca successiva ha diviso i suoi numerosi e spesso famosi biografi fra detrattori e incensatori.
Roberto Gervaso, con questo volume, frutto di un lavoro di certosina pazienza volto a verificare, con altre fonti, la coincidenza con quanto narrato nell’Histoire de ma vie, senza omettere gli aspetti negativi ha invece teso a porre in evidenza le sue grandi qualità di letterato. Uomo del XVIII secolo il veneziano ci ha fornito una pregevole descrizione della sua epoca, una sorta di belle epoque troncata dall’avvento della rivoluzione francese. Errabondo, sempre in movimento da una corte all’altra, Casanova ha saputo leggere e interpretare il sui tempo, fornendoci un contributo indispensabile per una migliore conoscenza del secolo dei lumi. Certo fu anche un avventuriero, ideatore di truffe finalizzate a supportare finanziariamente il suo esagerato modo di vivere, caratterizzato da un lusso sfrenato; tutto era messo in atto per soddisfare il suo accentuato narcisismo e per inserirsi nella ristretta cerchia dei nobili, di cui fu un parassita. Seppe abilmente approfittare delle naturali debolezze di una casta chiusa e immobile e in pratica riuscì a vivere, quasi sempre da gran signore, senza lavorare. Tuttavia il suo elevato grado di cultura, che lo portò ad incontrare e a misurarsi come filosofi come Voltaire, ci dice che non fu un semplice imbonitore da quattro soldi, ma un individuo dotato di una complessa personalità che aveva improntato la sua esistenza al carpe diem. In questo contesto si inserisce il suo aspetto più noto di grande amatore, meritato senz’altro anche se poi, a conti fatti, sembrerebbe abbia posseduto non più di duecento donne. E fra queste c’erano le predilette lolite, ma anche le tardone (a cui spillava soldi) e non mancavano nemmeno mercenarie che gli si concedevano contro pagamento. In questo turbinio di rapporti, a volte di gruppo, finì con l’incappare più di una volta in qualche malattia venerea, come lo scolo e la gonorrea, da cui uscì guarito curandosi con certi suoi impiastri. La donna del momento, qualunque essa fosse (e fra queste ci fu anche una gobba), era sempre la più bella e più desiderabile della precedente, e che lui si innamorasse veramente ogni volta non c’è dubbio, ma era estremamente volubile e quel ricercare nell’amore solo l’aspetto sessuale finì con il pregiudicare la possibilità di un’esistenza normale e lo portò a una vecchiaia casta (per i definitivamente sopiti ardori) e solitaria, in cui non poté che rivivere i bei tempi grazie al ricordo e scrivendo le sue memorie. Queste, un’autentica opera d’arte, sono appunto analizzate criticamente da Gervaso con la sua sottile ironia, soprattutto ove Casanova esagera, come nel caso dei rapporti avuti in una notte, il cui numero è fuori da ogni logica. Tuttavia, è per lo più sincero e finisce con il diventare simpatico, anche da vecchio, emarginato, rinchiuso nella sua solitudine, che solo il ricordo del passato riesce in parte a lenire.
L’uomo, il grande amatore, muore in silenzio, non circondato da affetti, che non aveva mai cercato: insomma, per quanto paia un ossimoro, a conti fatti non aveva saputo amare.
Questa biografia è veramente splendida e si legge con grande piacere, grazie anche allo stile snello e incisivo dell’autore.

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Commenti

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splendida biografia!
Ho appena terminato un Gervaso anche io e sono sempre più consapevole della sua maestria nel genere.
ne avessimo altri in Italia di autori così validi...
Il titolo del libro che hai terminato?
Ma forse è sempre meglio andare alla fonte, leggendo le Memorie di Casanova.
In risposta ad un precedente commento
silvia71
18 Aprile, 2016
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Claretta.
ottimo testo
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