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Il nostro tempo è breve
 
Il nostro tempo è breve 2019-10-15 18:34:09 DanySanny
Voto medio 
 
4.2
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    15 Ottobre, 2019
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I poeti laureati non sanno il dolore

Dopo la pubblicazione di “Il formaggio e i vermi” di Carlo Ginzburg nel 1976 (appena ristampato da Adelphi), esempio oramai classico e, a detta dei miei amici storici, insuperato, di microstoria, la grande Storia, quella dei condottieri e delle battaglie, dei proclami e delle imprese, ha lasciato spazio, nelle linee di ricerca più recenti, ad una prospettiva mi verrebbe da dire manzoniana, e cioè l’idea di ricostruire un contesto culturale, lo spirito e la voce di un’epoca, non con mezzi puramente descrittivi, ma interpretando quei piccoli e umili uomini cancellati dai libri. Non è un vezzo, né tantomeno il tentativo di sottrarsi a un compito difficile, ma la necessità imperiosa di rimuovere le patine delle ricostruzioni, le barriere delle interpretazioni che ora a destra, ora a sinistra, hanno strumentalizzato la storia e ne hanno compromesso l’intrinseca forza pedagogica. Come a dire che arrivati agli anni 2000, la storia non può salvare nessuno se non aiuta a rivivere e ripercorrere, empaticamente, un’epoca. La lezione è sempre quella, eschilea, della conoscenza che si plasma attraverso il dolore. Ed è in questa ottica che si pone il libro di Anna Maria Balzano, il quale, pur nella sua brevità, condensa la vita di Caterina Martinelli, donna del popolo, madre alla ricerca di cibo per i figli, vittima impotente di una storia che travolge chiunque. La forza miniaturizzata di questo libro è proprio nella sua nuda e cruda trasparenza, nella sua impossibile (e pure ineccepibile) oggettività: è con il colpo di fucile che apre chiude il libro, con il silenzio ingiusto che lo segue, che il lettore si trova a dover vivere su di sé il dramma di una guerra che, a forza di essere detta, non è più sentita. E allora questo tempo breve che dà il titolo al libro ci appare con scomoda, pervasiva consistenza e ci costringe per una volta ancora a sentire su di noi il peso nauseabondo di un’umanità troppo spesso disumana.

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Commenti

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Sei grande, come sempre! Grazie.
Sai che proprio l'altro giorno mi informavo sul libri "Il formaggio e i vermi"?! Con questa bella recensione hai preso due piccioni con una fava...Mi hai convinta su entrambi.
In risposta ad un precedente commento
DanySanny
16 Ottobre, 2019
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Sì Ioana! Deve essere bello il libro di Ginzburg, infatti ci stavo pensando anche io. Lo conosco come libro nella storia della “storiografia”, ma non l’ho letto integralmente.
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