Saggistica Storia e biografie Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS
 

Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS

Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS

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La presentazione e le recensioni di "Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS", saggio di Christian Ingrao edito da Einaudi. Traduzione di Mario Marchetti e Frédéric Ieva. Il nazismo, in Germania, non fu soltanto un movimento guidato da folli in preda a deliri di onnipotenza. Fu anche una poderosa macchina burocratica che, per funzionare, aveva bisogno di uomini preparati. Giuristi, dottorandi in economia o in storia, giovani laureati costituirono un'élite di intellettuali che, pur non rientrando nella cerchia degli uomini piú fidati di Hitler, svolse un ruolo fondamentale sia dal punto di vista teorico e organizzativo, sia come apparato di esercizio quotidiano del potere. Ma che cosa spinse questi uomini a mettersi a servizio del nazismo? Secondo l'originale e controversa tesi di Ingrao, la cultura bellica che durante la prima guerra mondiale aveva caratterizzato tutte le società europee, senza risparmiare i bambini tedeschi del primo dopoguerra - tanto piú quelli provenienti dalle aree di confine, che avevano subito occupazione ed espropri - una volta cresciuti sentivano di vivere assediati da un «mondo di nemici». Essi espressero la propria angoscia aderendo in massa al radicalismo di destra. Il messaggio nazista come progetto di rifondazione della germanità, intercettando e dando un obbiettivo a questo fervore, rappresentò il transfert di una rivincita anche ideale, il sogno di un invincibile «Grande Reich millenario».

Christian Ingrao dirige l'Institut d'Histoire du Temps Présent di Parigi. Specialista del nazismo e del fenomeno bellico, ha pubblicato, tra l'altro, Les chasseurs noirs. La brigade Dirlewanger (Perrin 2006). Nel 2012 è uscito, per Einaudi, Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS.



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Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS 2013-01-05 17:38:53 misu
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misu Opinione inserita da misu    05 Gennaio, 2013
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Gli intellettuali a servzio di un ideologia

Lo stato nazista non era solo il prodotto dell’ideologia ideata da un solo uomo, Adolf Hitler, ma al contrario era una stuttra di potere complessa e organizzata nei minimi particolari. La struttura di potere nazista si reggeva non solo sul partito nazista che si impadronì dello stato tedesco ma anche su una struttura parallela , le SS che avevano il compito di vigilare sul Terzo Reich e sull l’intera Europa occupata nonché dovevano anche garantire la sicurezza personale del Führer. Si trattava dunque in sostanza di uno stato parallelo inserito nelle istituzioni già esistenti dello stato tedesco. L’impero dell’ordine nero delle SS allargò i suoi tentacoli in ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica prima in Germania e poi altrove i Europa. Questo assoluto potere delle SS fu possibile grazie all’adesione di innumerevoli membri della società civile dell’epoca in Germania alla causa hitleriana. Queste adesioni spaziavano dai circoli finazari, industriali, politico-culturali conservatrici borghesi, aristicratici ma anche operai e contadini. Nelle sue file non militavano solo poliziotti o militari ma anche una folta schiera di intellettuali che diederò una base giurdica al progetto hitleriano di dominio.
Questo interessante libro si sofferma sul ruolo avuto degli intelletuali nello stato nazista ed in particolare nella struttura articolata delle SS.
Il libro è diviso in tre distinte parti. Nella prima parte il lettore prende visione del clima sociale e politico in cui l’ideologia nazista divenne attraente per un certo tipo di intellettuali dell’epoca.
Nella seconda parte del libro il lettore viene posto di fronte alla questione che cosa significava all’epoca essere nazisti ed entrare nelle SS o nella SD oppure nella Gestapo.
Nella terza parte invece il lettore affronta la questione del progetto di dominio nazista. In sostanza viene posto il problema dei massacri di massa pepetuati dagli uomini che aderirono senza riserve all’ideologia razzista nazista. Come veniva giustificato giuridicamente un tale operato da questi intellettuali ed inoltre come si potevano nascondere le prove di un tale massacro , quando la sconfitta diventò inevitabile? Questi uomini misero in atto una efficace strategia di depistanggio, negazione dell’evidenza e addirittura di giustificazione dell’Olocausto.
Dalle pagine del libro risulta chiaro un fatto inconfutabile: l’adesione all’nazismo fu il riusltato di una scelta convinta di un intera generazione che vide nel nazismo una giotta opportunità di riscatto personale, sociale patriottico nonché una possiblità di carriera e di guadagno. Appartenere all’ordine nero delle SS significava fare parte di un elité prescelta, dunque di una cerchia ristretta di privilegiati con ampi poteri e completa liberta d’azione in tutti i campi.
Il libro si presta ad una scorrevole lettura essendo scritto in uno stile scorrevole e asciutto senza giri di parole inutili. Pur fornendo al lettore dettagli dell’ argomento sotto esame senza dubbio interessanti e documentati nonché magistralemente arricchiti da citazioni poste con lo scopo di svelare i retroscena storici, l’autore esprime le sue tesi in modo esplicito e chiaro, dunque comprensibili a chi già possiede nozioni storiche sull’argomento. Risulta chiaro che si tratta di un argomento di nicchia storica ovvero di settore che richiede dal lettore una costante attenzione e presenza critica. Il testo di chiaro valore scientifico è un tipico esempio di lettura di approfondimento e non il classico libro di divulgazione storica addatto ad ogni tipo di lettore. Si tratta di un testo mirato al classico tipo di lettore che ama leggere ed è sempre alla ricerca di testi di saggistica di alto valore scientifico, ma che è già informato sull’arogmento trattato, almeno in genrale.
In coclusione un libro sicuramemente da leggere per potere riflettere su alcuni aspetti del nazismo.

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Si consiglia di leggere qualcosa sulla storia del nazismo o sulle SS.
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