Saggistica Storia e biografie Il muro di Berlino
 

Il muro di Berlino Il muro di Berlino

Il muro di Berlino

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La presentazione e le recensioni di Il muro di Berlino, saggio di Frederick Taylor edito da Mondadori. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, nell'inquietante scenario di un mondo sull'orlo della distruzione atomica, Berlino venne tagliata in due da un reticolo di filo spinato che separò, talvolta per sempre, genitori e figli, fratelli, amici e amanti. L'operazione, tanto inattesa quanto fulminea, riuscì grazie alla perfetta efficienza con cui fu compiuta. Lo scopo dichiarato di Walter Ulbricht, il leader tedesco orientale che l'aveva ordinata, era porre fine al continuo esodo di popolazione verso la parte occidentale della città (ancora controllata dalle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia), unico ponte per raggiungere la ricca Germania Ovest. La mossa si rivelò vincente: nonostante l'angosciato sgomento di 4 milioni di berlinesi e lo sdegno dell'opinione pubblica mondiale, divenne subito chiaro che ogni reazione era di fatto impossibile, e comunque troppo rischiosa. Intrecciando dati ufficiali, fonti d'archivio e testimonianze personali, Frederick Taylor racconta, in modo originale e avvincente, tre decenni della storia di una capitale e di una grande nazione europea che, in un lungo e tormentatissimo dopoguerra, improvvisamente si trovarono spaccate a metà. Nel ripercorrere le vicende che portarono alla costruzione della barriera (dal primo Blocco sovietico di Berlino all'epico ponte aereo occidentale che garantì la sopravvivenza a una popolazione stremata) e nel descriverne le conseguenze, l'autore ci introduce nelle "segrete stanze" del potere: quelle dell'Est, dove il crudele disegno fu progettato e approvato, e quelle dell'Ovest, dove le potenze alleate, prima fra tutte l'America di John Fitzgerald Kennedy, decisero di condannare ma di non intervenire, temendo un devastante conflitto nucleare con l'Unione Sovietica di Krusciov. Oltre che sulle trame politiche, l'interesse di Taylor si concentra sulla vita quotidiana, sulle paure e sulle speranze dei berlinesi prigionieri che, con sempre più ingegnosi e disperati tentativi di fuga, favorirono paradossalmente la trasformazione dell'originario reticolato nell'alto muro che li avrebbe privati a lungo della libertà. Ma i loro sforzi non furono vani. Nella notte del 9 novembre 1989 un fatale malinteso scatenò la reazione collettiva troppo a lungo soffocata, e l'odioso simbolo della guerra fredda cadde insieme al regime che l'aveva voluto.



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Il muro di Berlino 2012-06-23 13:09:41 misu
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misu Opinione inserita da misu    23 Giugno, 2012
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Il muro di Berlino : il simbolo della guerra fredd

Il muro di Berlino viene considerato dagli storici e non solo da loro il simbolo della guerra fredda , in particolare la dimostrazione pratica della divisione dell’Europa del secondo dopoguerra in due blocchi politici, ideologici, economici e militari contrapposti.
Molti storici si sono cimentati nel tentativo di dipanare la matassa della nascita e della coduta di questo muro che divideva la capitale tedesca in due distinte zone, quella occidentale, (zona americana, britannica e francese) da quella orientale ( zona sovietica). La divsione della capitale tedesca diventò lo specchio esatto della divsione della Germania uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale. La divsione di un intero paese e della sua capitale, decisa dalle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, diventò in defintiva il vero barometro dei rapporti tra le due superpotenze uscite rinforzate dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica.
L’autore di questo libro cerca di rispondre ad una serie di domade:
-come si arrivò alla costruzione del muro?
-a che scopo è stato costruito?
-che impatto ha avuto il muro sulla vita della città e sulla gente comune di entrambe le zone della capitale tedesca?
-quali erano i rapporti tra le due Germanie?
-quali erano i rapporiti tra le due superpotenze in relazione al muro di Berlino?
-come si arrivò alla fine alla sua caduta?
Il libro è diviso in diverse parti contradistinte da sperifci aggetivi e sostantivi che indirizzano il lettore su un percorso di marcia: benvenuti al Muro, sabbia, sangue, filo spinato, cimitero, denaro, il futuro della speranza. Ogni segmento o parte dunque rappresenta una sequenza temporale, ovvero quel sottile filo che lega in una determinata unità gli argomenti trattati dall’ autore in quella parte del suo racconto storico. Lo scopo di questa scelta fatta dall’autore risulta chiaro, quando ci si adentra nella lettura. In questo modo l’autore ci da un appiglio cronolgico dei fatti. Il percorso di lettura dunque viene contrasegnato da tappe ben precise che sono arricchite da approfondimenti chiarficatrici con uno scopo ben preciso: rafforzare le tesi espresse in proposito dall’autore. In breve il libro ci presenta una chiave di lettura fatta da un tipo di storiografia tesa ad avvalare un detreminato punto di vista che non ci da però una visione allargata ed ampia degli eventi. Il libro non risponde completamente ad una semplice ma utile domanda: come veniva spiegata in sostanza tutta la faccenda dalla parte avversa ovvero come si giustificavano i fatti da Mosca e da Berlino est? Il quadro storico risulta perciò incompleto.
Il libro si presta ad una scorrevole lettura essendo scritto in uno stile discorsivo tipico dei testi di divulgazione scientifica di massa che però non ambiscono di diventare opere di alto spessore scientifico.
In sostanza si tratta di una lettura interssante che però non offre quelli specifici approfondimenti di solito cercati nei testi dai lettori più sofisticati ed esigenti in materia.
In conclusione un libro da leggere per avere una visione generele sul muro di Berlino ma nulla di più.

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Si consiglia di leggere qualcosa sulla storia della Germania e sulla guerra fredda. È utile inoltre avere delle nozioni generali degli avvenimenti cruciali del XX° secolo.
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