Il sari rosso Il sari rosso

Il sari rosso

Saggistica

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Cambridge, 1965. Due ragazzi si conoscono e si innamorano. Lei si chiama Sonia Maino, è italiana e proviene da una famiglia semplice. Lui è indiano e sì chiama Rajiv Gandhi: è figlio di Indira e nipote del Pandit Nehru, il fondatore, insieme al Mahatma Gandhi, dell'India indipendente. Superata l'opposizione iniziale del padre della ragazza, nel 1968 i due si sposano. Al matrimonio, lei indossa un sari rosso, il colore delle spose indiane. Nascono due figli, ma la tranquillità familiare non durerà a lungo. Presto Rajiv diventerà consigliere della madre e segretario generale del Partito del Congresso. Nel 1984 Indira Gandhi, al secondo mandato come primo ministro, perde la vita in un attentato e il figlio le succede. La tragedia incombe: nel maggio del 1991 Rajiv viene assassinato da un commando delle Tigri Tamil. Nel 1995 avviene l'incredibile: Sonia accetta il ruolo di leader offertole dal Partito del Congresso. Sarà proprio lei a portare alla vittoria il suo schieramento alle elezioni del maggio 2001, rinunciando poi al ruolo di primo ministro, pur rimanendo alla presidenza del Partito per perseguire il suo obiettivo iniziale, lo stesso del marito e della suocera: la lotta alla povertà.



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Il sari rosso 2011-05-02 08:12:32 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    02 Mag, 2011
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Il sari rosso

Una ricostruzione accurata e vivida della vita di una famiglia storica, ossia quella di Indira Gandhi, dei figli e della nuora prediletta Sonia Maino. La narrazione trae origine dall'incontro casuale di Sonia con Rajiv a Londra, entrambi giovani universitari, per proseguire poi in India, terra della famiglia Gandhi, un coacervo di etnie, religioni, di usanze millenarie, un paese dai profondi contrasti, ricchezza di pochi e povertà dilagante, complicato da governare e in cui vivere.
Non si tratta di un saggio né di una biografia, ma di un'ottima ricostruzione romanzata della storia familiare dei Gandhi dagli anni sessanta ad oggi, percorrendo gli eventi salienti e tragici di cui sono stati protagonisti, ma, aspetto più interessante, cogliendone l'anima, le paure, le gioie, osservandoli nella frugalità e semplicità della vita privata, spogli dalle vesti di attori sulla scena politica infuocata della loro terra.
E' un romanzo godibilissimo,dal sapore dolce e amaro, animato da persone di gran carattere, che emergono prepotentemente dalle pagine, vive e palpitanti, grazie alla forza impressa loro dall'autore attraverso un meticoloso lavoro di caratterizzazione e introspezione, avvalendosi di una folta bibliografia.
Di particolare intensità, la figura di Sonia, l'italiana che poco più che ventenne, decide di abbandonare tutto per seguire l'uomo che ama, trovandosi catapultata in una realtà sconosciuta e distante dall'occidente, tanto da atterrire chiunque; invece lei si dimostrerà una donna forte e intelligente, in grado di adattarsi alla nuova vita, facendo proprie le consuetudini indiane e sostenendo la famiglia nei momenti più avversi.
E' un libro che lascia il segno, che è in grado di scatenare sensazioni contrastanti in chi legge : commozione, indignazione, tenerezza, stupore.
Un plauso a Javier Moro, per trasportarci ,con uno stile leggero e brioso, lungo le strade di una delle nazioni più variopinte del mondo e tra le mura di casa di una delle famiglie più note dell'ultimo secolo.

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