Storia di Roma Storia di Roma

Storia di Roma

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Quando, nel pieno degli anni Cinquanta, pubblicò a puntate sulla "Domenica del Corriere" la "Storia di Roma", Montanelli cominciò a ricevere lettere sempre più indignate, che lo accusavano di faciloneria, leggerezza, disfattismo e perfino di empietà, per il suo modo di trattare un argomento considerato sacro. Con quest'opera Indro Montanelli intendeva infatti avvicinare gli italiani alla loro storia, raccontando le gesta e il carattere di uomini vivi e veri, e non di monumenti.



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Storia di Roma 2012-09-11 19:44:39 Ale96
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Ale96 Opinione inserita da Ale96    11 Settembre, 2012
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Roma: un grande impero dai grandi vizi

“ A guardare le cose dall'alto e a voler dare loro una ragione, si può dire che Roma nacque con una missione, l'assolse, e con essa finì. Questa missione fu di raccogliere le civiltà che l'avevano preceduta, la greca, l'orientale, l'egiziana, la cartaginese, di fonderle e di diffonderle in tutta l'Europa e il bacino del Mediterraneo. Essa non inventò granché né nella filosofia, né nell'arte, né nella scienza. Ma fornì le strade della loro circolazione, gli eserciti per difenderle, un formidabile complesso di leggi per garantirne lo sviluppo nell'ordine, e una lingua per renderle universali. Non inventò nemmeno delle forme politiche: monarchia e repubblica, aristocrazia e democrazia, liberalismo e dispotismo erano già stati sperimentati. Ma Roma ne fece dei modelli, e in ognuno di essi brillò per il suo genio pratico e organizzativo.”
Un paragrafo incisivo ma esaustivo dei secoli in cui nacque, crebbe e crollò la più grande organizzazione statale che il mondo abbia mai visto e al centro dell'opera ben cesellata del grande scrittore e giornalista Indro Montanelli (1909-2001): Roma.

Nessuno mai fino ad ora è riuscito ad emulare ciò che fu l'Impero Romano nella sua massima espansione durante il principato di Traiano e nella sua accurata organizzazione e amministrazione le quali, nonostante qualche eccezione, riuscirono a mantenere unito per molto l' immane crogiolo di popoli che lo costiruiva. Ci provarono Carlo Magno, Carlo V d'Asburgo, Napoleone ma i loro tentativi si vanificarono in pochissimo tempo.
Ancora oggi, leggendo “Storia di Roma” si rimane sbalorditi di fronte all'espansione romana, che da un insieme di capanne abitate da contadini che dovettero rapire le donne del popolo vicino per avere una discendenza divenne uno stato immenso che oltre all'Italia controllava la Grecia, la Turchia, l'Egitto, il Nord Africa, la Penisola Iberica, la Britannia e la Francia. Ma si nota anche come Roma ci assomigli purtroppo nei lati peggiori quali il degrado morale e religioso, la crisi dilagante, l'usura, i debiti, la corruzione e le mille difficoltà del “proletariato” e della piccola borghesia. Ed è questo l'obbiettivo dell'autore: mostrarci quali sarà il nostro futuro se continueremo a seguire la strada sbagliata dritta dritta alla devastazione e alla perdizione utilizzando uno dei più importante esempi donatoci dalla Storia. In fondo, conoscere il passato non aiuta a conoscere il presente ed a non commettere più gli errori dei nostri avi?

Montanelli ci conduce per mano, con la sua opera, in un lungo viaggio nel tempo che parte approssimativamente 2000 anni prima di Cristo,con l'arrivo in Italia di popolazioni nordiche da cui deriveranno gli umbri, i sabini e i latini,e con la fondazione di un villaggio sulle malariche sponde del Tevere il 21 aprile 753 al quale viene dato il nome di Roma. In breve tempo questo villaggio accresce soprattutto con l'alleanza dei Sabini e con le riforme dei leggendari 7 Re di Roma fino al 509, quando l'odiato re etrusco Tarquinio il Superbo viene definitivamente cacciato dalla città e si instaura una repubblica, la quale in breve tempo diventa un'oligarchia controllata dai senatori. Dopo questo cambio di regime politico, quel piccolo villaggio di contadini e montanari inizia ad espandersi e grazie all'audacia dei suoi abitanti il dominio romano si estende su tutta la penisola italica arrivando a contrastare gli interessi di Cartagine, che all'epoca possedeva il monopolio dei commerci sul Mediterraneo, con cui combatterà tre lunghe guerre le quali costituiranno l'inizio della fine dello Stato Romano. Infatti con la conquista di Cartagine e soprattutto con la conquista della Grecia Roma cambierà letteralmente il suo modo di vivere. Il mos maiorum basato su austerità, onestà, frugalità e devozione della religione, della famiglia e della patria verrà letteralmente travolto dai costumi più “molli” del mondo ellenico costituendo il bacillo del cancro che lentamente ucciderà lo Stato il quale nel 476 ( anno ufficiale della caduta dell'Impero Romano d'Occidente) avrà di romano solo il nome. Così passando per Cicerone, Cesare, gli imperatori d'adozione, i Severi, Diocleziano, Costantino vedremo come quei orblemi, prima di natura morale e sociale, si tramuteranno in una tremenda crisi la quale, scoppiata in tutto il suo furore nel III secolo d.C, condurrà il grande Impero romano,creduto eterno, al disfacimento totale da parte di popoli germanici, barbari, privi della competenza e dell'ingegno greco-latino i quali porranno fine all'epoca antica per iniziarne un'altra, il Medioevo.

Ora passiamo alle note dolenti:
1- lo stile utilizzato è leggero e frizzante rendendo così la narrazione dei fatti mai noiosa. Tuttavia in certi punti diventa frivola e infantile, come se l'autore cercasse di spiegare storia a mo' di favola davanti a dei bambini dell'asilo e ciò a volte mi ha infastidito.
2- Nella premessa Montanelli afferma che “ fra le tante qualità che occorrono allo storico, c'è anche un pizzico di ignoranza. Quella che impedendogli l'analisi di tanti particolari, gli consente di cogliere la sintesi dei grandi avvenimenti”. Questo lo trovo giustissimo ma a volte l'autore tralascia avvenimenti importanti come in non far accenno all'Editto di Tessalonica che sancisce il trionfo del Cristianesimo e la fine del paganesimo divenuto ormai una superstitio. Inoltre l'autore si sofferma, specialmente con gli imperatori, su la loro vita privata e soprattutto sugli intrighi di corte rendendo, soprattutto verso la fine, la narrazione delle vicende contorta e complessa con tutti quei nomi di imperatori-fantocci e generali che causano più confusione che altro.

Nonostante ciò, l'opera mi è piaciuta assai perché non parla solo di fatti ma anche di politica, cultura e società con interessanti approfondimenti sulla vita a Roma nel periodo delle guerre puniche e durante l'Impero per evidenziare il degrado e i vizi della cittadinanza. Forse aveva in parte ragione Catone il Cendore ad evitare di conquistare la Grecia che “capta, ferum vixctorem cepit”( conquistata, conquistò il barbaro vincitore, cioè Roma).

Questa è un'opera che consiglio vivamente soprattutto per chi vuole fare, come ho fatto io, un ripasso prima dell'inizio della scuola o per chi vuole dare una spolverata a quella storia Romana studiata sui banchi di scuola o di università. Buona lettura!!!!

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Storia di Roma 2012-02-22 19:09:03 DanySanny
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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    22 Febbraio, 2012
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Una storia un po' diversa da quella abituale

"Mai città al mondo ebbe più meravigliosa avventura. La sua storia è talmente grande da far sembrare piccolissimi anche i giganteschi delitti di cui è disseminata. Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo: di avere per capitale una città sproporzionata, come nome e passato, alla modestia di un popolo che quando grida Forza Roma allude soltanto a una squadra di calcio"
(Indro Montanelli, Storia di Roma)

Come si può definire questa affermazione? Ironica? Inquietante? Forse entrambe, ma non sono ancora riuscito a darmi una risposta.

Spesso avevo provato a leggere un saggio puramente storico per approfondire determinati aspetti di società solo apparentemente lontano dalla nostra, ma avevo sempre fatto marcia indietro. Questo perchè la storia veniva presentata come una noiosissima sequenza di fatti, guerre, congiure, tradimenti e date. Poi, finalmente, ho scoperto Montanelli e la prospettiva in cui vedo la storia è radicalmente cambiata. Pur essendo scritto nei "lontani" anni Cinquanta, lo stile è modernissimo: ironico, pungente, mai tedioso. E'la satira che domina questo libro: satira fatta nei confronti della società antica,e che, impercettibilmente (ma spesso anche esplicitamente), si riflette nella società contemporanea. Montanelli diverte, coinvolge, fa riflettere. L'autore ha infatti la capacità di fondere magistralmente i fatti con la vita pubblica e la cultura. Si passa così da capitoli più propriamente storici, ad altri come "I suoi [di Roma] divertimenti" e "Una cena a Roma". Montanelli ci presenta aneddoti, curiosità e aspetti insoliti, non solo della società, ma anche (e soprattutto) di personaggi che noi consideriamo quasi perfetti ed astratti. Ecco allora che vediamo (il grande) Giulio Cesare deriso come "donnaiolo zuccapelata", l'imperatore Claudio considerato alla stregua di una zucca e donne astute che, dietro ai propri mariti/figli, gestivano le fila del più grande impero dell'antichità in veri e propri matriarcati. Sintomo dell'importanza che rivestono i personaggi è testimoniata dal fatto che i capitoli sono intitolati a personaggi "Cicerone, Cesare, Catone, Nerva e Trainao, Diocleziano, Costantino" etc. . Altro aspetto caratteristico dell'opera è la grande (e forse eccessiva) attenzione dell'autore verso gli intrighi di corte, gli omicidi ordinati da amanti, mogli, filgie che hanno raggiunto il vertice imperiale. Forse è questo uno dei pochi difetti del saggio: l'interesse morboso per le passioni più intime degli imperatori, le loro trasgressioni e le loro bizzarrie private (tutti fatti accuratamente riportati da storici classici e non esagerati dalla fantasia dell'autore). Ma forse Montanelli aveva capito che, prima che sul piano politico e sociale, la reputazione e l'appoggio si ottengono tra i "corridoi di palazzo e le camere da letto". Insomma, un mondo molto simile al nostro.
Discorso a parte va riservato all'APPROFONDIMENTO. Fin dalla sua pubblicazione il libro è stato accusato si essere superficiale, leggero e disfattista. Tuttavia, come chiarisce l'autore nell'introduzione del saggio:" Io non ho mai avuto l'ambizione di scrivere una storia completa: so benissimo di aver sacrificato molti particolari al quadro generale. [...] Il libro non pretende di portare rivelazioni [...] Io spero solo di aver raccontato la storia in maniera più semplice e cordiale, attraverso una serie di ritratti che illuminano i protagonisti di una voce più vera". Presa coscienza di ciò, mi sono rapportato al libro di conseguenza: non ho cercato completezza, ma cordialità e ironia e le ho trovate. Tuttavia, devo ammettere, che alcuni passaggi del libro sono fin tropppo sintetici, persino per questo genere di libro. Lo stile e la paicevolezza però, unite ad un'insieme variegato e divertente di curiosità, compensa efficacemente il problema. Utilissimi, infine, le cartine disseminate lungo il testo , l'indice dei nomi e la cronologia essenziale dei fatti raccontati nell'opera. Insomma: Montanelli mi ha colpito e ha raggiunto il suo scopo: "affezionare alla storia di Roma qualche persona fin qui respinta dall'accademismo di chi glil'ha raccontata prima di me". Certamente leggerò altri libri dell'autore; mi manca di già quello stile provocatorio, ironico, irriverente e sarcastico.

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