Chi ha ucciso Sarah?
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Un pomeriggio di agosto, verso la metà degli anni Novanta. Nel silenzio immobile della controra, una voce chiede aiuto. Una volta, due volte, dieci volte il grido risuona nell’androne ombroso di una elegante palazzina di Posillipo. Poi il silenzio, di nuovo, avvolge la strada. Nessuna porta si è aperta, nessuno degli inquilini ha risposto all’appello della ragazza. In quell’androne la troverà, morta, un giovane poliziotto. Il giovane poliziotto interrogherà i vicini, rintraccerà gli uomini che l’hanno amata. Scoprire la verità lo indurrà a guardare con meno candore, e a giudicare con meno benevolenza, quella parte della città i cui abitanti, pur non essendo né camorristi né spacciatori né tossici – ma liberi professionisti, intellettuali, «gente perbene», insomma –, hanno anch’essi i loro ignobili segreti, le loro viltà nascoste.
Letteratura italiana
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