Gialli, Thriller, Horror

Certe fortune

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3.8 (2)
Certe fortune
Alle prime ore del 5 luglio 1928, come concordato, Gustavo Morcamazza, sensale di bestiame, si presenta a casa Piattola sorprendendo il Mario e la Marinata, marito e moglie, i quali non avrebbero scommesso un centesimo sulla sua puntualità. Invece il Morcamazza è arrivato in quel di Ombriaco, frazione di Bellano, preciso come una disgrazia, portando sull’autocarro il toro promesso e due maiali, che non c’entrano niente ma già che era di strada… Il toro serve alla Marinata, che per conto suo già da qualche anno ha messo in piedi un bel giro intorno alla monta taurina: lei noleggia il toro e poi lucra sulla monta delle vacche dei vicini e sulle precedenze, perché, si sa, le prime della lista sfruttano il meglio del seme. Ma con un toro così non ci sarebbero problemi di sorta. Se non lo si ferma a bastonate è capace di ingravidare anche i muri della stalla. Almeno così lo spaccia il Morcamazza, che ha gioco facile, perché la bestia è imponente: milleduecento chili di peso e centosettanta centimetri al garrese. Da fare paura. Un animale del genere, però, bisogna saperlo tenere, perché se dovesse scappare ce ne sarebbe per terrorizzare l’intero paese; chiamare i carabinieri; o solleticare il protagonismo del capo locale del partito, tale Tartina, che certe occasioni per dimostrare di saper governare l’ordine pubblico meglio della benemerita le fiuta come un cane da tartufo. E infatti… Con Certe fortune torna sulla scena allestita da Andrea Vitali il maresciallo Ernesto Maccadò. Già alle prese con gli strani svenimenti della moglie Maristella, che fatica ad ambientarsi nel paese lacustre, il maresciallo deve anche occuparsi del subbuglio che agita le contrade bellanesi, tra la monta taurina, la prossima inaugurazione del nuovo tiro a segno e un turista tedesco chiuso a chiave nel cesso del battello: quanto basta per impegnare a fondo la pazienza e la tenuta di nervi di un santo.

Letteratura italiana

Il giallo di Montelepre

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3.6 (2)
Il giallo di Montelepre
Sassari, 1961. È la settimana prima di Natale quando un barbone molto noto in città viene trovato morto in una piazza del centro storico. I sospetti ricadono subito su un altro mendicante, di cui si perdono immediatamente le tracce. Il caso si presenta all’apparenza molto semplice: qualcuno ha visto il presunto omicida che sottraeva qualcosa dalle tasche della vittima. Ma il tenente dei carabinieri, Giorgio Roversi, bolognese DOC trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, non ne è del tutto convinto. Seguendo gli indizi disseminati ovunque, e con l’aiuto di Luigi Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, il tenente scoprirà che la verità affonda le proprie radici in storie del passato, antiche e ormai dimenticate… Quando anche un secondo cadavere viene rinvenuto, Roversi ha davvero poco tempo per agire: dovrà risolvere il caso al più presto, prima che l’assassino riesca a farla franca.

Letteratura italiana

Rien ne va plus

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4.6 (6)
Rien ne va plus
"Rien ne va plus" prende il via poche ore dopo gli eventi che concludono il precedente romanzo, "Fate il vostro gioco"; le indagini sull'omicidio di Romano Favre, il pensionato del casinò di Saint-Vincent dove lavorava da «ispettore di gioco», ucciso con due coltellate, si sono concluse con l'arresto del colpevole, ma il movente è rimasto oscuro. Schiavone non può accontentarsi di una verità a metà. Mentre si mobilita insieme alla sua squadra di poliziotti, ben altra coltellata lo pugnala: Enzo Baiocchi, l'assassino di Adele, la vecchia amica di Rocco uccisa mentre dormiva in casa sua, ha chiesto di parlare col giudice Baldi rivelando un segreto che riguarda proprio Schiavone, una pagina inconfessabile del suo recente passato che potrebbe sconvolgergli per sempre la vita. Turbato, incerto su come muoversi, Rocco si ritrova a indagare su una rapina: è scomparso un furgone portavalori che doveva consegnare alla banca di Aosta l'incasso del casinò. Ma ad Aosta non è mai arrivato, se ne sono perse le tracce dopo una curva e sembrerebbe svanito nel nulla, se non fosse che l'autista viene ritrovato semiassiderato in Valsavarenche.

Letteratura italiana

La memoria dei corpi

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3.8 (2)
La memoria dei corpi
Giorgio Saveri non ha nemmeno quarant'anni ma sulle spalle ha accumulato abbastanza delusioni da ritirarsi a vivere nella magione di famiglia, una lussuosa e antica villa sulle colline piacentine ricca di opere d'arte. Unico contatto con il mondo è Agnese, la domestica che l'ha cresciuto al posto della vera madre, una donna algida morta molti anni prima in un incidente stradale, e del padre dispotico, che fino al giorno del suo suicidio non ha mai perso occasione di denigrarlo pubblicamente. Tutto cambia la notte in cui Giorgio si imbatte nella fascinosa Giulia, che ha il dono di capirlo come mai nessun'altra persona prima ma che di sé racconta poco, e che lo imbriglia in una relazione ambigua e ad alto tasso erotico. Quando però Agnese scompare nel nulla, Giorgio non ci sta, e inizia a indagare. Presto, il cerchio intorno alle bugie di Giulia si stringe, ma lei non è l'unica a nascondere segreti…

Letteratura italiana

L'onore e il silenzio

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3.3 (1)
L'onore e il silenzio
Il 1924 non è scandito dalle lancette dell’orologio ma dagli sbuffi della locomotiva, che significano progresso. Lo sanno bene nella placida Borgodivalle, scossa dal clangore dei colpi sulle traverse d’acciaio e dal ritrovamento, proprio sotto al moderno ponte in ferro, del corpo senza vita dell’ingegnere Alessi. I lavori si fermano e la cittadina piomba nel caos. Per ripristinare l’ordine e assicurare i colpevoli alla giustizia, è inviato sul posto il brigadiere Maisano, disilluso gregario alle prese con il ruolo dell’indagatore. Lo affiancano nella ricerca della verità il suo tic all’occhio sinistro e l’indolente appuntato Varcone. Mentre antiche ruggini e velenose dicerie serpeggiano ovunque, Maisano sarà costretto al viavai “lungo linea”, e a spingersi nella fitta boscaglia, sulle colline rifugio di latitanti e donne coriacee, inseguendo la sanguinosa pista dell’onore. Anche Gennaro Loiacono, il venerando caposquadra degli operai del cantiere ferroviario, prenderà parte alle indagini, nella speranza che i suoi uomini si tengano lontani dai guai. Gianni Mattencini riavvolge il nastro del tempo per tessere la trama di un giallo intenso e solenne. In un immaginario sobborgo dalle tinte western e dall’atmosfera sospesa, lascia echeggiare le mille voci di un popolo, che da un lontano passato illuminano le contraddizioni del presente.

Letteratura italiana

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