Gialli, Thriller, Horror

Il paradosso di Napoleone

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4.4 (2)
Il paradosso di Napoleone
Il commissario Salvatore Vivacqua - Totò per pochi intimi - ama Torino. Per un siciliano come lui non è stato facile il trasferimento, ma presto ha ceduto al fascino della sua città di adozione, "per quel tono di serietà che Torino mette nelle cose, quel senso di dignità, di eleganza, di storia che solo se sei nato nel Sud riesci a capire". Ma ora sta piovendo da giorni e il capo della Direzione Investigativa non riesce più a sopportare il maltempo. Non immagina che presto avrà motivi di contrarietà ben più gravi. Il telefono squilla, all'altro capo del filo c'è il questore, detto il Doge: un omicidio feroce a Carmagnola. La vittima è Pierluigi Paternostro, artista affermato, proprietario di una maestosa tenuta in campagna, ex hippie tutto genio e sregolatezza, ma alla fine un tipo pacifico. Chi poteva odiarlo al punto da massacrarlo in casa sua? Perché lo hanno ucciso? Il medico legale dice che è morto da quattro giorni, un ritardo investigativo pesantissimo. Il commissario si trova così protagonista di una disperata caccia all'uomo, mentre il numero delle vittime continua a crescere e la pressione delle alte sfere diventa asfissiante. Minacciano di togliergli il caso, poi l'ultimatum: tre giorni per snidare la belva, dopodiché arriveranno altri investigatori. Un'umiliazione insopportabile per Vivacqua. Per fortuna accanto a lui c'è la sua rodatissima squadra: il mite e analitico Sergio Santandrea, detto il Giraffone, l'atletico Migliorino, il più apprezzato nel lavoro sul campo, e poi Carbone, Patanè... e un ospite speciale, il dottor Meucci, funzionario del Ministero in visita, un romano fanatico di Napoleone, argomento su cui ama intrattenersi con dovizia di aneddoti e interpretazioni storiche. In un succedersi incalzante di rivelazioni e colpi di scena, Vivacqua e il killer si troveranno faccia a faccia e, più che l'intelligenza o l'intraprendenza, a decidere la partita sarà l'imponderabile, capace di capovolgere le sorti di ogni battaglia, come il paradosso di Napoleone insegna.

Letteratura italiana

Uno sterminio di stelle. Sarti Antonio e il mondo disotto

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4.8 (1)
Uno sterminio di stelle. Sarti Antonio e il mondo disotto
"Bologna non è più la stessa, la gente non sorride più." È da qualche tempo, precisamente dall'anno del terremoto in Emilia, che Sarti Antonio, sergente, va ripetendo con tristezza questa frase. A dargli ragione ancora una volta arrivano i fatti. Si sta occupando della scomparsa di Nanni Rolandina, una bella ragazza di anni diciannove e occhi turchini, quando viene chiamato d'urgenza dal cantiere del nuovo stadio del Bologna che sorgerà nella località archeologica di Villanova, dove Rosas ha fatto una scoperta interessante. Dagli scavi - per la gioia del capocantiere e dell'impresa costruttrice che dovranno sospendere i lavori - sono emerse, una dopo l'altra, tredici mummie di epoca etrusca, perfettamente conservate. Alcuni particolari risultano subito inquietanti. Intanto i corpi superano i due metri di altezza, hanno il cranio enorme e dodici di loro hanno i femori spezzati come se fossero stati sottoposti a un antico rito funebre. Ai piedi di una delle mummie c'è un omphalos, una pietra con l'incisione di un demone che impugna una mazza. Il mattino dopo Sarti Antonio è convocato di nuovo al cantiere per una macabra novità: nella notte i cadaveri sono diventati quattordici. Accanto alle mummie c'è il corpo dell'architetto Bonanno, progettista dello stadio e direttore dei lavori. Anche lui ha i femori spezzati. E anche ai suoi piedi c'è una pietra ricoperta di segni enigmatici. Chi odiava così tanto l'architetto da inscenare una cerimonia ancestrale? E Rolandina, la ragazza che ha fatto perdere le sue tracce, ha qualcosa a che fare con il mistero? In soccorso di Sarti giungono il talpone Rosas e le sue conoscenze archeologiche. I due avranno modo di rifletterci, come al solito, davanti a un buon caffè sotto i portici, ma per l'occasione proseguiranno le ricerche anche di fronte a un bel cestino di tigelle e crescentine sull'Appennino. È qui, attorno all'antico centro oracolare di Montovolo, che affondano le radici il mistero del demone etrusco e quello, ancora più intricato, di una portantina che viene da un passato di stragi e delitti.

Letteratura italiana

Alle spalle del cielo

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Alle spalle del cielo
Alessandria, 1944. L'ex commissario di Polizia Lorenzo Maida è tornato in Italia ormai da qualche anno, ed è costretto a lasciare la polizia per non aver portato del tutto a termine una missione in Spagna, ovvero l'eliminazione di sette anarchici italiani. Mosso da un'inaspettata pietà ha lasciato in vita l'ultimo dei suoi obiettivi. Maida cerca quindi di ricostruirsi una nuova esistenza come commerciante di tessuti ad Alessandria, dove già vivono la sorella Martina con il marito Vito Todisco, commissario a sua volta e amico da sempre. La vita sembra scorrere normale, tra un allarme per un possibile bombardamento alleato e un'incursione delle truppe tedesche, quando una rapina in banca e il furto degli stipendi degli operai del calzaturificio locale turbano la placida comunità. Il caso sembra chiuso con il ritrovamento del cadavere di un noto balordo e la conseguente morte di Graffio, un giovane quanto ingombrante comunista dalla lingua lunga. Il tutto viene archiviato come un regolamento di conti tra due complici, Maida però non è convinto, e per dare una mano al cognato incaricato delle indagini si muoverà come un lupo solitario tra le pieghe della città. Così, tra banchieri senza scrupoli e ricordi di affascinanti amanti e la tagliente ironia del suo dipendente Curcio, Maida svelerà una verità ben più profonda che anima e turba la calma nebbiosa di Alessandria, mentre squadriglie di aerei alleati sono pronte a portare l'inferno in terra.

Letteratura italiana

La bestia nera

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4.5 (1)
La bestia nera
Un cane nero addestrato per uccidere, della stessa razza di Dick, il cane di Max Gilardi, è la bestia nera. Accusato di aver azzannato un uomo, e poi prosciolto dalle prove della polizia scientifica, Dick è innocente, ma resta tuttavia la domanda: è casuale la morte, identica, di una bimba nel parco dove Max Gilardi stava correndo come d’abitudine con il suo cane? O proprio Gilardi è il fil rouge di una catena di omicidi che sembra collegare un losco faccendiere del porto di Napoli a una facoltosa e rispettabile famiglia borghese? Per smascherare il colpevole, gli toccherà riannodare vecchie vicende dei suoi primi processi, scartare false piste, affrontare i fantasmi della paura. Con Gilardi, anche noi restiamo impigliati nelle maglie di questo giallo, scritto da Elda Lanza con passione, eleganza e ironia.

Letteratura italiana

La rete di protezione

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4.5
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4.4 (3)
La rete di protezione

Vigàta è in subbuglio: si sta girando una fiction ambientata nel 1950. Per rendere lo scenario quanto più verosimile la produzione italo-svedese ha sollecitato gli abitanti a cercare vecchie foto e filmini. Scartabellando in soffitta l’ingegnere Ernesto Sabatello trova alcune pellicole, sono state girate dal padre anno dopo anno sempre nello stesso giorno, il 27 marzo, dal 1958 al 1963. In tutte si vede sempre e soltanto un muro, sembra l’esterno di una casa di campagna; per il resto niente persone, niente di niente. Perplesso l’ingegnere consegna il tutto a Montalbano che incuriosito comincia una indagine solo per il piacere di venire a capo di quella scena immobile e apparentemente priva di senso. Fra sopralluoghi e ricerche poco a poco in quel muro si apre una crepa: un fatto di sangue di tanti anni fa, una di quelle storie tenute nell’ombra.

Letteratura italiana

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