Gialli, Thriller, Horror

Il caso Bramard

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3.8 (3)
Il caso Bramard
Corso Bramard è stato il commissario più giovane d’Italia. Meditabondo, insondabile, introverso, capace di intuizioni prossime alla chiaroveggenza. Fino a quando un serial killer di cui seguiva le tracce ha rapito e ucciso la moglie Michelle e la piccola Martina. Da allora sono passati vent’anni. Corso vive in una vecchia casa dimessa tra le colline, insegna in una scuola superiore di provincia e passa gran parte del tempo arrampicando da solo in montagna, spesso di notte e senza sicurezze, nell’evidente speranza di ammazzarsi. Perché, come suole ripetere, “non c’è nessuna vita adesso”. Eppure qualcosa è rimasto vivo in lui: l’ossessione, coltivata con quieta fermezza, di trovare il suo nemico. Il killer che ha piegato la sua esistenza e che continua a inviargli i versi di una canzone di Leonard Cohen. Diciassette lettere in vent’anni, scritte a macchina con una Olivetti del ’72. Un invito? Una sfida? Ora, quell’avversario che non ha mai commesso errori sembra essere incappato in una distrazione. Un indizio fondamentale. Quanto basta a Corso Bramard per riprendere la caccia, illuminando una scena popolata da personaggi ambigui e potenti, un dedalo di silenzi che conducono là dove Corso ha sempre cercato il suo appuntamento, e il suo destino.

Letteratura italiana

Il cappello del maresciallo

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3.8 (2)
Il cappello del maresciallo
Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l’ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due obbedienti sottoposti. Nel breve volgere di due giorni, mezzo paese viene preso dalla febbre dell’intrigo, che non risparmia nessuno: dalla segretaria comunale Gigliola, zelante in tutto tranne che nel lavoro, al ruvido macellaio milanista Primo Ruggeri, per non parlare della bella barista Elena, contesa tra due uomini e ben decisa a conquistarne un terzo. L’indagine si complica, finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello.

Letteratura italiana

L'ultima scommessa

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L'ultima scommessa
La trama e le recensioni di L'ultima scommessa, romanzo di Gian Mauro Costa edito da Sellerio. Enzo Baiamonte, investigatore per caso del quartiere della Zisa di Palermo, ha fatto la sua scelta. Chiudere il laboratorio elettrotecnico che ormai non rende niente e dedicarsi professionalmente all’investigazione, anche perché il poliziotto cugino della sarta Rosa gli ha fatto ottenere il patentino. È morto con la gola tagliata un signor Vittorio Anselmo. Era il padre di una signora presso cui andava a lavorare un’amica della aiutante di casa dell’investigatore. Suicidio, ha decretato la polizia. Ma la figlia non ci ha creduto e, dopo qualche esitazione, Enzo si è fatto convincere. Sarà lui a condurre l’inchiesta alternativa. Forse è presuntuoso e se ne accorgerà. Il caso è molto grosso. Durante un sopralluogo nella casa del defunto Vittorio Anselmo, crede di aver trovato un segnale, scopre uno strano indizio. Una frase del tutto sibillina della vittima lo orienta: «Per ora gioco coi diavoli». Quali diavoli? Forse i famosi diavoli della Zisa che cambiano numero ogni volta che vengono contati? Stavolta, i mezzi di Baiamonte sono decisamente al di sotto del caso criminale che affronta. Questo lo proietta nel giro pericoloso del gioco d’azzardo e lo pone di fronte a un doppio bluff con la morte. Dalla sua ha la fortuna, il naturale intuito, un pizzico di coraggio, soprattutto la capacità di ambientarsi nella fauna umana delle sue strade, di nuotare come un pesce, piccolo ma agile, nella sua acqua. Prototipo – se si vuole – di un civismo, capace di riconoscere la comunità ma non uno Stato da sempre estraneo, l’elettrotecnico della Zisa batte il suo quartiere come se fosse una sterminata metropoli e altrettante facce e situazioni è capace di incrociare. Con tenace ingenuità, si avvicina al bandolo del delitto e all’identità più vera della sua città. Gian Mauro Costa è nato e vive a Palermo, dove lavora. Giornalista de «L’Ora» e adesso della Rai, ha pubblicato con Sellerio i romanzi Yesterday (2001) e Il libro di legno (finalista al Premio Scerbanenco 2010), primo romanzo con protagonista Enzo Baiamonte, Festa di piazza (2012) e L'ultima scommessa (2014).

Letteratura italiana

Radiomorte

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4.9 (3)
Radiomorte
Vi presentiamo i Colla. Padre di successo, madre affettuosa, figlio bello e capace, figlia intelligente. Sono mercanti di felicità. Mostrano al mondo che diventare come loro si può, basta acquistare il bestseller di Fabio Colla La famiglia felice al tempo della Crisi. Milioni di lettori lo hanno già fatto e oggi i quattro sono invitati a parlare in una sperduta radio di provincia. Ma una volta entrati in studio l’intervista prende una piega spiacevole. Le domande si fanno incalzanti. Poi le porte si chiudono. Infine Kristel, la giovane dj, comunica che uno dei quattro non uscirà vivo di lì. Chi? Lo decideranno loro. Non esiste un modo per salvarsi. Ma è possibile ritardare il gran finale raccontando i più terribili segreti. E dal passato dei Colla riemergono gli incubi rimossi della «famiglia perfetta ». I Colla mostrano il loro vero volto. E il mito dell’armonia familiare si dissolve in una trama sempre più nera...

Letteratura italiana

La giostra dei fiori spezzati

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3.9 (6)
La giostra dei fiori spezzati
Padova, inverno 1888. Nelle campagne infuria la pellagra, mentre in città le luci dei quartieri più signorili e ricchi stridono per contrasto con la bolgia del Portello, la zona più popolare e malfamata della città. Ed è proprio qui, al Portello, che al termine di una notte nevosa, viene ritrovato il cadavere straziato di una prostituta. L'ispettore Roberto Pastrello capisce che le sue forze non basteranno a risolvere il caso e decide di chiedere la collaborazione di due detective d'eccezione. Il giornalista investigativo Giorgio Fanton, massimo esperto del Portello, e il famoso criminologo Alexander Weisz, intuitivo, tormentato, affascinante. Da quando, bambino, ha trovato sua madre uccisa da un assassino misterioso, Weisz ha giurato che non avrebbe mai più permesso che a una donna venisse fatto del male. Ma il trauma dell'infanzia gli ha lasciato anche una pericolosa dipendenza dal laudano. Dopo qualche riluttanza l'irruente Fanton, allegro e conviviale, molto abile nelle risse, e Weisz, geniale e anticonformista, trovano accordo e affiatamento, aiutati non solo dall'ispettore Pastrello, ma anche da Erendira, meravigliosa gitana, cartomante e prostituta, avvolta nel mistero dei suoi occhi blu in cui è impossibile non perdersi. L'assassino, però, continua a colpire finché Weisz coglie un primo collegamento negli omicidi: tutte le vittime hanno il nome di un fiore...

Letteratura italiana

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