Narrativa straniera Romanzi autobiografici Le memorie della dama di Sarashina
 

Le memorie della dama di Sarashina Le memorie della dama di Sarashina

Le memorie della dama di Sarashina

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L’insoddisfazione per la vita in una provincia povera di stimoli, l’amore divorante per la lettura, la delusione della vita a corte, un matrimonio tardivo e poco romantico, la difficoltà ad accettare di diventare madre, la ricerca di una felicità possibile solo nella fantasia, la scelta infine della solitudine: dal Giappone di mille anni fa questa è la storia in forma di diario di una donna, dei suoi sogni e delle sue disillusioni. Un racconto autobiografico al femminile di una scrittrice di cui non sappiamo nemmeno il nome, perché in quella società patriarcale non aveva il diritto ad averne uno, perché poteva riconoscersi solo come moglie, madre, sorella o figlia, e che attraverso la scrittura cerca invece di costruire il proprio mondo e la propria storia in opposizione alla cultura maschile. Un racconto dunque che viene da molto lontano ma che parla a noi in modo sorprendentemente moderno, che ci trasmette l’emozione di una delle prime storie di disagio femminile.



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Le memorie della dama di Sarashina 2013-08-12 06:52:25 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    12 Agosto, 2013
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Sarashina nikki

"Li avrei scambiati 
per fiocchi di neve
caduta fuori stagione,
se i fiori d'arancio
non profumassero tanto."

Il periodo Heian della storia giapponese si colloca tra il 794 ed il 1185 ed era caratterizzato da una societa' estremamente gerarchica, organizzata e patriarcale. Il ruolo della donna era relegato alla vita familiare e con scarso accesso alla cultura , proprio nel diario ella trovo' un canale di sfogo per esprimere la sua personalita' , spesso costretta al silenzio. 
Nei diari dell'epoca Heian, scritti da donne per un pubblico femminile, e' molto diffuso l'intermezzo di poesia, che a quell'epoca in Giappone era una vera e propria forma di integrazione sociale.
Il Sarashina nikki, ossia il diario di Sarashina ( antico distretto giapponese) fu scritto circa nel 1060 da una dama , abile poetessa, che presto' servizio alla corte della principessa Yushi . Purtroppo non e' noto come si chiami ma, come voleva la tradizione nipponica che negava il nome alle donne, essa e' registrata nelle raccolte imperiali come Sugawara no Takasue no musume, ossia figlia di Sugawara no Takasue.
Il nikki, scritto in eta' adulta, ripercorre la vita della donna da quando tredicenne parti' verso la capitale, divenne poi dama imperiale e , dopo la perdita del marito, si ritiro' in tristezza e solitudine.

" Luna diretta a ponente
vai a dirle che io
mi sono svegliata
in un letto inondato
di lacrime di nostalgia."

Povero (salvo le poesie che io adoro) sarebbe il valore di questo scritto se decontestualizzato ( del resto anche un geroglifico, senza la consapevolezza della provenienza dall'antico Egitto, non sarebbe cosi' affascinante), mentre esso si fa interessante se consideriamo trattarsi di un manoscritto originale salvato dall'oblìo, tradotto in italiano direttamente dal giapponese e corredato da una eccezionale ed interessantissima introduzione della curatrice Carolina Negri. 
Il libro , considerato nella totalita' di diario ed introduzione e' breve e a modo suo suggestivo, corredato di numerose  poesie.
Molto piacevole, poco convenzionale, buona lettura.

"Nel cielo incerto
del viaggio
puntuale compare
la luna dell'alba
che avevo visto nella capitale."

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