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Il condominio
 
Il condominio 2018-05-12 22:21:49 La Lettrice Raffinata
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4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
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4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Mag, 2018
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Qual è il tuo posto nel condominio sociale?

Anche la persona più sensibile e impressionabile non può evitare di essere attratta in modo a volte morboso dalla violenza; quando si verifica un incidente, in molti si radunano per lanciare uno sguardo seppur fugace, pur rendendosi conto che potrebbero trovarsi di fronte dei morti o dei feriti gravi. Ed è probabilmente questa la stessa attrazione innaturale che sperimentano i personaggi de “Il condominio” quando, prima trovano più difficoltoso lasciare il grattacielo e smaniano per farvi ritorno, e poi scelgono di non uscirne più.
La storia è ambientata in un complesso residenziale alla periferia di Londra; sebbene il romanzo sia stato pubblicato nel 1975, esso presenta diversi elementi che si potrebbero definire quasi futuristici, quindi è arduo collocarlo dal punto di vista temporale. Nel complesso sono in costruzione cinque condomini, tra i quali quello “protagonista” della vicenda che inizialmente è il solo ultimato.
La trama ha il via nel momento in cui viene raggiunta la “massa critica”, ossia quando tutti gli appartamenti sono abitati: questo fa sorgere dei problemi nella struttura, specialmente nell’impianto elettrico, ma questi sono soltanto la scintilla che innescherà in breve tempo ben altro, nella mente stessa dei condomini.
Il lettore diventa così il solo testimone di una serie di atti dalla violenza sconcertante, nonché alla regressione dei personaggi a uomini primitivi, associati in clan; quando si inizia a pensare che la situazione non potrebbe peggiorare ulteriormente, questi rozzi gruppi si scindono e la natura animale dell’uomo prende il sopravvento, tanto che i superstiti si barricano in appartamenti ormai divenuti tane ed abbandonano il dialogo in favore di un linguaggio primigenio fatto di grugniti disarticolati.
È da notare come sin dall’inizio si palesano delle rivalità e dei dissapori tra i condomini; il grattacielo stesso si dimostra una vera e propria rappresentazione della piramide sociale, divisa idealmente in tre blocchi verticali in base alla ricchezza ed la prestigio dei suoi abitanti.
Tutti gli inquilini diventano carnefici o vittime (o entrambi) degli atti di violenza. Il lettore potrà inoltre osservare come molti dei personaggi documentino con foto, registrazioni audio o video queste barbarie, ma non per portare le testimonianze al mondo esterno bensì con il solo scopo di poterle rivedere in un secondo momento.
Tra i numerosi personaggi spiccano tre uomini che potrebbero essere identificati come i protagonisti dal momento che il narratore esterno incentra sempre i capitoli su uno dei loro POV. Ognuno di loro è inoltre la personificazione di una delle tre fasce sociali che, come accennato prima, caratterizzano il condominio: nell’attico dell’ultimo piano abita Royal, uno degli architetti autori del complesso, il cui scopo è regnare (da qui il nome) sull’intero condominio; nella zona centrale troviamo il dottor Laing, che mediocremente si accontenta di sopravvivere nell’appartamento in cui si è barricato con le sue donne; il più dinamico del trio è il regista di documentari Wilder che, mosso dal pretesto di un reportage sulla vita nel complesso, tenterà una scalata all’edificio.
Per quanto particolare, la storia non mi è sembrata del tutto originale, perché molti elementi ricordano “Cecità” di José Saramago, specie nell’ambientazione e nelle scene di violenza; d’altro canto il rapido cambiamento da una situazione potenzialmente utopica (il nuovo condominio pieno di servizi e confort) ad una distopia di stampo psicologico, farà venire in mente a molti “Il signore delle mosche” di William Golding.
A rendere però caratteristico ad unico questo romanzo sono però lo stile che a tratti fa pensare ad un documentario, con tanto di aggiornamenti ad ogni capitolo sullo stato di degrado in cui versa l’edificio. La narrazione è molto veloce, per adeguarsi alla rapida discesa nella violenza e nelle barbarie; le azioni hanno molto spazio, mentre esso viene sottratto ai dialoghi e alle descrizioni, davvero essenziali.

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