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Un oscuro scrutare
 
Un oscuro scrutare 2021-11-29 08:49:53 Valerio91
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    29 Novembre, 2021
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A scanner darkly

Forse uno dei romanzi - almeno tra quelli che ho letto - che più testimoniano l’esperienza diretta di Philip K. Dick col mondo della droga. Molto indicativa in questo senso è anche la nota dell’autore al termine della storia, nella quale si fa un’inquietante elenco di nomi di persone care a Dick che hanno condiviso con lui questo “gioco” al quale non hanno saputo più sottrarsi, affiancati dal loro inquietante destino che, nella maggior parte dei casi, conduce alla morte. La sensazione di smarrimento, la percezione d’un mondo sfocato e dai contorni indistinti è un qualcosa che si percepisce fortemente durante la lettura di questo romanzo che ha elementi del poliziesco, del distopico e della fantascienza, sebbene lo stesso Dick non volesse posizionarlo all’interno d’un genere preciso, considerati i temi trattati. Come dargli torto considerato che ancora oggi, per un romanzo, essere collocato all’interno di un genere equivale a un’etichetta di “bassezza” letteraria? Ma forse, più che cercare di evitare che il suo interessante romanzo fosse identificato come fantascienza, Dick avrebbe avuto la forza di sollevare una questione cruciale, ovvero quanto un’opera letteraria appartenente a un preciso genere (magari spesso associato a intrattenimento) possa esprimere valore letterario parimenti o anche in misura maggiore di altre opere non collocabili. Ma questa è un’altra lunga storia.
Per quanto riguarda “Un oscuro scrutare”, invece, al centro del racconto abbiamo Bob Arctor/Fred, che conduce una vita doppia come infiltrato della Narcotici in una Los Angeles sfocata e apparentemente distopica, sebbene i suoi contorni politici non siano perfettamente delineati. In questo contesto, tantissime persone sono soggette alla dipendenza dalla Sostanza M, una droga potentissima che può portare il cervello a deteriorarsi irrimediabilmente, rendendo necessaria una disintossicazione presso dei centri specializzati quali il Nuovo Sentiero. Il percorso di Bob Arctor lo porterà sempre più a una frammentazione dell’Io tipicamente novecentesca, in questo caso causata dall’assunzione coatta (?) della Sostanza M. Non poche saranno le riflessioni che verranno portate all’attenzione del lettore durante questo percorso, in una prosa probabilmente tra le migliori nei romanzi Dickiani.
Probabilmente una delle opere più interessanti dell’autore, dalla quale è stato anche tratto un film con Keanu Reeves e Robert Downey Jr.

“Può una passiva telecamera a luci infrarosse, come quelle in uso un tempo, o un’olocamera tridimensionale, del tipo che si usa oggi, l’ultimo tipo, vedere fin dentro di me, fin dentro di noi, in modo chiaro? O in un modo confuso, oscuro? Io spero possa, pensò, vedere con chiarezza, perché io non riesco a vedermi dentro oramai. Io vedo solo tenebre. Tenebre tutt’intorno, tenebre dentro. Spero, per il bene di ciascuno, che le olocamere facciano meglio. Perché, pensò, se alle olocamere è dato solo un oscuro vedere, nel modo in cui a me è dato, allora nostra è la maledizione, e ancora siamo maledetti, come lo siamo sempre stati, e così saremo tutti spinti verso la morte, conoscendo poco o nulla, e quel poco, e quel nulla, conoscendolo male.”

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Commenti

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Interessante recensione, Valerio.
Non ho letto nulla di questo noto autore, però m'interessa. Con quali titoli cominciare (dato che l'argomento del libro recensito non mi attrae) ?
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Valerio91
29 Novembre, 2021
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Ciao Emilio,
Dick è un autore piuttosto controverso: è difficile darti un'indicazione. La tematica della droga è molto presente, nelle sue opere. Secondo me "Un oscuro scrutare" sarebbe un buon punto di inizio, ma magari puoi sceglierne un'altra tra queste: "Ubik", "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" e "Le tre stimmate di Palmer Eldritch". Tutti romanzi abbastanza psichedelici, di cui il secondo ha ispirato il famigerato film "Blade Runner", con Harrison Ford.
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Emilio Berra  TO
01 Dicembre, 2021
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Grazie, Valerio, per i suggerimenti.
Molto bella la tua recensione. Io ho visto solo il film e altre trasposizioni di Philip K dick, purtroppo non ho mai letto ancora nulla di suo ed è una grave mancanza. Il film l'ho trovato veramente bello e grazie al rotoscope ti fa provare un senso di confusione e smarrimento perenne. Infatti il dialogo l'ho letto con la voce di Keanu Reeves ahahah. Comunque sarebbe l'ora che io inizi al più presto questo autore, ti ringrazio per avermelo ricordato.
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Valerio91
03 Dicembre, 2021
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Figurati, è un piacere. Io invece devo recuperare il film, che a quanto pare di capire si è sforzato di riprodurre la sensazione di smarrimento che si prova anche nel romanzo!
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Kvothe
03 Dicembre, 2021
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Si e secondo me ci è riuscito. Aveva già provato con waking life (altro grande film sempre del regista) con la stessa tecnica, usata per rappresentare i sogni. Già dalle multi facce del protagonista ti sale la nausea perchè è tutto in continuo movimento grazie al processo in postproduzione di disegno al pc e in parte a mano. Io non avendo letto libro non so se sia allo stesso livello, so solo tramite altre persone che è molto fedele al libro e credo che la tecnica usata essendo molto particolare abbia saputo rendere bene certe sensazioni.
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