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Di tetro in tetro
Il libro si apre su Salisburgo, bellissima città decisamente non amata dal narratore qui 'costretto' dalle vicissitudini della vita sin dalla fanciullezza, anni "atroci" di collegio, per lui come un "carcere", di cui delinea un quadro parecchio tetro dove gli allievi rischiavano l'autoannientamento; una "minaccia per la vita", insomma. Inoltre , siamo in tempo di guerra.
Fin dalla prima infanzia ebbe un'esistenza non facile : arduo rapporto con la madre ; il padre, non l'ha mai conosciuto.
Per fortuna c'erano i nonni. Le passeggiate col nonno, uomo che "si era formato alla scuola di Montaigne", rappresentano i suoi ricordi più belli.
Dalla nonna ha ereditato la passione dei cimiteri. Questa donna, instancabile "visitatrice di camere mortuarie e obitori", conosceva a menadito 'tutte' le tombe, "argomento inesauribile di conversazione".
Un libro indubbiamente interessante per comprendere la formazione di T. Bernhard e le ombre lunghe sui suoi numerosi testi.
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