Non ti addormentare Non ti addormentare

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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    28 Gennaio, 2016
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Siamo la somma dei nostri ricordi

Le nostre giornate trascorrono con una certa regolarità secondo lo schema largamente implementato del lavoro, svago e sonno; quindi ogni sera andiamo a letto seguendo un automatismo per indurci al riposo senza pensare a ciò che potrebbe accadere l’indomani mattina.

E’ ciò che succede alla protagonista di questo psico-thriller di Watson; ogni mattina Christine si sveglia credendo di avere poco meno di trenta anni, ma in realtà ne ha quasi cinquanta essendo la sua memoria è rimasta ferma a più di vent’anni prima a causa di un incidente che ha compromesso importanti funzioni cerebrali inerenti una rara forma di amnesia che cancella dalla sua mente i ricordi delle ultime ventiquattro ore…e tale situazione si ripete per decenni. In pratica ogni giorno è un ricominciare tutto da capo dall’istante precedente l’incidente che ha provocato tale grave patologia.

La vita della protagonista, anche se limitata a una giornata, è diventata un incubo; appena desta non si rende conto del posto dove si trova e della persona che dorme accanto a lei; non esiste passato e non è pensabile un futuro, solamente un eterno presente composto di frequenti flashback e dalla brama di farsi raccontare i più importanti episodi della sua vita degli ultimi decenni dalla persona che appare essere suo marito.

Una continua ansia penetra nella sua giornata; appena sveglia, dopo essersi guardata allo specchio e ricevuto raccomandazioni dall’uomo che vive con lei, riceve una particolare telefonata che le rammenta di cercare un diario, ben nascosto, dove la protagonista annota le sue vicissitudini presenti e passate al fine di conoscere chi è e chi è stata e ricominciare sempre daccapo; una vita circolare, una spirale senza fine, un vortice che potrebbe portare alla follia fino a quando non arriva il sonno…ecco quindi addormentarsi per risvegliarsi dopo alcune ore senza ricordare alcunché di quanto accaduto nel periodo nebuloso del suo segmento esistenziale.

In tali condizioni l’essere umano si astrae dal mondo esterno, fluttua in una dimensione atemporale, pensa al nonsense della propria esistenza indirizzata alla mancanza di ricordi e all’ancor più tragica consapevolezza di non poter progettare niente per il futuro immediato e a lungo termine. Le uniche ancore di salvezza sembrano il marito, che ha la pazienza di ripeterle giorno per giorno tutto ciò che ha vissuto, e un diario dove sono annotati, sempre giorno per giorno, i vari accadimenti quotidiani.

Ma anche questi “appigli”, queste “ancore”, potrebbero rappresentare un castello di sabbia pronto a sgretolarsi alla minima intemperia.

Un romanzo che si legge a perdifiato, che non dà tregua, forse perché ci si immedesima in una situazione remota ma non impossibile da verificarsi.

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    03 Gennaio, 2016
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Cosa siamo se non la somma dei nostri ricordi?

In un film diventato ormai un cult del genere horror, Nightmare di Wes Craven, l'elemento che forse angoscia e terrorizza più del famigerato protagonista Freddy Kruger non è la ferocia con cui egli uccide le sue vittime nè l'aspetto macabro del suo volto deturpato dal fuoco: bensì è la consapevolezza che tale mostro si materializzi nel sonno delle sue vittime ad inquietare e creare tensione nello spettatore, l'idea cioè che il sonno, ossia un momento di riposo ed incosciente serenità, possa trasformarsi in un incubo per giunta mortale e senza via di scampo per l'ignaro dormiente.
Unica via di salvezza: non addormentarsi. Ovviamente impossibile. E questo amplifica l'ansia, lo sgomento.
Adesso immaginate che il sonno sia foriero non di un mostro seriale con artigli di ferro al posto delle dita che potrebbe lasciare del tutto indifferente (se non addirittura divertire) coloro tra noi con i piedi ben saldi per terra, quelli insomma che anche da piccoli prima di andare a letto non mettevano a soqquadro la cameretta per esser certi che l'uomo nero non fosse nascosto in qualche angolo buio o peggio ancora sotto il letto...
Immaginate piuttosto che il sonno possa annullare la vostra memoria, resettarla completamente, lasciando solo alcune immagini sparse, nebbiose, che vagano nella vostra mente come spiriti al vento, senza ancorarsi, senza punti fermi e quindi sfuggono con la stessa rapidità con cui si presentano.
Immaginate quindi Christine, una donna di 50 anni circa, che ogni mattina appena sveglia si ritrova in un corpo che non ricorda essere il suo, con accanto un uomo perfettamente sconosciuto in un letto, in una casa che non ha mai visto.
Ogni mattina il suo risveglio diventa un incubo, reale e spaventoso più di qualsiasi mostro che la fantasia possa inventare... e lo stesso incubo si ripete metodicamente ogni giorno perchè il sonno le annulla il ricordo del giorno prima.
E poco servono le foto attaccate sullo specchio del bagno che la ritraggono con un uomo, lo stesso che dorme nel suo letto e che afferma di essere suo marito Ben; a poco servono le telefonate quotidiane del suo medico, il dottor Nash, che ha seguito il suo caso e le ha consigliato di annotare su un diario tutto ciò che pensa e vive ogni giorno, in modo che rileggendolo Christine possa riavvicinarsi più velocemente al suo mondo, alla realtà che la circonda: purtroppo tutto ciò di cui acquisisce consapevolezza ha la durata di un giorno, la sua memoria funziona e mantiene stabili i ricordi fintanto che lei rimane sveglia.
"Un altro giorno stava per finire. Presto mi sarei addormentata, e il mio cervello avrebbe cominciato a cancellare ogni cosa. E domani dovrò affrontare tutto daccapo. Mi sono resa conto di non avere ambizioni. Non posso averne. Tutto ciò che voglio è essere normale. Vivere come chiunque altro, accumulando esperienze, una vita in cui ogni giornata dà forma alla successiva. Voglio crescere, imparare cose, farne tesoro. Lì, in bagno, ho pensato alla mia vecchiaia. Ho cercato di immaginare come sarà. Continuerò a svegliarmi, a settanta, ottant'anni, pensando di essere all'inizio della mia esistenza? Aprirò gli occhi senza sapere che le mie ossa sono vecchie, le mie articolazioni rigide e pesanti? Non riesco ad immaginare come potrò reagire quando scoprirò che la mia vita appartiene al passato, che è già accaduta senza che io abbia nulla per dimostrare di averla vissuta. Nessuna miniera di ricordi, nessun patrimonio di esperienze, nessun accumulo di saggezza da trasmettere. E cosa siamo noi esseri umani, se non la somma dei nostri ricordi?"

Quel diario rimane per Christine l'unico modo in suo possesso per recuperare poco alla volta i brandelli della sua vita passata e costruire pagina dopo pagina, ricordo dopo ricordo, la sua vita futura. Ma non basta, perchè quello che Christine scopre progressivamente e trascrive sul suo diario sono piccoli pezzi di un puzzle che lei non riesce ad incastrare completamente nel reticolo della sua mente in quanto avverte forte la sensazione che non le appartengano, che non siano pezzi della sua vita.
E poi non può fidarsi di nessuno, neanche dell'uomo che dice di essere suo marito o dello stesso dottor Nash. Perchè le nascondono alcuni episodi della sua vita? Perchè non le raccontano la verità su chi fosse Christine, sulla sua maternità, sul figlio Adam e soprattutto su quel giorno? Il giorno in cui tutto è iniziato.
E se fosse la sua mente a creare una realtà alternativa? Se in assenza di ricordi stabili la sua mente iniziasse a crearne alcuni alimentati esclusivamente dalla sua fantasia perchè mai realmente vissuti? In tal caso, anche il suo diario sarebbe la trascrizione delle sue fantasticherie e non della realtà.
Con queste premesse è facile intuire che il romanzo di S.J. Watson abbia tutte le carte in regola per magnetizzare l'attenzione e la curiosità del lettore sin dalle prime pagine; il ritmo aumenta progressivamente di pari passo con le quotidiane rivelazioni che la memoria di Christine le concede e che saranno sempre più sconcertanti sino all'epilogo finale.
Un finale che non posso certo definire inatteso ma la sua prevedibilità non è così scontata, nel senso che l'autore riesce a mascherarla tramite dialoghi e situazioni che possono fuorviare il lettore inducendolo ad ipotesi alternative sulla possibile conclusione.
Si avverte in alcuni passaggi la mancanza di esperienza, di maturità letteraria di un autore al suo romanzo di esordio, ma S.J. Watson riesce comunque a dosare sapientemente la carica emotiva tanto che neppure i frequenti 'riassunti' degli episodi cruciali della vita di Christine, per lei sempre 'nuovi' a causa della sua amnesia ma ovviamente noti al lettore perchè esposti più volte durante il prosieguo della trama, non risultano noiosi riuscendo l'autore a descriverli in modo sempre diverso e riducendo così la sensazione di ripetitività.
In definitiva, è il caso di dire che questo romanzo manterrà fede al titolo e di sicuro non vi farà addormentare durante la sua lettura.

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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    07 Novembre, 2015
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L'importanza dei dettagli

Cris è una donna,ma non tutti i giorni. A volte si sveglia è ha l’impressione di essere una bambina,altri giorni si sente una ventenne,ma poi si sveglia vede un uomo accanto a se e non sa chi sia,ha paura,urla. Ma Ben,suo marito è sempre lì pronta per lei per rassicurarla e portarla alla realtà. Le ricorda chi è,come si chiama,quanti anni ha,le ricorda che lei è una donna che lui è suo marito,che non ha niente da temere perchè è al sicuro e le spiega la sua malattia. Cris ha una forte amnesia,ma lei è l’unico caso in cui non si dimentica le cose da un momento all’altro,ma dopo aver dormito profondamente. Come se la sua mente nel momento rem si azzera e ritorna a prima di tutto.
Cris all’insaputa di suo marito decide di intraprendere una nuova terapia. Terapia che le farà capire tutto. Il dottor Nash,infatti,l’aiuterà a redigere un diario e a ricordarsene ogni giorno,piano piano sforzando la memoria Cris riesce ad acquistare sporadici ricordi. Finchè ricorda episodi,episodi significativi che le fanno vacillare la sua fiducia verso tutti,ma sopratutto verso quel suo marito premuroso e amorevole,che nasconde un atroce segreto!

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Questo libro si divora,non si legge,si ci affanna perchè lo si vuole finire,perchè non vedi l’ora che il quadro si faccia completo. Come Cris soffri di amnesia,cerchi tutti i collegamenti possibili,ma niente è come sembra. I dettagli sono essenziali,ma sono proprio quelli che Cris tende a perdere più facilmente e tu vorresti urlargli tutto quello che sai,vorresti dialogare con questa donna che si trova in trappola,in un corpo non suo,in una mente non sua. Cris,grazie a questo diario,che scrive minuziosamente,ma sempre di nascosto,ricorderà se stessa giorno dopo giorno. La memoria verrà azzerata,ma riuscirà a volte a ricordare,a volte semplicemente a credere,nella se stessa passata,nella se stessa di ieri.


Cris non ha passato,non ha futuro,non ha presente.Cris,ha Ben o almeno è quello che crede a inizio giornata,quando apre gli occhi e si ritrova a letto con un uomo,ma Ben non è quel marito fantastico che crede,Ben nasconde un atroce segreto. In questo libro si corre. Si corre dietro Cris e dietro la sua e anche tua voglia di sapere,voglia di scoprire chi è stato capace di fare tutto questo,chi è l’uomo accanto a Cris?

Incalzante e travolgente,soffocante in alcuni punti,non riuscirai a staccarti dalla pagine,e pagina dopo pagina i pezzi del puzzle andranno a loro posto,ma il gioco non è finito e finchè non arriverai alla fine non capirai che l’intero quadro è sbagliato,che i pezzi si sono incastrati con la forza. Ti ricrederai e quando andrai a leggere la fine penserai a come Cris sia stata forte. Ha un obiettivo dall’inizio e tu insieme a Cris viaggerete per chilometri e chilometri per raggiungerlo.

Lettura consigliatissima a chi ama il lato psicologico di un personaggio,a chi ama il genere thriller.

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Marta* Opinione inserita da Marta*    18 Luglio, 2015
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Angosciante

La storia, come la maggior parte dei thriller, è angosciante e claustrofobica. Non eccessivamente, ma abbastanza da tenere il lettore in uno stato di ansia continuo.

La protagonista è Christine, che si sveglia ogni mattina senza riconoscere dove si trova, chi è che dorme nel suo letto, cosa ci fa con vent'anni di più sulle spalle quando lei sa di essere molto più giovane. Non ricorda di aver avuto un incidente, tanti anni prima, che le ha cancellato non solo gran parte dei ricordi ma anche la capacità di immagazzinarne di nuovi. Sta al marito ogni mattina ripeterle le stesse cose, rassicurarla, mostrarle foto del loro passato insieme e rispondere a tutte le sue domande. Nel momento in cui un dottore la contatta, all'insaputa del marito, chiedendole di incontrarla e di aiutarla, Christine troverà un modo per mettere insieme i pezzi della sua vita. Un modo per non dimenticare tutto ciò che accaduto il giorno precedente. E ogni ricordo che troverà le porterà nuova confusione, nuovo dolore, nuovi dubbi.

Pagine che corrono via velocemente, a volte frettolosamente. Ma forse la fretta è più nel lettore che nello scrittore. Vogliamo assolutamente capire il prima possibile cosa stia accadendo, vogliamo smettere di avere il punto di vista di Christine e sapere tutto, vogliamo che Watson ci prenda da parte e ci dica come stanno i fatti. Non ce la facciamo ad aspettare che sia Christine a scoprirli: ci sono troppi passi indietro per ogni passo avanti.

Eppure il finale, abbastanza ad impatto, non ci soddisfa come avremmo desiderato. Durante la lettura abbiamo congetturato di tutto: è ovvio che tra le nostre congetture ci sia capitata anche la soluzione. Che forse avremmo scartata perché non ci convinceva, ma non ci ha stravolti quando poi si è avverata.

Un romanzo con una buona idea di base, dalla trama interessante e dai personaggi forti, ma che ci è sembrato ancora acerbo. Un romanzo concentrato eccessivamente sul contenuto e poco sulla forma. Un thriller psicologico di forte impatto emotivo, i sentimenti come la paura, l'angoscia della protagonista, il suo malessere interiore, il non capire ciò che la circonda penetrano nel lettore come se vivesse quella situazione in prima persona.

Un thriller un po' diverso dal solito perché non c'è molta azione, se cercate un libro adrenalinico "Non ti addormentare" non fa per voi. Probabilmente dipende dal fatto che sia la prima opera di Watson.


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crimy Opinione inserita da crimy    12 Dicembre, 2013
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Sensazionale!

Ho iniziato a leggere questo libro senza aspettarmi molto, ma nonostante le prime pagine mostrino un contenuto banale, man mano che proseguivo nella lettura sono stata trascinata in un vortice di colpi di scena che hanno reso la trama sempre più affascinante.
La personalità di Chiristine, la protagonista di questo sensazionale libro, si plasma pagina dopo pagina e la trama si infittisce sempre di più tenendo col fiato sospeso fino alla fine.
Sarebbe un trama fantastica per un bel film!

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ALI77 Opinione inserita da ALI77    19 Agosto, 2013
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LA VITA DI CHRISTINE

Un romanzo molto diverso dai soliti dove troviamo la protagonista Christine che durante il sonno perde tutti i suoi ricordi, il suo passato, l’identità,le persone a cui tiene di più e persino il suo nome.
Ogni notte è così, una volta che si addormenta Christine perde tutto e quando si sveglia è disorientata non capisce dove si trova, si crede più giovane dell’età che effettivamente ha.
E’ suo marito Ben che ogni giorno le ricorda chi è e cosa le è successo, nelle prime centinaia di pagine circa Christine non si sente a proprio agio, un’estranea e imprigionata in una vita che non la rappresenta.
Poi arriva la telefonata del dottor Nash, un medico che sta studiando il suo caso e che ogni tanto si incontra con Christine per aiutarla nella sua vita, per cercare di capire se riesce a farle tornare la memoria o solamente qualche ricordo.
E ‘ lui che le dice dove si nasconde il suo diario dove scrive ogni giorno i ricordi che le vengono in mente, e su una pagina trova una frase “Non fidarti di Ben” come mai ha scritto questo?
Da qui inizia il vero è proprio romanzo dove Christine faticherà molto a trovare la verità sulla sua vita e vi assicuro che resterete molto stupiti da quello che scoprirà la protagonista.
Molti segreti sono legati al suo passato e Christine riuscirà anche con l’aiuto del dottor Nash a far riaffiorare molto lentamente i ricordi, anche quelli più dolorosi.
Un romanzo molto interessante, commuovente in alcuni punti e in altri pieno di tensione, di suspence soprattutto nella parte finale.
Sebbene la storia sia inventata, il problema che è affrontato nel libro è reale, avevo letto tempo fa un’intervista ad una donna che aveva raccontato la sua esperienza riguardo a questo problema.
Anche lei come Christine ogni giorno dopo aver dormito perdeva tutti i suoi ricordi.
Avete mai immaginato che domani ci potremmo svegliare e non sapere più nulla della nostra vita, non sapere chi siamo e dove siamo????
E che questo non sia una perdita di memoria momentanea ma qualcosa di permanente?
Vi è mai capitato che appena svegli avete un momento in cui vi sentite disorientati , non ricordiate dove siate e che giorno sia?
Ecco Christine è in questo stato perennemente e anche se alla sera ricorda tutto, il giorno dopo più nulla.
Un romanzo da leggere, che ti tiene incollato alla pagina fino alla fine e che sicuramente non dimenticherete più!

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Opinione inserita da Silvia    28 Giugno, 2013

Before I go to sleep

Appena ho iniziato a leggere questo libro ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a un argomento piuttosto banale, sentendolo molto vicino al film "50 volte il primo bacio", non proprio un gran film. In realtà continuando a leggere la trama mi ha completamente catturata. Non grazie allo stile,che non è particolarmente brillante nè accattivante, non grazie a un coinvolgimento emotivo che nel mio caso è stato piuttosto debole ma grazie alla curiosità che ha suscitato in me. Non vedevo l'ora di scoprire perché Ben non fosse una persona così affidabile, così perfetta come sembra. Il libro è percorso da una sottile nota che stona nella storia di Christine e il suo amorevole marito che da anni a quella parte non fa che amarla, un giorno dopo l'altro. Una nota stonata quindi, ma anche un presagio che ti costringe quasi ad arrivare alla fine. Perché devi sapere, devi scoprire a poco a poco la vita distrutta di questa donna,vita che le è stata strappata nel più crudele dei modi, rubandole i ricordi. Cosa siamo se non ciò che ricordiamo? Non potrebbe essere più vero eppure è una cosa sulla quale non rifletto spesso.
Lo stile come ho detto non è particolarmente curato nè coinvolgente anzi, cercando di immergere il lettore nell'angoscia della protagonista diventa a tratti confuso, ripetitivo e noioso.
Nonostante ciò rimane comunque un bel romanzo d'esordio di una scrittrice che per lungo tempo ha lavorato nel servizio sanitario nazionale proprio a contatto con persone affette da amnesia e proprio per questo riesce a descrivere un mondo tanto complesso con efficacia. Non lodevole ma consigliabile.

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Hypo Opinione inserita da Hypo    23 Aprile, 2013
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Sweet Mnemosyne

Mi aspettavo di più, l'ho letto abbastanza velocemente e senza problemi ma mi aspettavo di più perché l'idea di partenza era assolutamente vincente, le prime pagine ti facevano venir voglia di scoprire la storia e il "tempo dimenticato" dalla protagonista. Invece ben presto si finisce in un circolo claustrofobico che viene in parte lavato via da un finale -per me- prevedibilissimo. Insomma continua a frullarmi in testa l'idea che poteva essere gestito moooolto meglio. Alla fine lo si legge tranquillamente e non mi sento di andare contro chi lo apprezzato di più.

Certi momenti avrebbero potuto essere più agghiaccianti, a tratti quasi ci eravamo ma tutto è sfumato piano piano. Comunque non deve essere stato facile buttar giù il libro con tutti i vari ricordi, quindi una lancia spezzata in favore dell'Autore spetta di diritto.

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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    03 Marzo, 2013
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Chi sono? Dove mi trovo?

Non capita spesso che la lettura di un thriller mi induca ad una profonda riflessione.
Quella sull'importanza delle informazioni che la nostra mente racchiude e conserva, per far si che ciascuno di noi sia una persona ben definita, capace di vivere di vita propria, di fare scelte, e soprattutto ricordare ciò che già si conosce e ciò che è già accaduto. Ricordare il proprio nome e cognome ha un significato enorme, significa tutto un bagaglio di conoscenze e fatti e accadimenti e storie a loro volta intrecciati a quelli di altri a formare una rete familiare...Tutto ciò è ovvio e scontato, ma se domani non fosse più così? se domani mi svegliassi addirittura senza sapere chi sono? in che anno sono? quanti anni ho? in che parte del mondo mi trovo? buio totale, e nessun appiglio sicuro per ricominciare. Oppure si.
Come nel caso di Christine. Per lei c'è Ben, il marito, che ogni mattina le ricorda chi è lei, chi è lui, dove si trovano, che sono sposati..ciò si ripete tutte le mattine al loro risveglio. Ma leggendo leggendo, immedesimandomi, un atroce dubbio mi assale: come faccio a sapere se posso fidarmi di te Ben se, non ricordando di averti mai visto, in fondo non ti conosco?? Il lato psicologico si intreccia molto bene con il thriller.
Ciò detto, la narrazione è abbastanza piatta e ripetitiva, anche se la curiosità spinge alla lettura. L'idea è buona ma lo stile sicuramente migliorabile. Cioè, con una idea così poteva essere davvero perfetto.

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joshua65 Opinione inserita da joshua65    23 Gennaio, 2013
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IF I ONLY COULD REMEMBER MY NAME

“La stanza è strana. Sconosciuta. Non so dove mi trovo, come ci sono arrivata. Non so come farò ad arrivare a casa.”

Lo dico subito, l’avvio di “Non ti addormentare” è irresistibile. Ti colloca subito al centro del labirinto senza darti alcuna indicazione per tornare indietro. Ti fa giocare a mosca cieca, dopo aver fatto tre giri con gli occhi bendati. Ma attorno a te non c’è nessuno, anzi se ti togli la benda ti ritrovi nel bosco, senza la bussola, al tramonto.

Ma non è solo questo. Perché continuando a leggere si entra nella vita di Christine, affetta da una rara forma di amnesia che trattiene la memoria per un solo giorno, per poi azzerarla la notte, come una tela di Penelope impazzita. Come le tessere di un puzzle recuperate a fatica, per poi dissolversi. Ogni volta, ogni notte.

Christine non ha ricordi, almeno non li ha a partire da un certo punto della sua vita, quando un incidente d’auto le ha fatto perdere la memoria, ha solo Ben, il marito, che le rammenta chi è, perché si trova lì, e cosa le è successo.

La memoria di Christine appartiene a Ben, dunque, e a quelle poche foto che sono rimaste, sfuggite miracolosamente ad un incendio. Brevi fotogrammi oramai sbiaditi, fugaci attimi di una vita mai veramente vissuta.

Da qualche giorno però Christine ha affidato i suoi ricordi ad un diario, che ogni mattina rilegge per poi aggiornarlo, Glielo ha consigliato il dottor Nash, giovane neuropsichiatra che l’ha contattata di nascosto dal marito per studiare la sua rara forma di amnesia.

Nel diario le tessere che compongono la memoria di Christine non sbiadiscono, anzi rimangono impresse, indelebili, ricostruiscono la sua vita, ogni giorno, sempre di più, e inevitabilmente collidono con i ricordi di Ben, aggiungendone altri. Ma i ricordi faticosamente recuperati, sono stati volutamente omessi dal marito, o tralasciati per amorosa pietà?

Strano libro “Non ti addormentare”, opera prima di S. J. Watson, ti afferra ed irretisce come un signor thriller psicologico, ma non smette mai di farti riflettere sul valore della memoria, sull'importanza che ha nelle nostre decisioni, sul nostro istinto, quando riaffiora dall'inconscio, rilasciando l’esperienza, che crediamo di aver dimenticato.

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misteriosi delitti compiuti in una stanza chiusa, adora i giochi "fuga dalla stanza"
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Sara moncalieri Opinione inserita da Sara moncalieri    03 Gennaio, 2013
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Fidarsi...

Christine non è una macchina infernale. O perlomeno non per quanto riguarda la memoria. Non ricorda nulla di se’, della sua vita, di parte del mondo. Non ricorda nemmeno la sua faccia allo specchio: non è la sua, quella donna è più vecchia di lei.
La sua memoria ha un bonus di una sola giornata, poi scompare.
Ogni mattina si sveglia e si ritrova accanto un uomo, suo marito, che ricorda di non ricordare.
Ricorda di non ricordare un sacco di cose.
Capisce che di qualcuno deve fidarsi, per riprendersi in mano la vita.
Di suo marito. E del dottor Nash.
Fidarsi. Tutto racchiuso in una semplice parola.
Ogni giorno è una scoperta nuova, una vita nuova; ogni risveglio è un trauma, un ritorno da un mondo buio verso un altro mondo buio. Oggi Christine pensa di avere un figlio, domani sa di non averne. Oggi trova intollerabile suo marito, domani si rende conto che è un angelo.
Questo significa perdere la memoria.
Rinascere ogni mattina e morire ogni sera.
Ogni giorno una fatica immane, alla costante ricerca di un punto fermo.

Libro che genera ansia quando ci si immerge nel non-mondo di Christine, perché ci si rende conto che la vita è memoria ed apparenze, che è fondamentale sapere chi si è e da dove si viene, e soprattutto di chi fidarsi - il dove si vuole andare è meno importante.
Noi siamo memoria, il mondo è memoria, la storia è memoria: senza di quella anche la sopravvivenza diventa complicata se non addirittura impossibile.

Romanzo veloce e ben scritto, tutto incentrato su sensazioni e sprazzi di immagini, su un taccuino e sul valore della segretezza, sulla forza di volontà e sul desiderio di fidarsi e di ricordare, sul dolore costante e quotidiano del ricordo.
Pur con una trama completamente diversa, volendolo contrapporre a film che trattano lo stesso argomento potrei definirlo imprevedibile e ansiolitico come “Memento” ma incentrato sulla parte dei sentimenti come “50 volte il primo bacio”.

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elyprincess Opinione inserita da elyprincess    10 Settembre, 2012
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FORSE UN PO' SOTTO LE MIE ASPETTATIVE

Mi aspettavo molto da questo libro e non so assolutamente il perchè! Di un libro a prima vista, quando lo vedi nello scaffale di una libreria, ti colpisce (o ti deve colpire!) la copertina! Probabilmente questa ha fatto centro (almeno in me!) perchè solo guardandola ho pensato che il libro sarebbe stato bellissimo!
Purtroppo non posso dare nè torto nè ragione a questa mia prima impressione... la storia è anche carina ma c'è qualcosa che non mi ha convinto del tutto! Il libro è un ripetere continuamente per ricordare, per far ricordare.. come se fosse (anzi lo deve essere!) una terapia! Tutto questo è sicuramente voluto dall'autore ma personalmente dopo un pò mi aveva stufata! All'inizio è scorrevole ma dopo un pò tende ad essere troppo ripetitivo.

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Tutto sommato lo consiglio perchè in alcuni tratti mi ha veramente appassionato
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    28 Agosto, 2012
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Nel suo piccolo...eccellente

Inquietante thriller psicologico, scarno, forse volutamente, nelle descrizioni dei luoghi, nei dialoghi.
Tutto ruota attorno a Christine, una donna che un giorno si sveglia in un luogo che non conosce, accanto ad un uomo che non conosce e guardandosi allo specchio scopre con orrore di non avere più vent'anni come credeva fino a qualche secondo prima, ma vede il viso di una donna matura. L'uomo si alza e la raggiunge, le dice di essere Ben , suo marito, e le racconta , con gentilezza e affetto, come questo non sia che l'inizio di ogni loro giornata. Perchè Christine non è in grado di tenere i ricordi nuovi, non appena si addormenta dimentica tutto e al risveglio non ricorda nulla del giorno precedente, nulla degli ultimi vent'anni.
Quando il marito esce per andare al lavoro Christine riceve la telefonata di un certo dottor Nash , il quale le dice che la sta aiutando da tempo all'insaputa del marito che reputa inutili le sue cure. Il dottor Nash le chiede di incontrarla per spiegarle meglio tutto e la donnna accetta di vederlo. Anche il dottore le racconta che questa loro conversazione è già avvenuta moltissime volte perchè lei non ricorda mai nulla una volta risvegliatasi dal sonno. Le dice però che da qualche tempo , su suo consiglio, sta tenendo un diario dove ogni giorno, prima di andare a dormire e riconsegnare all'oblio i suoi ricordi, potrà scrivere ciò che ha ricordato o che è avvenuto quel giorno. Ogni giorno, al risveglio, il dottore la chiama e le ricorda di leggere il diario, rileggendo il contenuto delle pagine precedenti del diario Christine potrà provare a ricostruire la sua storia che ha molti lati inquietanti . Tra quanto legge ed i sempre più frequenti flashback, Christine si fa tante domande : il dottor Nash la sta veramente aiutando ? perchè suo marito non voleva che la curasse? chi è la donna dai caprelli rossi di cui si ricorda sempre più spesso? che fine ha fatto veramente suo figlio? perchè Ben a volte le ha mentito e soprattutto ...perchè sulla prima pagina del diaro c'è scritto di suo pugno:...non fidarti di Ben?
Un thriller che mette in evidenza come i ricordi di ciò che abbiamo vissuto, pur riferendosi a ciò che è stato, a cose che sembrano non essere più importanti, in realtà sono la gran parte di quello che siamo oggi, senza di essi saremmo involucri pieni solo di angosce.
Stile essenziale ma suspance garantita , peccato che il finale l'avessi intuito ma è una lettura molto coinvolgente.

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Fede.92 Opinione inserita da Fede.92    14 Agosto, 2012
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Eppur si rammenta

Sebbene talvolta lo stile possa apparire prolisso e persino ampolloso, trovo che sia una tattica per ottenere ciò che l'autore realmente voglia: Trasportare il lettore nello stesso mondo della protagonista che rivive quotidianamente le stesse situazioni. Il finale può essere intuito dai lettori più arguti e "paranoici", anche se si rivela un colpo di scena leggermente artificioso. Nonostante i fatti possono talvolta apparire implausibili o "forzati" l'autore riesce pur sempre a farli apparire plausibili. Che dire, lo consiglio fortemente, un ottimo libro ove non mancano colpi di scena, Eros, dove la protagonista subisce un costante processo di maturazione, un personaggio dunque a tutto tondo e dotato di una considerevole profondità psicologica/emotiva. CONSIGLIATO per gli amanti del thriller psicologico! non penso che su questo libro possa esser fatto un film date le innumerevoli introspezioni psicologiche assai difficili da rappresentare in un film senza che esso duri ore-

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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    25 Giugno, 2012
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Ricordi e menzogne

"Che cos'è l'uomo se non la somma dei propri ricordi?"

Sono i ricordi a definirci. Non ci si pensa spesso, ma sono essi che guidano e influenzano le nostre azioni. Permettono di sopravvivere. Ci appigliamo ai ricordi nelle difficoltà, per rimpiangerli o per trovare uno sprazzo di serenità. I ricordi determinano i nostri ideali, il nostro pensiero. I ricordi, in tale senso, ci rendono liberi. Indipendenti. E allora chiedo, cosa fareste se ogni mattina,a causa di un...incidente, non ricordaste nulla? Cosa fareste se non riconosceste la persona che vi dorme accanto?

Benvenuti, nel mondo di Christine, la protagonista di questo inusuale thriller. Tutti i giorni si ritrova inerme, indifesa, priva di se stessa, costretta a ricostruire la sua vita, tassello dopo tassello, inutilmente. Perchè sa che domani lo scorderà di nuovo. Un giorno è troppo poco. Poco per ricordare tutto. Poco per provare qualsiasi sentimento. Soltanto la frustrazione. Galleggiando in questo reiterato oblio, legata alle catena della "dimenticanza", Christine si abbandona a suo marito, Ben. A ciò che lui le dice. Un appiglio.
Poi Christine trova un diario. C'è scritto "Non fidarti di Ben".
Crollo emotivo.
Christine legge il diario. Legge la sua vita dell'ultimo mese. Legge di se stessa,di un dottore, di un'amica, di un figlio. Nel rileggere sprazzi di ricordi baluginano fulminei davanti a lei, alternandosi in una lotta contro quel verbo terribile: dimenticare. Per non dimenticare, scrive.

Non ti addormentare è un thriller ambizioso. Lontano da simboli occulti, morti cruenti, simboli sconosciuti, il libro porta in scena la quotidianità, una normalità distrutta. Un passato da ricostruire.Christine è l'ombra di sé, il riflesso sfumato di una donna che ha sofferto.
Niente colpi di scena eclatanti, nemmeno nel finale, ma non era questo lo scopo dello scrittore: al centro di tutto ci sono i ricordi, non si legge solo un thriller, ma un dramma interiore.
C'è tuttavia un problema: lo stile, che non riesce ad amalgamare al meglio le scene introspettive a quelle d'azione (ben poche). D'altra parte è il primo romanzo dello scrittore che certamente può crescere. Manca il ritmo, la suspense è talora titubante, e si allunga sino a spezzarsi. Non è un capolavoro del genere, ma merita per la forte innovazione che tenta di portare.

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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    29 Aprile, 2012
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TROPPO INVEROSIMILE

Thriller psicologico indubbiamente particolare; Le descrizioni delle ambientazioni sono scarne, i personaggi sono pochi, tutta la storia è incentrata si Christine.Può una persona in seguito ad un grave trauma alla testa non avere più memoria a lungo termine? Può la stessa persona addormentarsi la sera ed al risveglio non ricordare più dove si trova chi le dorme a fianco e cosa ha fatto nei giorni e anni successivi al trauma?
E’ quello che accade a Christine, che a quanto sembra, in seguito ad un grave incidente automobilistico si ritrova nella allucinante situazione di dover dipendere totalmente dal marito Ben che pazientemente ogni mattina le ricorda i fatti principali della sua vita, che si sono sposati, hanno avuto un figlio, Adam, che è morto durante una missione in Afghanistan a 19anni etc… Christine all’insaputa del marito viene contattata da Dottor Nash, brillante giovane neuropsichiatra, che le offre il suo aiuto per studiare il suo caso e trovare eventuali strategie terapeutiche che la aiutino a riacquistare memoria del suo vissuto, l’interesse per il caso di Christine è sostanzialmente un’interesse di tipo professionale che permetta poi allo stesso dottore di documentare il percorso mettendosi in luce per l’eventuale successo ottenuto.
La strategia adottata prevede che durante il giorno Christine scriva una sorta di diario dove inserisca quello che vive e quello che il marito Ben le racconta del passato.
Spetta al dottore, quotidianamente, contattarla telefonicamente per ricordarle dove ha nascosto il diario, permettendole così ogni giorno di arricchire sempre di maggiori particolari il suo vissuto.
E’ tutto così semplice?? E’ tutto come sembra? Oppure la vita di Christine è costellata di menzogne? E’ un dato di fatto che sulla prima pagina del diario ci sia la frase: “Non ti fidare di Ben”.
La lettura indubbiamente incuriosisce, anche se a mio parere ci sono situazioni totalmente inverosimili, che lascio al nuovo lettore la possibilità di riconoscere e valutare, altrimenti svelerei troppi particolari della trama, dico solo che essendo un thriller psicologico non viene analizzata e scavata a sufficienza la sfera psicologica con le motivazioni profonde e problematiche che la mente di ogni personaggio racchiude in sé...

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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    28 Aprile, 2012
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...infatti tiene svegli....

Anche io non sono un grande amante dei thriller, ma questo mi è veramente piaciuto. La trama è molto interessante subito dall'inizio: Christine ha subito un trauma che le ha lasciato una conseguenza grave e rarissima. Soffre di amnesia, una forma particolare che cancella ogni ricordo degli avvenimenti vissuti ogni volta che si addormenta e piomba nella fase di sonno profondo. Questo significa svegliarsi ogni mattina e non riconoscere il luogo dove ci si trova, accorgersi con sgomento di dormire accanto ad uno sconosciuto che in realtà è suo marito. Ogni giorno deve ritrovare la consapevolezza di se stessa e di quella che è la sua vita attuale, lottando con il dolore di scoprire che le mancano vent'anni di ricordi, che forse le manca un figlio e scoprire con angoscia che tutto quello che riuscirà ad apprendere di sè verrà inesorabilmente cancellato dalla sua mente la prossima notte. Ma grazie all'aiuto di un dottore Christine comincerà a fare dei lievissimi progressi e lentamente scoprirà perchè si trova ridotta in questo stato e per colpa di chi, in un crescendo di emozioni che veramente non lascia respiro. Ogni giorno scoprirà cose nuove, mentre il giorno seguente apprenderà che le sono state dette menzogne, si affiderà con fiducia ad un marito che la ama ma a proposito del quale trova un messaggio scritto da lei stessa "non ti fidare di Ben". L'abilità dello scrittore S.J. Watson è quella di porre sullo stesso piano la protagonista con il lettore, il quale farà praticamente lo stesso percorso di Christine, affrontando le stesse difficoltà e le stesse angoscie ogni giorno fino allo sconvolgente epilogo della vicenda. Forse, volendo trovare il pelo nell'uovo, una situazione mentale di questo genere meritava qualche approfondimento in più, si prestava ad un'analisi ed un viaggio nella mente umana dai risvolti indefiniti. Ma si tratta di un thriller e forse è stato giusto non deviare dalla linea ad alta tensione di tutta la narrazione.
Il titolo è comunque azzeccatissimo: "non ti addormentare" ha tolto il sonno anche a me ......

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Consigliato a chi ha letto...
chi ama thriller "psicologici"..
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katia 73 Opinione inserita da katia 73    17 Marzo, 2012
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Non ti addormentare

“Non ti addormentare, non ti addormentare” me lo sono ripetuto spesso in queste sere mentre leggevo questo libro, perché anche alla fine di una giornata pesante quando lo stai leggendo l’unico desiderio che hai è di non mollarlo, di non addormentarti , è troppa la curiosità di andare avanti.
Generalmente non leggo thriller, ma la commessa della libreria mi ha consigliato di prenderlo e fortunatamente ho ceduto alla tentazione di cambiare un po’ genere.

Christine è una donna amnesica, ogni giorno si sveglia e non sa chi è, non conosce l’identità dell’uomo che dorme accanto a lei, non ha passato , ogni mattina al risveglio suo marito Ben deve ricominciare da capo e rispiegarle la sua vita e quello che le è successo. Un giorno trova un diario,al fondo dell’armadio, nascosto in una scatola di scarpe, la calligrafia è la sua, ci sono pagine che raccontano la sua giornata, pagine in cui imprime le notizie che ha sulla sua vita, al fondo trova però una scritta “non fidarti di Ben”.
Perché non dovrebbe fidarsi di Ben ? Lui sembra molto paziente ed innamorato .

Comincia così l’avventura di Christine, alla ricerca del suo passato con l’aiuto di un giovane dottore che sta facendo degli studi sul suo caso, e sembra avere a cuore la cosa, lui le ha suggerito di tenere il diario e le telefona ogni mattina per ricordarglielo.

Il libro è veramente bello, il ritmo è incalzante, l’ho letto in poche sere grazie anche ad uno stile godibilissimo ed essenziale .
Davvero una piacevole lettura che consiglio e ringrazio Stefania per avermelo proposto, è bello servirsi in una libreria con commessi preparati ed attenti alle esigenze del lettore.

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    15 Febbraio, 2012
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A quando il prossimo?

Tra i vari libri ricevuti come regalo al compleanno ho trovato anche questo; doveva essere una "presa in giro" di una mia amica per i miei problemi d'insonnia....ma si è rivelata una delle storie più belle ed entusiasmanti lette negli ultimi mesi.
Non ti addormentare è il primo thriller di S. J. Watson, e narra l'angosciante storia di Christine, una donna amnesica di 47 anni che ogni mattina si sveglia non avendo nessun ricordo della sua vita, convinta di essere un'adolescente e non conoscendo l'uomo sdraiato al suo fianco.
Ad ogni risveglio la straziante sorpresa di essere di trent'anni più vecchia, sposata ad uno sconosciuto e senza passato. Con l'aiuto di un medico e di un diario comincerà a collegare i pezzi della sua vita...iniziando ogni giorno con la stessa inquietante frase :"non ti fidare di Ben".
Letto praticamente tutto d'un fiato, suspance in crescendo fino all'imprevedibile finale.
I miei complimenti allo scrittore.
Consigliatissimo.

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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    07 Febbraio, 2012
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Sarei curiosa di leggere il suo prossimo libro

Non ti addormentare è il primo thriller dello scrittore S.J. Watson e grazie al grande successo Riddley Scott ha deciso di farne un film (non mi meraviglio perché si presta benissimo).
Ho trovato l'idea di base abbastanza originale: Christine è una donna amnesica, ogni mattina si sveglia senza avere ricordi. A guidarla giorno dopo giorno, un marito, un dottore giovane convinto di poterla aiutare dove tutti hanno fallito e un diario.
La struttura del romanzo è molto particolare (divisa in tre parti): La prima, un ennesimo mattino in cui la nostra protagonista (racconta in prima persona) non ricorda nulla fino a quando non scopre di aver scritto un diario. A quel punto, inizia la seconda parte ed il romanzo assume la forma di diario fino all'ultima parte in cui Christine cerca di mettere insieme i pezzi del puzzle e scoprire finalmente la verità.
Mi piace lo stile di quest'autore e il personaggio di Christine mi è sembrato abbastanza credibile, per quel che riguarda la soluzione finale, forse per chi è abituato a leggere thriller, risulta un tantino prevedibile ma tutto sommato a me è piaciuto.
La lettura è interessante, il ritmo è abbastanza serrato e non ci si annoia.

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