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Il prigioniero degli Asburgo
 
Il prigioniero degli Asburgo 2014-03-19 05:22:07 romantica82
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Stile 
 
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Contenuti 
 
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romantica82 Opinione inserita da romantica82    19 Marzo, 2014
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Un re senza trono

Il fagottino rossiccio e stropicciato che Maria Luisa d’Austria mette al mondo, dopo un parto difficilissimo, il 20 marzo 1811 viene salutato dalla corte francese e dalle più grandi potenze d’Europa come il futuro imperatore. Il bambino, cui è dato il nome di Napoleone Carlo Francesco Giuseppe è il figlio di Napoleone Bonaparte che aveva aspettato con ansia la nascita di un erede, che sarebbe diventato il re di Roma.
Questo è l’incipit della storia di una delle figure meno note nella storia del Vecchio Continente: il figlio del grande condottiero, predestinato, sin dalla culla, alla purpurea posizione di imperatore cui, però, il Fato riserva un destino di marginalità e di sogni di gloria perduti, che lo condurranno alla morte prematura per tisi a poco più di 20 anni.
Alessandra Necci traccia il ritratto di questo principe franco-austriaco, essendo la madre Maria Luisa la figlia dell’imperatore d’Austria, con un pathos vibrante e con uno spirito di immedesimazione nella psicologia dell’infante e, poi, del ragazzo alla ricerca di suo padre, che appassionano il lettore ed elevano il racconto da una fredda impostazione saggistica ad una storia drammatica a metà tra la narrazione di un’anima inquieta e le strategie politico-relazionali che si intessono intorno alla sua persona.
Prigioniero degli Asburgo è, senza dubbio, il titolo più consono per descrivere il fanciullo: egli ha vissuto i primi tre anni di vita presso la corte di Francia, vezzeggiato da tutti per essere il figlio del grande imperatore che riusciva a far tremare la terra sotto i piedi ai grandi dominatori d’Europa, circondato dall’amore del padre che riusciva a fargli dimenticare l’indifferenza che nei suoi confronti nutriva la madre Maria Luisa. Ma improvvisamente una sentenza definitiva si abbatte sul capo del grande Napoleone, giudizio che cambierà irreversibilmente la sua sorte e quella dell’amato erede al trono: la tragica campagna di Russia, che segna la decadenza del sogno napoleonico.
Il condottiero è accerchiato tra Inghilterra, Russia e finanche dallo stesso suocero Francesco I d’Austria. Il bambino non è più al sicuro nelle preziose stanze parigine e la sua indifferente madre riceve l’ordine di andare via dalla Francia notte tempo e di trovare riparo presso la corte del padre a Vienna.
Francois viene così strappato alle braccia forti del padre che egli adora e, afferma la Necci, questo sarà il primo, profondo abbandono che segnerà la sua vita. Arrivato nell’impero austro-ungarico dovrà dimenticare con la forza la sua appartenenza francese, tanto che gli sarà imposto il nome di Franz, l’amore verso il padre, tanto che saranno fatte sparire tutte le epopee nazionalistiche che celebravano i fasti napoleonici, la presenza effimera della madre, che partirà alla volta del ducato di Parma e Piacenza dove costruirà una nuova famiglia, e, in ultimo, il sogno di diventare re.
Francois- Franz, un ragazzo che vive nella prigione d’oro di Schonbrunn sempre più isolato, dimenticato da tutti, che vede svolgersi dinanzi ai suoi occhi il congresso di Vienna e spera che quel consesso possa affidargli anche un piccolo trono, ma che poco dopo finisce per morire molto diversamente da come è arrivato al mondo: solo, incompreso e non pianto da nessuno.

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Commenti

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Molto interessante Rosangela, grazie, farò tesoro della tua segnalazione!! :)
Valentina
Grazie a te per il commento.
E' una biografia interessante.
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