L'età sperimentale L'età sperimentale

L'età sperimentale

Letteratura italiana

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Nessuna generazione prima di questa ha raggiunto la vecchiaia in così numerosa formazione e in uno stato così attivo, e questo – scrive Erri De Luca – la rende oggi un’età sperimentale. Un’occasione, dunque, la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo di sé e degli altri, di allenare il corpo e la mente con maggiore consapevolezza e forse con più gusto. Non invece il momento, come pensano in molti, di guardare soltanto indietro. “A che somiglia quest’età?” si chiede De Luca. “Alla risalita di un bosco di montagna. Nel fitto delle conifere entra poca luce, vedo giusto quello che mi sta stretto intorno, ma verso l’alto si diradano, si aprono radure, c’è più luce. In questa età da cima del bosco vedo lontano, scorci di futuro, non il mio, quello senza di me. Il poeta Goethe morente pronuncia le sue ultime parole: ‘Mehr Licht’, più luce. Non è una richiesta, è la sorpresa di vederla splendere. Oggi vedo una gioventù che sente il proprio futuro tutt’uno con quello della Terra intera. Guarda lontano, avvista l’avvenire. Anche io, anche i nuovi vecchi vedono più lontano, in cima al loro bosco.” Grazie anche al contrappunto di Ines de la Fressange, celebre stilista e amica dell’autore, L’età sperimentale è un libro e al tempo stesso un’occasione, per scoprire quante possibilità racchiude la terza età – ciascuno trovi la propria, e De Luca ne cita molte –, e tutto il vantaggio di aver guadagnato “lo slancio del tempo accumulato, potente catapulta del participio passato del verbo passare”. “È un’età sperimentale. Ho la strana sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me. La vecchiaia di chi mi ha preceduto non mi fa da modello e non mi prepara a niente. Per il corpo di ognuno, quando succede è per la prima volta.”



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L'età sperimentale 2025-01-08 16:53:53 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    08 Gennaio, 2025
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Come vivere una serena vecchiaia.

Erri De Luca, che ha superato i 74 anni, paragona la durata media della nostra vita a quella complessiva di tre cavalli. Lui sta già cavalcando, direi brillantemente, il terzo e si rende conto che, ormai, si vive sempre di più e che questo aumento di vita pone di volta in volta problemi nuovi finora mai affrontati. Ci sono più anziani, fortunatamente in buona salute, pronti a "sperimentare" questo nuovo stato ed a risolvere autonomamente situazione spesso imprevedibili.
Come comportarsi dunque in età avanzata, possibilmente con pochi acciacchi e ancora tante speranze: età, suggerisce l'autore, che non è più saggia ma che sembra quasi "sbalordita di poter proseguire ad oltranza", come se ogni giorno fosse l'ultimo per il quale dare fondo alle riserve di entusiasmo che ancora custodiamo.
L'autore fa un rapido excursus sul suo passato: via da casa dopo la maturità, simpatie per i movimenti giovanili di ribellione al conformismo imperante, lavori manuali come operaio in fabbrica, volontariato nei Paesi meno fortunati o colpiti da guerre, attività di scrittore sempre pronto a cogliere momenti di disagio, il tutto alternato all'amore per la montagna, da esperto arrampicatore quale è sempre stato fin dagli anni giovanili. Il tema della montagna ritorna sempre, con nostalgia : le scalate a quattro appoggi o in cordata gli scaldano il cuore, lo riconciliano con il prossimo e con la vita.
Senza trascurare attività più adatte ad uno spirito di studio e di ricerca, come numerose traduzioni di brani tratti da libri delle sacre scritture, pur da non credente.
Insomma un De Luca attento a sperimentare, anche da scrittore e conferenziere, non dimenticando mai neppure , come cita lui stesso, quell'illuminante affermazione di Marcello Mastroianni a Jack Lemmon nel film "Maccheroni" : " come è bello perdere tempo: non si spreca, ma lo si libera dall'obbligo di sottoporlo a un utilizzo.. Il tempo perso è quello salvato!".
Erri de Luca riesce anche a darci, negli ultimi capitoli, suggerimenti per vivere bene e serenamente a lungo. I consigli sono quelli che già dovrebbero essere ben noti: pratica sportiva, darsi agli altri con attività di volontariato, alimentazione sana, rinfrescare la memoria con l'enigmistica, pochi amici fidati... Tutto questo per affrontare con buone speranze una "vecchiaia volontaria", quella cioè così come dovrebbe essere naturalmente, che l'autore distingue dalla "vecchiaia involontaria", quella alterata da incidenti o malattie, e da quella "preterintenzionale", modificata da creme, abbellimenti, interventi conservativi o migliorativi.
E arriverà anche l'ultimo giorno. Come sarà, si chiede l'autore. "Sarà quello che non ha nessun diritto materiale al giorno successivo. Sarà quello che comincia con il ringraziamento al suo mattino".
Il libro, scritto con stile incisivo, senza fronzoli o inutili divagazioni, è impreziosito da foto tratte da un filmato di poco meno di mezzora sull'argomento trattato e da alcune lettere inviate all'autore da Ines de la Fressange, imprenditrice nel settore dell'abbigliamento di prestigio e coautrice dell'opera.
"L'età sperimentale" è un buon libro per riflettere sul tempo che passa, su quello che ognuno di noi ha fatto e su quello che ci si può attendere ancora dalla vita e quante possibilità possa racchiudere ancora la cosiddetta terza età. "E' un'età sperimentale" scrive de Luca "Ho la strana sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me. La vecchiaia di chi mi ha preceduto non mi fa da modello e non mi prepara a niente. Per il corpo di ognuno, quando succede è per la prima volta".
Da "vecchio" ormai ultranovantenne, concordo con l'autore quando scrive che la vecchiaia non è il momento di guardare soltanto indietro. Diceva bene Pasternak ne "Il dottor Zivago": "vivere significa sempre lanciarsi in avanti ... verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci".



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