Narrativa italiana Romanzi storici Diario di una dama di corte
 

Diario di una dama di corte Diario di una dama di corte

Diario di una dama di corte

Letteratura italiana

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Scorrendo le pagine di questo libro, ci sentiamo improvvisamente proiettati nell'altro secolo, calati nel mondo fastoso della corte di Francesco Giuseppe: sarà impossibile sottrarsi al fascino di quell'atmosfera ora solenne ora frivola che ci avvolge, di quelle immagini evocate con tocco magistrale da Isabella Bossi Fedrigotti, tanto che siamo sfiorati dal sospetto che ben poco sia frutto della fantasia e che l'autrice abbia lavorato sulla scorta di documenti dell'epoca, lettere e diari, magari di famiglia. La storia d'amore della protagonista ci offre l'occasione di un viaggio a ritroso nel tempo, magicamente scandito dal susseguirsi delle splendide illustrazioni che fissano squarci di una realtà dall'apparenza festosa, scene di vita serena sulle quali però le pagine del diario gettano una luce radente che rivela i fremiti di un'epoca, quella dell'Austria felix, ormai avviata al tramonto.



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Diario di una dama di corte 2017-02-23 04:39:33 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    23 Febbraio, 2017
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Come era l’Austria felix

Alla fine del XIX secolo (corre l’anno 1898) una giovane della piccola nobiltà di provincia viene assunta, come dama di compagnia, di un’Arciduchessa, e in tale veste vive alla corte di Vienna, permeata dalla presenza dell’imperatore Francesco Giuseppe. Dato il suo rango è quanto di meglio le potesse capitare e ha tutti i motivi di essere soddisfatta; lontana dall’ambiente rurale di famiglia, potrà assaporare i fasti di una corte che, imperterrita, trascina la sua esistenza indifferente ai cambiamenti di un’epoca, verso quella guerra che segnerà la fine di una dinastia. Le scoperte che farà in quel mondo ovattato e frivolo e le sue giornate sono riportate in un diario attraverso il quale anche noi potremo esserne, figurativamente, parte, un mondo talmente lontano dal nostro modo di vivere che appare, a tratti, ammantato da un velo magico, in una situazione irreale, quasi da favola. Le feste, ma anche e soprattutto la quotidianità sono riportate in modo encomiabile e suggestivo, così che, oltre che per le riuscite illustrazioni, alla fine della lettura si potrà capire come era la vita di corte, sottoposta a rigidi rituali che ci portano involontariamente a sorridere, ma che rappresentavano il perpetuarsi di una tradizione, di usi e di costumi avulsi dal tempo. I bei vestiti, i gustosi manicaretti, i viaggi, i balli si susseguono come in un sogno di cui è contenta e soddisfatta la nostra dama di corte e per lei non poteva mancare anche l’amore, con un misterioso J., tuttavia destinato a un matrimonio di mero interesse. Il libro è scritto benissimo ed è brava Isabella Bossi Fedrigotti nel ricreare quell’atmosfera viennese di fine secolo, un’atmosfera di cui, ancor oggi, esistono molti nostalgici, pur non avendola sperimentata. Devo dire che pure io sono rimasto affascinato da quel mondo, ma, sarà forse perché con il senno di poi so della sua tormentata fine, ho alla fine pensato che sia stato tutta apparenza e niente sostanza, una vita che tutto sommato si reggeva su un precario equilibrio, chiusa in una dorata prigione, lontana dall’esterno, da quei sudditi che cominciavano sempre di più a reclamare quell’autonomia sempre negata e che otterranno solo dopo una sanguinosa guerra. Era forse una bella “epoque”, in cui tutto sembrava immutabile, come se il tempo non scorresse mai, con sullo sfondo la figura paterna, ma autoritaria di un imperatore vissuto troppo a lungo per capire che ogni cosa ha le sue stagioni; se dentro le mura del castello si viveva in un’eterna primavera, fuori dominava un autunno fatto di foglie ormai morte, pronte a cadere, come le parti di quell’impero.
Da leggere, indubbiamente.

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