Narrativa italiana Romanzi storici L'enigma Michelangelo
 

L'enigma Michelangelo L'enigma Michelangelo

L'enigma Michelangelo

Letteratura italiana

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Bologna, 1494. Nel salotto nobile di casa Aldovrandi si parla d’amore e di sogni. Tra gli invitati c’è un giovane artista, Michelangelo Buonarroti, fuggito dai roghi fiorentini di Savonarola. È già uno dei favoriti alla corte medicea, ma ancora non sa che il suo "Cupido dormiente", ispirato alle dottrine neoplatoniche del circolo bolognese, è destinato a cambiargli per sempre la vita. Perché la statua, simbolo del suo amore più inconfessabile, nasconde qualcosa di infinitamente prezioso, che tutti vogliono. E così, mentre Cesare Borgia e Caterina Sforza si contendono il "Cupido" in una caccia che insanguina le corti italiane, Michelangelo sceglierà da quale passione lasciarsi travolgere.



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L'enigma Michelangelo 2016-09-02 15:19:43 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    02 Settembre, 2016
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Il giovane Michelangelo e gli intrighi nelle Corti

Il giovane Michelangelo Buonarroti, in fuga da Firenze dopo la cacciata dei Medici e l’avvento dell’iconoclasta Savonarola, si rifugia a Bologna, protetto dal conte Aldrovandi, amante delle arti, Qui, mentre è impegnato nella scultura di tre piccole statue per il finimento dell’Arca di San Domenico, per proprio personale diletto, porta a compimento anche un piccolo, delizioso “Cupido addormentato” iniziato già a Firenze. La statua, ceduta per pochi fiorini ad un mercante d’arte, diverrà oggetto di una truffa, a Roma, ai danni del Cardinale Riario che l’acquisterà a caro prezzo, pensandola un reperto dell’antichità. Michelangelo, forse anche lui vittima della truffa al pari del Cardinale, sarà chiamato a Roma per giustificarsi, ma grazie a ciò la sua carriera di scultore sboccerà in tutta la sua gloria, prima con l’esecuzione di un meraviglioso Bacco ebbro, proprio per il Cardinale e, poi, con la splendida Pietà vaticana che tutti conosciamo. Nel frattempo il puttino sarà oggetto della brama dei potenti dell’epoca a cominciare dalla famiglia Borgia al completo (il pontefice, Rodrigo/Alessandro VI, i figli, Cesare e Lucrezia, e la cognata Sacha, moglie del giovane Jofrè). Ad essi cercheranno di contenderlo Caterina Sforza, signora di Imola e Forlì, la quale pensa celarsi, al suo interno, la miracolosa Pietra Filosofale degli alchimisti, i conti di Montefeltro, gli Este e i Gonzaga, in una spasmodica lotta ricca di intrighi e brutali omicidi.
Nel frattempo Michelangelo, sempre alla ricerca di nuove sculture da “estrarre dal marmo”, tornerà a Firenze e si cimenterà nel suo grandioso David.
Grazie al fil rouge della caccia al Cupido dormiente, l’A., non a caso insegnante, laureata in storia dell’arte, ripercorre gli anni tormentati a cavallo tra XV e XVI secolo, che tanti sconvolgimenti videro in Italia, e, contestualmente, ci racconta la carriera giovanile del grande Michelangelo.
Ne esce un romanzo storico non disprezzabile per intenti e contenuti.
Solidamente ancorato alla realtà storica, l’opera intesse una trama accattivante, intrecciando assieme ai fatti storicamente accertati e documentati (e che la stessa A. si premura di suffragare riportando frammenti di poesie, lettere e resoconti dell’epoca in calce ai capitoli) una gradevole vicenda fantasiosa, con sfumature di mistero ed esoterismo.
Purtroppo, però, il romanzo non è esente da difetti, anche di una certa rilevanza.
Innanzi tutto lo stile è piuttosto grezzo e povero, talvolta involuto. Ci sono interi periodi che verrebbe la voglia di riscrivere, spostando a fianco del sostantivo di riferimento i pronomi relativi, posizionati invece a casaccio con un involontario effetto comico, o spezzettando le frasi per renderle più corte ed agili. In generale, poi, la fluidità della lettura e la comprensione di certi passaggi avrebbero tratto un notevole giovamento da tutti quei segni di punteggiatura che l’A. si è ostinata pervicacemente a risparmiare.
Troppo spesso, poi, il filo della narrazione è interrotto dal desiderio di “montare in cattedra”. Frequentemente viene da chiedersi se stia leggendo un romanzo storico o non invece un compendio di storia dell’Arte e del Rinascimento italiano o una guida turistica. E’ assai poco accettabile, invero, che i personaggi, dimentichi del loro ruolo nell'azione, comincino a discettare di politica internazionale (anche se sono semplici popolani) o di tecniche pittoriche, fuori dal contesto del dialogo in corso.
Infine, del tutto inutile, incomprensibile, superflua ed irritante la “coda” appiccicata in modo posticcio in appendice al romanzo. Coda, ambientata in epoca contemporanea, con la quale si cerca vanamente di aggiungere, senza che se ne senta veramente la necessità, un’artificiosa suspense al romanzo che è e dovrebbe restare storico.
A prescindere da questi rilievi, comunque, il libro è piacevole proprio per il gioco vero/falso che intrattiene col lettore e per l’argomento storico trattato che, per quanto noto ed oggetto di numerose altre opere similari, è pur sempre interessante e stimolate.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
un ottimo libro sul medesimo periodo storico, esaminato dalla parte della famiglia Borgia: "Sangue e Onore: i Borgia" della scrittrice inglese Sarah Dunant.
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