Narrativa italiana Romanzi storici Un peccatore innocente
 

Un peccatore innocente Un peccatore innocente

Un peccatore innocente

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Certe scelte possono macchiare il destino di innocenti. È quello che accade ai figli del principe di Aquitania: dopo la morte dei genitori, fratello e sorella crescono in un'ambigua simbiosi che, con la pubertà, si trasforma in incesto. Quando la fanciulla si scopre incinta, il tutore dei ragazzi decide di separare i due giovani, nascondere la gravidanza e affidare il neonato al fiume, come Mosè. Gregorio (questo è il nome del bambino) cresce ignaro di tutto con la famiglia del pescatore che lo ha salvato, fino a quando gli viene rivelato il segreto della sua nascita e decide di partire in cerca della madre. Affronta con coraggio e saggezza i pericoli del mondo, sempre illuminato dalla fede e dalla speranza di conoscere colei che gli ha dato la vita e della quale vuole alleviare la pena per la colpa commessa. Ma la sua vita è segnata dal peccato: lo aspetterà un altro tragico errore, un nuovo incesto, cui seguiranno un folle viaggio e una lunga penitenza (diciassette anni incatenato su uno scoglio, cibandosi solo di rugiada) che lo condurrà infine al soglio di san Pietro.



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Un peccatore innocente 2013-04-09 19:16:19 Lady Libro
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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    09 Aprile, 2013
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Una questione di stile

Questo libretto dovrebbe essere la rilettura della leggenda di papa Gregorio Magno secondo cui egli sarebbe nato da un rapporto incestuoso e ne sarebbe stato a sua volta vittima.
Ebbene il problema è che non sembra una rilettura, ma piuttosto una stesura in prosa, una parafrasi, quasi una versione di latino tradotta da uno studentello del liceo alle prime armi.
Infatti la vicenda di questo Edipo medievale e della sua amartìa (“colpa tragica” in greco, ovvero una colpa commessa inconsapevolmente), oltre che la sua espiazione e il suo cammino di redenzione, sono trattate in modo estremamente sbrigativo, superficiale e troppo, troppo ripetitivo (ad esempio, la vita e gli accadimenti di certi personaggi vengono ossessivamente ribaditi per almeno cinque o sei volte nel giro di una ventina di pagine) e le singole emozioni provate sono solo parole su carta.
Come se non bastasse, la scelta di “copia-incollare” filo per segno i contenuti del poema da cui il romanzetto è tratto non ha dato il minimo spessore psicologico a nessuno dei protagonisti, rendendoli più anonimi di un fantasma.
Ovviamente, dopo tutto quel che ho detto, non bisogna aspettarsi un affresco storico ben definito date le descrizioni minime ed essenziali, e se non avessi saputo dalla quarta di copertina di leggere un romanzo ambientato nel XII secolo, non ci avrei mai creduto.
C’è da dire, tuttavia, che il linguaggio utilizzato è veramente raffinato e ricorda molto quello usato dagli antichi trovatori medievali e quell’aura antica che manca nelle già scarse descrizioni si può quasi sentire come una brezza molto leggera, un profumo poco intenso ma entrambi piacevoli.
Per concludere posso dire che, secondo me, l’autrice avrebbe dovuto “metterci del suo” nel libro, interpretarlo e arricchirlo secondo i propri gusti e scelte personali, creando così un vero e proprio mondo ben definito sebbene ormai trascorso, anche se posso capire che abbia voluto evidenziare maggiormente l’aspetto emotivo-divulgativo (per quanto di emotivo ci sia) della storia, piuttosto che concentrarsi sui restanti fattori esterni.
Lo consiglio soltanto a chi cerca un romanzo storico breve senza troppe pretese.

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