Narrativa straniera Romanzi autobiografici Lo Zen nell'arte della scrittura
 

Lo Zen nell'arte della scrittura Lo Zen nell'arte della scrittura

Lo Zen nell'arte della scrittura

Letteratura straniera


L’autore di Fahrenheit 451 parla di sé e ci rende partecipi dei desideri, delle esperienze e dell’eccitazione di una vita dedicata alla scrittura. Ci parla dei suoi primi dilettanteschi racconti, dell’origine dell’amore per la fantascienza e di come gli sono venute le idee più importanti per i suoi romanzi. Lo zen e l’arte della scrittura è più che un manuale per aspiranti scrittori: è una celebrazione dell’atto stesso di scrivere. Incoraggia a seguire un’unica regola: i propri istinti e le proprie passioni. E mostra come il successo di uno scrittore dipenda da quanto conosca bene un unico argomento: la propria vita. Senza ovvietà Bradbury mette a nudo se stesso ripercorrendo le tappe del suo lungo lavoro, mostrando ai lettori quell’intricato nodo di esperienze esistenziali e arte dello scrivere che nutre le opere di ogni vero scrittore.



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Lo Zen nell'arte della scrittura 2016-06-16 16:45:12 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    16 Giugno, 2016
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Stay drunk on writing

LAVORO. RELAX. NON PENSARE!
Questi sono i tre concetti fondamentali che, secondo il mitico Ray Bradbury, possono trasformare un uomo con in mano una penna in uno scrittore di successo. Sarà una volta entrati in simbiosi con questi tre concetti che la parola LAVORO diventerà sinonimo di AMORE, e potremo considerarci realmente creatori di storie.
Facciamo una premessa: Bradbury è un maestro, dunque nulla da stupirsi se uno come lui ha buttato giù questo libro sulla scrittura, che più che un manuale è una specie di opera motivazionale.

Raccontandoci alcuni aneddoti presi dalla sua esperienza personale, Bradbury ci darà una serie di dritte per orientarci nella nostra mente, per prendere la direzione che conduce alla creazione di buone storie.
Il consiglio universale è sempre quello di leggere e scrivere tantissimo, almeno 2000 parole al giorno, per affinarci con l'esperienza. In fondo, non si diventa bravi nel proprio lavoro proprio svolgendolo ogni santo giorno? Cosa c'è di diverso nelle arti, compresa la scrittura?
Quello su cui l'autore pone l'accento però, siamo noi stessi. Quando lo scrittore diventa unico? Quando le parole e i pensieri che mette su carta scaturiscono da sé, dalle sue esperienze, dai suoi viaggi, dalle sue letture, dalle sue gioie, dai suoi dolori. Siamo il pozzo dal quale attingere le nostre storie uniche, e se solo ci soffermassimo per un attimo a riflettere su quel che siamo, su quel che abbiamo accumulato, ci stupiremmo di quanto materiale troveremmo ad attenderci. Il cervello è come una coppa da riempire all'infinito, e dal quale far uscire quello che poi verrà letto da altri che, essendo lettori come noi, apprezzano l'autenticità e le emozioni. Questa coppa però, bisognerà pur riempirla, e possiamo farlo soltanto lavorando su noi stessi, facendo, e non aspettando che le idee scendano dal cielo. Anche l'immagine più semplice che giace nei recessi della nostra mente, può diventare un'immagine meravigliosa da mettere su carta.
Obiettivo numero uno? Non avere obiettivi. Ricercare la fama e i soldi e farne lo scopo principale della nostra produzione non farà altro che contaminarla nella direzione che, nella nostra testa, ci porterebbe a ciò che vogliamo. Ma difficilmente sarà così. Queste cose potranno arrivare solo se daremo vita alle nostre idee senza lasciare che siano influenzate dalla ricerca disperata di cose materiali.
Il concetto chiave è, come dice Bradbury, NON PENSARE!

"Devi essere perennemente ubriaco di scrittura, per impedire che la realtà ti ditrugga."

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On writing di Stephen King
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