Tu sei il male Tu sei il male

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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    14 Aprile, 2022
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L'insospettabilità del male

Che magnifica scoperta, per me, Roberto Costantini e il suo commissario Michele Balistreri!
Dopo essere partita da “Alle radici del male”, secondo bellissimo volume della cosiddetta “Trilogia del Male”, ecco ora che concludo anche la lettura del romanzo con cui sia lo scrittore che il suo più che riuscito personaggio hanno fatto il loro esordio, nel 2011, sulla scena letteraria nostrana.
Voto complessivo, pure in questo caso, di oltre quattro stelle.

Sebbene mi sia sentita coinvolta maggiormente dalla trama e dall'ambientazione nordafricana del secondo titolo, dove si ripercorre la vicenda familiare e la crescita di Balistreri a Tripoli, ho trovato questo primo tassello della trilogia in questione un giallo/poliziesco/thriller di tutto rispetto, in grado di catturare fin dall'incipit l'attenzione di chi legge. L'autore dimostra una straordinaria abilità nell'intrecciare eventi e personaggi, senza tralasciare il minimo dettaglio né annoiare; la sua prosa è decisamente fluida, entusiasmante, ricca di tutti quegli ingredienti che contribuiscono a istigare il lettore a fare addirittura le ore piccole pur di non interrompere l'evolversi della vicenda narrata. Era dai tempi in cui lessi avidamente “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson che nel cuore dela notte non riuscivo a staccarmi dalle pagine di un libro, e io, come dico sempre, non sono una lettrice abituale di gialli e sottogeneri vari.

Impossibile riassumere in poche righe la complessità della trama che si svolge sullo sfondo di una città come Roma tra il 1982 e gli anni Duemila. Fatto sta che mentre il cerchio finalmente si stringe, niente sarà certo, anche quando l'esito delle indagini sembrerà ovvio e scontato, fino al gran colpo da maestro con cui Costantini fa calare il sipario definitivo sull'assassinio della giovane Elisa Sordi, crimine che per ben ventiquattro lunghi anni resterà una spina nel fianco di un Balistreri bello, dannato e fiaccato dal peso dell'esistenza. Il male può annidarsi ovunque, in un viso deforme così come nel sorriso più angelico e disarmante, persino nel bene stesso.
Sono molto contenta di aver cominciato dal secondo volume, una fortunata svista che mi ha permesso di comprendere meglio diverse cose che vengono anticipate in questo primo romanzo, nonché di valutare nell'insieme la figura qui più matura del commissario. Pregusto già la lettura del terzo atto della trilogia, con la segreta speranza che si faccia ritorno in Africa dove ancora attende una scogliera e il suo mistero!

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Belmi Opinione inserita da Belmi    27 Giugno, 2021
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Non c'è libertà senza verità

Può capitare di leggere un romanzo e rendersi conto che il protagonista non è particolarmente simpatico, un po' troppo fuori dalle righe e decisamente menefreghista. Può però anche succedere di ritrovarsi sempre nel solito libro un protagonista cambiato, cresciuto e soprattutto inseguito dai suoi demoni che diventa più umano, meno superficiale e decisamente più vicino alle tue corde.

Primo capitolo della trilogia del male di Roberto Costantini. Siamo nel 1982 e il giovane Balestrieri pensa più alla finale dei mondiali che alla scomparsa della bella Elisa Sordi. Quello che sembra un caso facile diventerà invece la bestia nera del protagonista.

Passano gli anni e noi veniamo catapultati nel 2006, dove troviamo il commissario Balestrieri, un uomo profondamente cambiato che ha messo da parte l'arroganza e la superficialità per diventare un uomo tormentato. E quando sembra che il passato sia dimenticato, torna lui, l'Uomo Invisibile, anche se nasconde bene la mano facendo incolpare altri, Balestrieri riconosce il suo tocco e non sarà facile farlo vedere anche agli altri.

Costantini ci presenta una società razzista, corrotta e manipolatrice, dove vince chi bleffa meglio e dove spesso i soldi e il potere aiutano dove il resto non può. In tutto questo buio però c'è chi lotta per la libertà, per i più deboli e per quelli che anche se provano ad urlare non vengono ascoltati.

Un libro che anche se parte lentamente arrivi ad un punto che non riesci a fermarti. Oltre seicento pagine volate via, dove una pagina chiama l'altra e fermare la lettura non è semplice.
Uno stile accattivante, una trama avvincente e un protagonista che si fa odiare ma anche amare.

Lo consiglio agli appassionati di gialli.

Buona lettura!!!

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Mag, 2020
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I volti del male

«Non so cosa mi prese. Certamente qualcosa che non provavo più da molti anni. Un minuto dopo ero in acqua. Il freddo mi toglieva il fiato, ma più nuotavo per scaldarmi più sentivo una gioia dimenticata, sfrontata, irresistibile, che si impadroniva di tutto il corpo.»

È il 1982. Roma è in subbuglio, a giocarsi la finale dei mondiali di calcio vi è l’Italia. L’attesa si taglia con mano, l’adrenalina è alle stelle. Lui, Michele Balistreri, trentaduenne, non ha proprio voglia di perdere tempo. Lo aspettano una partita a poker, alcol a volontà, sigarette e una donna con la quale trascorrere la serata e di cui qualche giorno dopo non avrebbe nemmeno ricordato il nome. Angelo, il suo migliore amico, cattolico praticante e al tempo fidanzato con Paola, lavora in un ambiente molto particolare, al servizio del Vaticano ma in una proprietà affittata a quest’ultimo da un ricco conte sostenitore di un ritorno alla monarchia. Balistreri ha un passato turbolento, violento, inquieto. Cresciuto in Libia, cacciatore in Africa, ex fascista, poi nei servizi come infiltrato quando quegli ideali che seguiva erano stati dai suoi stessi alleati stravolti e reinterpretati per poter sparare bombe anche su chi nulla aveva a che vedere con la lotta armata essendo un semplice cittadino, infine laureatosi in filosofia con ritardo e vincitore di un concorso per Commissari che lo vede adesso ricoprirne il ruolo, non ha proprio voglia di recarsi sul luogo di una presunta sparizione. Soprattutto se l’allarme scatta da due genitori anziani che non vedono ritornare a casa la loro bellissima figlia durante una serata in cui lei è sicuramente a divertirsi con qualche ragazzo fortunato. Tuttavia, la preoccupazione di questi non è priva di fondamento. Il suo nome è Elisa Sordi, ha appena diciotto anni, frequenta l’ultimo anno di ragioneria e il suo corpo viene brutalmente rinvenuto privo di vita pochi giorni dopo dalla finale, dilaniato da ferite, cosparso di segni di bruciatura di sigarette e di tagli, seviziato dai ratti e da chissà quale altro animale, sulle rive del Tevere. Balistreri inizia le ricerche, giunge anche a trovare un colpevole ma, alla fine, il castello costruito crolla e tutte le convinzioni con lui. Il caso resterà irrisolto.
Sono trascorsi venticinque anni. Siamo a cavallo tra il 2005 e il 2006 in un intermezzo apprendiamo della morte di una giovane donna, deceduta in una discarica dopo essere stata violentata da tre uomini che dichiarano di aver agito insieme e su comando di un altro uomo. Una lettera incisa. L’unica macchia sul curriculum impeccabile di Balistreri, adesso alla Sezione Speciale, che non crede alla ricostruzione proposta dai vertici per un semplice dato oggettivo: i colpevoli sono analfabeti, come avrebbero potuto scriver una lettera sul corpo della vittima? Poco dopo la scomparsa di un’altra donna inizialmente sottovalutata dalla polizia di zona perché prostituta. Al contempo misteriosi traffici di denaro ricollegati a una società di prestanomi i cui profitti si nascondono dietro ad un locale con signorine con le quali passare una serata diversa, scommesse, bische, slot e chi più ne ha più ne metta. Cosa si cela dietro la facciata? Che i vari casi siano in qualche modo collegati? Ma soprattutto, cosa porterà il funzionario a convincersi che vi possa essere un collegamento con i fatti del 1982?
Il Balistreri di oggi è inoltre molto diverso dal Balistreri di ieri. All’inizio dell’opera conosciamo un trentenne irruento, arrabbiato, frettoloso e refrattario al riconoscimento di qualunque autorità divina o terrena, lo ritroviamo riflessivo, meditabondo, depresso, malconcio a livello fisico a causa di anni di vita sregolata e incontrollata ma soprattutto lo ritroviamo vittima dei fantasmi del passato. Michele è costantemente ad autoinfliggersi per quegli anni che non è riuscito a lasciarsi alle spalle. Non è riuscito ad andare avanti, ha continuato a colpevolizzarsi, non è riuscito così a ricostruirsi una vita.
Da questi brevi assunti ha inizio “Tu sei il male”, opera prima di Roberto Costantini, autore che dimostra sin dal suo primo lavoro di essere un gran narratore e di riuscire a tenere le fila di molteplici trame con tanti burattinai. Il testo non è semplicemente un giallo. Al suo interno lo scrittore ricostruisce la vita di uomini e donne che vengono perfettamente caratterizzati, ci parla di tematiche sottese quali razzismo, ci mostra la quotidianità di un poliziotto che sovente è chiamato ad occuparsi di più indagini contemporaneamente, ma al tempo stesso ci invita a riflettere. Perché l’oggetto principale dell’elaborato è quello di interrogarsi e di interrogarci sul male in sé per sé, nelle sue forme più variegate, nelle sue tante sfumature. Perché la verità risiede in un’unica frase: chiunque può uccidere. Anche le persone più insospettabili. E questa constatazione, che può quasi sembrare una ovvietà, è invece il perno sul quale si fonda il titolo. Una rinnovata presa di coscienza che porterà il nostro eroe ad affrontare il nemico con una nuova consapevolezza. Ciò varrà anche per il lettore che, pagina dopo pagina, da un lato cercherà di risolvere il rompicapo e di risolvere il mistero, mentre dall’altro si interrogherà sulle profondità dell’animo umano, sulle sue ombre, sulla sua oscurità, su quegli angoli bui e nefasti che vengono relegati negli anfratti più lontani della mente e dell’animo perché ne abbiamo un timore primordiale.
Un libro che in una prima lettura si divora e in una seconda si assapora, un libro che conquista e trattiene tra le sue pagine, un libro che tiene bene per tutta la narrazione e che non delude le aspettative degli amanti del genere ma che è in grado di sorprendere anche chi non lo è. Un libro che vince per trama accattivante, stile rapido, ritmo ben cadenzato, enigma intrigante e personaggi solidi e tangibili con mano.

«Chi lotta con i mostri deve stare attento a non diventare lui stesso un mostro. Se tu scruterai a lungo un abisso, anche l’abisso scruterà te.»

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lapis Opinione inserita da lapis    01 Ottobre, 2018
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La verità è un cerchio

Nel 1982 Michele Balistreri è un giovane commissario di polizia. Una nomina ottenuta grazie ad agganci politici. Un passato irrequieto e violento come picchiatore fascista. Un lavoro svolto in modo indolente e superficiale, tra una donna e l’altra, tra una serata e l’altra, in attesa di decidere cosa fare della propria vita.

Così, quando durante la finale del campionato del mondo viene chiamato per occuparsi di una ragazza scomparsa, la giovane e bellissima Elisa Sordi, Michele rimanda. Tutto è irrilevante, tutto può aspettare. Solo che la morte non aspetta proprio nessuno, e nemmeno il senso di colpa. Il corpo martoriato di Elisa verrà ritrovato pochi giorni dopo, dando il via a un’indagine senza colpevole e senza soluzione. E Michele non lo dimenticherà mai.

Lo ritroviamo ventiquattro anni dopo, ancora poliziotto ma molto cambiato. Solo e malconcio, vittima di incubi e tormenti, che placa con antidepressivi e rettitudine. Finché all’improvviso il passato tornerà a bussare alla sua porta. Un assassino seriale le cui modalità ricordano quel famoso omicidio. L’improvviso suicidio della madre di Elisa, ancora durante una finale dei mondiali di calcio. Personaggi che escono dalla memoria per intrecciarsi agli eventi del presente. La verità è un cerchio e per Michele è arrivato il momento di chiuderlo.

“Ora non servivano più gli antidepressivi, i gastroprotettori, il controllo sul fumo e sull'alcol […]. Serviva solo ciò che fin da bambino aveva sempre cercato, a costo di qualunque guaio: la verità. Senza compromessi, con la forza se necessario, a costo di distruggere anche se stesso.”

Dopo avere fatto la conoscenza di Michele Balistreri mi sono chiesta come avrei fatto a sopportare per quasi settecento pagine un protagonista così antipatico. Invece le parole ti imprigionano, la scrittura scorre fluida e veloce, la trama si infittisce e si aggroviglia, lasciandoti continuamente a immaginare possibili collegamenti e soluzioni. Perché il vero protagonista non è l’uomo o il poliziotto; è l’intreccio, la storia.

Non si può non dare merito a Roberto Costantini di avere ideato un progetto davvero ampio e ambizioso, tratteggiando con cura ogni dettaglio e incastonandolo all’interno di un disegno molto articolato. Ma non si tratta di puro esercizio narrativo perché la grande forza di questo romanzo sta nella sua capacità di raccontarci la società italiana attraverso la sua capitale e i suoi abitanti. Alti prelati e malavitosi immigrati, volontari bigotti e povere prostitute, affaristi spregiudicati e agenti corrotti. Tutti uniti dal male, che serpeggia a ogni livello, mosso da mani invisibili. E da un protagonista che nel corso della storia trova umanità e non vuole arrendersi. Riuscirà ad arrivare alla verità? E a che prezzo? A tutti coloro che vorranno scoprirlo, auguro buona lettura.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    12 Dicembre, 2017
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Riaprire porte

Quando un cerchio non si chiude, l’anima resta inquieta. Questo giallo tipicamente italiano è il primo volume di un ciclo che ben promette. Va letto con molta attenzione, perché è sostanzialmente diviso in tre parti e la parte centrale sembra essere un intermezzo troppo lungo e poco pertinente con la prima parte della storia che hai già letto e che sai già avrà un seguito. Invece tutti gli elementi sono importanti, tutti i personaggi, tutta la sequenza. E’ una storia fatta di molte rimarchevoli coincidenze, che piano piano capisci che non sono tali ed è stando attento anche a tutti i più piccoli particolari che puoi più apprezzare appieno tutta la girandola di inganni e, soprattutto, la capacità dell’autore di pensarli, costruirli, concatenarli. Davvero notevole. Il protagonista è cinico ed irritante, ma di lui, conoscendolo pagina dopo pagina ed anno dopo anno, colpisce soprattutto la catena della paralisi, ovvero la sequenza tra senso di colpa, rimorso e pentimento, che è un aspetto profondamente umano. Vive in attrito con il mondo, ma ci sono momenti in cui, pur non sopportandolo, un po’ ti identifichi in lui. Splendida la parte finale, in cui il burattinaio indiziato numero uno fa impennare la suspence fino a condurci all’inatteso finale.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    18 Mag, 2015
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Cosa hai fatto per tutto questo tempo?

1982. Michele Balistreri ha 32 anni ed è un giovane commissario del quartiere Vigna Clara, situato nella parte nord di Roma.
Zona estremamente tranquilla, appartenente alla cosiddetta “Roma bene”, nel culmine degli anni di piombo è stata un punto di ritrovo dell’estrema destra, di cui Balistreri ha fatto parte durante il periodo universitario.
Uomo dal passato misterioso e dall’adolescenza turbolenta trascorsa in Libia, a Tripoli, Balistreri è un arrogante che non ama il proprio lavoro e si disprezza per essere diventato, grazie alle raccomandazioni del fratello, “servo di uno Stato” in cui non si identifica. Alla vita di ufficio preferisce la compagnia di una ragazza o una partita a poker con l’amico Angelo Dioguardi, che lavora alle dipendenze del cardinale Alessandrini, zio della fidanzata Paola, nel complesso residenziale di Via della Camilluccia, abitato da importanti figure ecclesiastiche e politiche. Una curiosa amicizia tra un cattolico fervente, Angelo, ed un cinico come Michele.
La routine viene spezzata dalla violenta morte di Elisa Sordi, studentessa diciottenne che lavorava per Angelo e per il cardinale, uccisa la sera della finale dei Mondiali tra Italia e Germania.
24 anni dopo, nel 2006, Balistreri è diventato capo della Sezione Speciale di Roma. La notte della finale tra Italia e Francia la madre di Elisa si getta dal balcone. Le due morti sono collegate?

“Tu sei il male”, primo libro di una trilogia, è un romanzo potente, di ampio respiro, capace di andare oltre alla narrativa di genere thriller.
Attorno alla figura di Balistreri, Costantini costruisce uno spaccato socio-culturale dell’Italia degli anni ottanta e duemila tra politica, corruzione, immigrazione, in una vicenda permeata di mezza verità e bluff, proprio come in una delle tante partite a poker affrontate dal protagonista.
La narrativa di genere, quando è di buon livello, si dimostra terreno fertile per un’analisi della società che ci circonda. L’autore utilizza avvenimenti straordinari, finzioni letterarie lontane dalla realtà di tutti i giorni, per parlare di problemi presenti ed attuali.
È una storia di personaggi sfuggenti, irrisolti, divorati da rimorsi e sensi di colpa, cambiati dal destino, sconfitti dalle circostanze.

Ho apprezzato la scelta dell’autore di non forzare la mano con numerosi e rocamboleschi colpi di scena, preferendo un’indagine suddivisa in capitoli corrispondenti a giornate lavorative tra interrogatori, piccoli indizi e una miriade di personaggi mediamente ben caratterizzati.

“Tu sei il male” è un libro accattivante, una delle migliori recenti sorprese nel nostro panorama letterario in termini di narrativa thriller, e spero che i due libri successivi della trilogia si mantengano sullo stesso livello.

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    09 Novembre, 2014
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Noir 'de noantri' ... assolutamente niente male

Cazzuto!
Si può scrivere? Va bene, lo scrivo, perché non mi vengono in mente altri aggettivi per definire meglio questo thriller tutto italiano, prima opera di Costantini e primo di una trilogia che a questo punto non mancherò di completare.
Il suo punto di forza è nel realismo della storia, non ci sono supereroi e superdetective dai poteri soprannaturali, il protagonista è un certo commissario Balistreri, uomo dalla gioventù movimentata, estremamente movimentata, visto il suo carattere ribelle, insofferente, alla ricerca di un valido ideale a cui aggrappare la sua vita, usando spesso la lotta per il suo raggiungimento come pretesto per sfogare la sua rabbia interiore,
Col passare degli anni, crollano gli ideali, gli spiriti si placano, almeno quelli più nobili, mentre s'infiammano quelli meno nobili e Balistreri si trasforma in uno sciupafemmine senza scrupoli, pronto ad appagare subito e senza troppi rimorsi ogni suo desiderio e piacere, restio ad ogni tipo di legame affettivo duraturo ed impegnativo e che non si esaurisca nel giro di una notte, massimo due.
Tutto questo sotto le apparenze 'borghesi' di un commissario di polizia, veste guadagnata in modo poco onorevole grazie alle raccomandazioni dell'onorevole fratello, sinceramente desideroso di garantirgli una 'vita' più tranquilla ed ordinata.
Ma il senso di giustizia, il suo innato desiderio di lottare contro qualsiasi forma di sopruso e prevaricazione, non si spegne mai:
"Onore, lealtà e coraggio erano ancora lì, ma come vecchi ricordi sfumati nella viscosità del reale."

E quando una giovane ragazza muore, assassinata ed abbondonata nel Tevere, gli occhi spenti e rassegnati dei suoi genitori impotenti dinanzi a questo crudele destino che ha sottratto loro l'unica figlia, accendono in Balistreri il senso di colpa per non aver dato il giusto peso a quella scomparsa ed il desiderio di non lasciare impunito quel delitto.
Questo è quanto raccontato nella prima parte del romanzo... quello che accade dopo, a distanza di anni, è un susseguirsi di eventi ben congegnati in una trama fitta ma senza facili scappatoie, e soprattuto inserita in un contesto, che è quello della capitale nei primi anni del 2000, specchio efficace e veritiero della condizione politica e sociale di quel tempo, a cavallo di tangentopoli e con i problemi sempre più pressanti legati all'integrazione degli extracomunitari.
Ed il finale, avvincente ed in crescente tensione, non è assolutamente da meno al resto del romanzo.

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A chi almeno una volta nella vita si è fermato in macchina sul lungomare vicino al pontile di Ostia in pieno inverno a parlare del più e del meno col suo migliore amico sino all'alba in attesa degli storici ed immortali krapfen alla crema...
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    12 Settembre, 2014
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Tu sei il male

Un eccellente thriller-noir italiano; il romanzo, molto dettagliato e articolato, descrive anche l'Italia degli anni '80 fino ad arrivare all'Italia dei nostri giorni con le problematiche ancora più accentuate rispetto al passato. Molti i personaggi protagonisti che intrecciano una trama che non dà tregua fino alla fine; colpi di scena, situazioni inaspettate, intrighi politici in connubio con accadimenti che cambiano continuamente il percorso del sentiero per indurci ad arrivare all'agognata soluzione dell'enigma. Ricco di frasi raffinate che danno luogo a profonda riflessione

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Gondes Opinione inserita da Gondes    03 Ottobre, 2013
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TU SEI IL MALE

E’ da molto tempo che mi capitava di incrociare questo libro sulle scaffalature delle librerie, ma chissà per quale motivo, alla fine la mia attenzione era catturata da qualche altro titolo. Sono passati così due anni e ancora dovevo decidermi.

Poi un giorno mi è capitato di leggere l’entusiasmante recensione di Michele (Fonta, per gli amici di QLibri) e ho avuto finalmente lo slancio per dire: questa volta lo compro!

Faccio ammenda al mio istinto e dico un grazie a Fonta, perché mi ha fatto scoprire veramente un ottimo thriller poliziesco.
Forse ero ben disposto, ma sono entrato subito in sintonia con lo stile dell’autore; molto generoso nel presentare il tratto caratteriale di tutti i personaggi. Il particolar modo mi è piaciuto il commissario Balistreri; la tipica persona che la ami o la detesti appena la incontri per la prima volta.

Mi sono chiesto perché questo romanzo mi ha particolarmente coinvolto, quasi avendo la sensazione di far parte in qualche modo della storia. Credo che sia dipeso dalla scelta da parte dell’autore di far ruotare tutta la vicenda attorno a due date, che anche a distanza di anni, ci danno la possibilità di ritornare indietro con la memoria in modo abbastanza facile. Mi riferisco alle due magiche notti in occasione delle vittorie dei mondiali di calcio in Spagna ed in Germania.

Grazie al libro possiamo rivivere le sensazioni e le emozioni di quei giorni. Fare un parallelo fra la storia raccontata nel libro e il nostro ricordo. Ci chiederemo dove ci trovavamo la sera in cui fu uccisa Elisa Sordi e cosa facevamo quando sua madre molti anni dopo si suicidò. Quasi tutti sapremo darci probabilmente una risposta ed entrare quindi anche noi nella storia raccontata nel libro. Questo coinvolgimento è stato per me fatale, facendomi apprezzare il libro ancor di più.

Per quanto riguarda invece l’architettura della storia l’ho trovato un tantino complicata; con risvolti molto ampi, mancano gli UFO e poi siamo al completo!. Comunque l’autore, in più occasioni, cerca di aiutare il lettore, facendo il punto sulle indagini, anche perché diversamente si rischia di perdersi nei meandri della vicenda. Le pagine sono un tantino troppe, ma comunque la complessità della vicenda richiede una stesura appropriata.

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Opinione inserita da davide    11 Luglio, 2013

Ottimo esercizio di scrittura, trama banale

Credo che il romanzo nel complesso sia ben scritto, i personaggi sviluppati bene e con ampia descrizione delle varie sfaccettature che danno "profondità" alla personalità degli stessi. Ma purtroppo la storia fa acqua da tutte le parti: temo che l'autore abbia pensato che mescolando tanti buoni ingredienti (tanto per citarne alcuni: una nobile famiglia decaduta, un poliziotto sciupafemmine all'inizio e un saggio investigatore in seguito, l'ombra di complotti finanziari, la sinistra presenza della Chiesa e del Vaticano, buttafuori, giornaliste, rom, cardinali, politici, mignotte...) si possa preparare un buon piatto, cosa purtroppo non vera tanto in letteratura quanto in cucina.
Aggiungo che un buon giallo, a mio avviso, dovrebbe dare al lettore la possibilità di poter interpretare gli indizi insieme allo svilupparsi della vicenda e in un certo senso fornirlo degli strumenti necessari a risolvere l'enigma autonomamente, cosa che qui purtroppo non accade (e non dico altro perchè svelerei la vicenda). I gialli più belli sono quelli in cui arrivati finalmente alla sconcertante verità su chi sia il "mostro di turno" il lettore pensa: "Ma certo, come ho fatto a non arrivarci!". Sono i romanzi in cui il lettore pur avendo tutti i pezzi del puzzle a disposizione, non riesce a comporre il quadro d'insieme perchè c'è qualcosa di sfuggente e che si intuisce solo inconsciamente. In questo libro, invece, il lettore non riesce a comporre il puzzle semplicemente perchè l'autore decide di fornire tutti i pezzi necessari solo alla fine...

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marlon Opinione inserita da marlon    27 Mag, 2013
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IL MALE QUOTIDIANO

Ho letto questo libro poco tempo fa, attratto dal titolo molto chiaro: TU SEI IL MALE. Leggendo la trama, lo trovai interessante, perché era ambientato in un’Italia che non c’è più. Siamo a Roma nel luglio del 1982 e questo periodo evoca ricordi indelebili per chi, come me, ha vissuto i famosi mondiali di calcio. Avevo 9 anni e non si può dimenticare … Il protagonista del libro è il commissario Balistreri, giovane irritante, dal passato poco chiaro, forse raccomandato, dalla vita disordinata: il Balotelli delle forze dell’ordine. Si deve occupare della scomparsa di Elisa Sordi, dipendente di una società immobiliare del vaticano (Emanuela Orlandi?). Naturalmente c’è la finale dei mondiali, le donne, le feste d’estate nelle case romane e il commissario (troppo giovane e svogliato) si dedica alla dolce vita, considerando tale scomparsa una cosa di poca importanza. Quando viene ritrovato il corpo, ormai è tardi e la coscienza di Balistreri si fa pesante come un macigno. Le indagini condotte all’italiana non portano da nessuna parte e così ci catapultiamo sempre a Roma, ma stavolta nel 2006. Ancora in estate, a ridosso della finale dei mondiali di calcio tra Italia e Francia, si suicida gettandosi dal balcone l’ormai anziana madre della vittima Elisa Sordi. Questo fulmine a ciel sereno risveglia il commissario ormai ombra di se stesso e schiavo di farmaci antidepressivi e dei suoi fantasmi. Dovrà risolvere il caso per redimersi, ma non sarà facile risolvere un cold case, poiché l’assassino ha molteplici volti.. Vorrei tornare a parlare del titolo del libro, che è una chiara accusa, un marchio infamante. In questi giorni i media continuano drammaticamente ad elencare le donne vittime di violenze, di omicidi, di torture e soprusi. I numeri in Italia (MI FERMO ALL’ITALIA) sono spaventosi. Per svariati motivi gli uomini uccidono le donne. TU SEI IL MALE. Per chi non ha letto questo libro scoprirà (niente di nuovo) che alcuni uomini uccidono le donne per PAURA. La PAURA che li governa, che li rende incapaci di affrontare i problemi e le avversità che la vita ci riserva ogni santo giorno. La PAURA di rimanere soli, le botte inflitte per PAURA di essere abbandonati, la PAURA di essere scoperti (Garlasco?). Anche le donne hanno paura ma raramente uccidono. Inorridiamoci e meditiamo ….(E se il MALE si nutrisse delle nostre paure?)
Consiglio il libro agli amanti del giallo /noir e faccio i complimenti all’autore per l’originalità e per lo stile.

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Opinione inserita da Donatella    18 Aprile, 2013

pagato a parole? unica giustificazione per usarne

Troppe parole, troppi personaggi, troppa pretesa d'intrico;
in alcuni punti ho rilevato dei "buchi" nella storia e delle incongruenze.
L'intrico della trama si conclude in modo deludente, poco realistico; i voli pindarici vanno bene in altri generi, non nei gialli (secondo me, ovviamente!)
Come mi sono chiesta nel titolo: ma gli scrittori sono nuovamente pagati in base al numero delle parole scritte, come si usava ai tempi di Dumas?

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ChiaraLotus Opinione inserita da ChiaraLotus    10 Marzo, 2013
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Progetto ambizioso

Mi sono trovata a leggere questo libro quasi per caso.
A metà novembre, mi ero beccata una brutta influenza e non sapevo come passare il tempo.
Dopo aver rischiato di tagliarmi le vene alla decima pagina delle "sfumature di grigio", ho chiesto a mia madre di fare un salto alla Mondadori. "Sai che con i thriller vai sul sicuro!".
La commessa le ha proposto "Alle radici del male", appena uscito. Ma non avendo letto nulla di questa trilogia, mia mamma ha trovato più sensato farmi cominciare dall'inizio.
Morale?
Una settimana dopo avevo già iniziato il secondo libro.

Nonostante la mole, si tratta di un libro che si legge da solo: una volta che entri nel vivo, non riesci a staccarti finchè non arriva la fine. Il mondo descritto è vicino al lettore: è la nostra Italia, è la nostra storia. Non si ha a che fare con un mondo distante ed asettico, ma ci si sente parte delle vicende narrate, perchè le si è in un certo senso vissute.

Io non ricordo i mondiali dell'82, avevo pochi mesi. Ma essi sono comunque nel mio immaginario attraverso i racconti di genitori, zii e amici che, invece, hanno potuti viverli. Quelli del 2006 invece li ricordo bene. A 24 anni, sei nel vivo delle cose. Le respiri. Ti entrano nelle ossa. Conosco la questione dei ROM. E, fin da piccola, seguo la vicenda di Emanuela Orlandi, personaggio molto vicino a quello della vittima Elisa Sordi. Quindi non c'era nulla di veramente nuovo per me, in questo libro. E ciò può essere un bene, può essere un male. Per me è stato un bene. Mi piace sentirmi vicina alle situazioni, quando leggo.

Per quel che riguarda il giallo, la vicenda è intricatissima. Ma si segue bene. Si segue perfettamente. Costantini è molto bravo a disseminare indizi nel romanzo. Ciascuno di esso viene spiegato, man mano che le situazioni si fanno più chiare. Alla fine, il lettore ha tutto sotto gli occhi. Non ci sono enigmi, non ci sono dubbi.

Interessante anche il rapporto fra il commissario Balistreri e l'amico Angelo: se la fede è una guida, all'interno del libro, questi due personaggi rappresentano il classico concetto manicheo che vede il mondo suddiviso fra bene e male. Sono due lati della stessa medaglia. Sono due individui complementari che finiscono per fondersi in una persona unica e completa, fatta di luci e di ombre.

Sicuramente è una lettura che consiglio a tutti!

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La trilogia Millennium di Stig Larsson
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Baba Opinione inserita da Baba    26 Gennaio, 2013
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11 luglio 1982

Mi sono avvicinato a questo libro consigliato dal mio 'libraio' di fiducia: leggilo, una meraviglia. I casi letterari non mi appassionano molto, il più delle volte sono rimasto deluso... ma suvvia è un'autore italiano proviamo questo best seller! l'inizio è incorraggiante, inanzitutto il protagonista Balistreri ha il cognome di un mio ex prof di restauro architettonico (28!!!! ) e poi l'aria nera di cui è avvolto ricorda molto passioni (forse errori) giovanili: insomma simpatico sto Balistreri, non è il classico detective americano dannato ma cazzuto (scusate il francesismo) ma anzi è svogliato, deluso dall'Italia e non gli piace fare il suo lavoro (peccato per le donne a ripetizione il fumo e l'alcool che lo riportano un pochino ai colleghi americani). E poi il 1982, l'ambientazione 'PaoloRossiana', e la descrizione di una Roma aristocratica e clericaleche non sta simpatica ne a lui e ne a me... Detto questo la storia molto articolata, un pochino ingarbugliata parte da un'omicidio di una ragazza la sera di quell'indimenticabile 11 Luglio 1982 per poi riportarci ai nostri anni con un'altra serie di omicidi: il tutto è ovviamente collegato (meglio non anticipare oltre) e il nostro eroe romano è diventato vecchiotto, ma un poco più serio e meno avventato. Balistreri rimane simpatico, dannato e deuso dalla vita più che mai ma circondato da personaggi altrettanto riusciti tipo Piccolo (donna cazzuta..) o il collega sardo. I personaggi 'cattivi' sono in verità un pochino irreali (penso sopratutto al nobile nostalgico della monarchia...) e anche quell'Angelo Dioguardi è, secondo me, scontato... Il libro è scritto benissimo e si legge veramente 'tuttoinunfiato' perchè sebbene la trama sia sconclusionata alla fine, vuoi saper come andrà a finire a prescindere. Non è un capolavoro assoluto ma capisco il successo che ha avuto e quindi ne conglio la lettura.

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joshua65 Opinione inserita da joshua65    13 Ottobre, 2012
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Psycho Killers

Dove eravate la sera dell’11 luglio 1982, mentre la nazionale italiana di calcio dopo una trionfale cavalcata si giocava la finale con la Germania? Io, allora adolescente, ero assieme ad altri coetanei seduto sul divano, nello stesso posto che non avevo più lasciato dopo l’inattesa vittoria con l’Argentina.

Anche il Commissario Michele Balistreri, eccezionale protagonista di questo libro, se ne stava davanti alla TV a tifare, poi avrebbe fatto festa con la bella conquista di turno. Lui, così beffardo e strafottente, ex militante di Ordine Nuovo, già deluso dalla pur giovane vita e da un oscuro recente passato.

Ma l’appuntamento con la propria coscienza arriva prima del previsto, Elisa Sordi, giovane e bellissima impiegata negli uffici amministrativi del Cardinale Alessandrini, situati nella palazzina B di via Camilluccia, è sparita nel pomeriggio senza lasciare tracce, mentre tornava a casa attraversando una Roma assolata e deserta.

Balistreri chiamato dai familiari durante la finale, liquida velocemente la questione rimandandola al giorno successivo. Poi, il ritrovamento del corpo martoriato di Elisa nel Tevere, avvia le indagini, che vengono incasinate a dovere dalla inesperienza del nostro e dalla oscura volontà di qualcuno. Ventiquattro anni dopo, il suicidio della madre di Elisa Sordi, avvenuto durante la finale contro la Francia, fa riaprire il caso.

Gran bel libro, “Tu sei il male”, noir con i controfiocchi, dal protagonista, una sorta di Pellegrini di Camillotto, che però compie un percorso contrario, una Roma dei delitti irrisolti (Via Poma, l’Olgiata, l’omicidio di Marta Russo), e dei poteri forti (Vaticano, Servizi Segreti, Servizi Deviati, ex Monarchici pronti a riprendersi il potere), una storia ampia, complessa, che dipinge un affresco corale sull'Italia e su come siamo diventati noi italiani.

Fantastico ed emozionante seguire il percorso di riabilitazione di Balistreri, disperatamente aggrappato ad un male senza volto, inseguito lungo un arco temporale così ampio, oppure no, dove ci si accorge che la fine è inevitabilmente legata all’inizio, disegnando un cerchio ozioso e diabolico.

“Piatto” fu la prima parola che Balistreri sentii dire ad Angelo Dioguardi, “Bingo!” è quella che vi dico io.

[LA RECENSIONE TERMINA QUI, MA SE VOLETE VI RACCONTO COME MI E’ ANDATA A FINIRE]

Dopo la splendida vittoria dell’Italia non andai però a festeggiare, rimasi con la mia fiamma di allora, perché i suoi genitori non volevano uscisse. Il piccolo grande amore estivo si dissolse in fretta, ed io sono rimasto con il retrogusto amaro del pentimento per non essere andato a festeggiare con gli amici. Ho aspettato di rivivere questo momento per ventiquattro anni, dopo la vittoria questa volta più sofferta con la Francia mi misi in macchina deciso questa volta a fare il casino che l’evento meritava. Poi arrivato in prossimità della piazza, dove i festeggiamenti erano in corso, guardai i fumogeni, ascoltai le urla e i cori festanti, sorrisi e me ne tornai a casa.

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Noir, noir, noir!!!
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gcavalca Opinione inserita da gcavalca    27 Agosto, 2012
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Per caso.

Talvolta una serie di avvenimenti, di circostanze ti portano per caso in situazioni che mai avresti immaginato.
Così, per caso, sono stato consigliato nella lettura di questo romanzo di Roberto Costantini.
Che, sempre per caso, ho scoperto essere il primo di una trilogia ancora da pubblicare.
E tutto sembra accadere per caso in una trama avvincente, coinvolgente e complessa come un vero giallo dovrebbe essere.
Sembra, ancora per caso, che i campionati mondiali di calcio siano il fil-rouge della vita professionale e non del commissario Michele Balistreri.
Quel campionato del 1982 che noi ultraquarantenni conserviamo felicemente insieme ai ricordi della nostra adolescenza, quello del 2006 che abbiamo fresco nella memoria eppure già lontano nel tempo.
Un commissario anch’egli giovane e arrogante nel primo terribile caso di omicidio di una bellissima ragazza romana e molto maturo, disilluso nel secondo.
Peraltro nel 2006 il caso è, o sembra, più complesso, ricco di risvolti inquietanti e di trappole che possono anche costare caro.
Di sicuro è un libro che non ti porta a simpatizzare per il protagonista o per i suoi collaboratori, cinico e amareggiato il primo, poco empatici gli altri.
Comunque personaggi molto ben definiti che sembrano uscire da una realtà romana dura e difficile dei nostri giorni ma che hanno radici in un passato lontano.
E il passato sembra sempre presente al commissario, coi suoi oscuri ricordi degli anni ’70, con i suoi collegamenti a personaggi e apparati misteriosi, coi suoi brutti rimpianti e le sue non perdonate colpe.
E ancora il caso lo porta a conoscenze e situazioni imprevedibili che si trascineranno per ventiquattro anni.
Il tempo di vincere un altro mondiale. E di risolvere vecchi sensi di colpa.
Un libro avvincente, anche se a tratti un po’ lento e talvolta poco credibile, che si legge d’un fiato. Meglio due.

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Opinione inserita da Fra    24 Agosto, 2012

sorrido

Sorrido perché il libro mi è piacito proprio. Mi ha tolto il fiato durante la lettura. Fino alla fine mi ha tenuto in dubbio su chi fosse il colpevole. Lo sfondo su cui è ambientato è familiare ma gli spunti di rifelssione che dà sull'Italia di oggi non sono banali (e non è poco per un giallo). Sorrido perché ho letto qui che si tratta di una trilogia e questo lo avevo intuito, visti gli indizi alla Stieg Larsson che semina qua e là. Sorrido perché l'intreccio complesso non mi è sembrato per nulla pesante, anzi quasi logico e conseguente.
Mi è capitato di riaprirlo successivamente per trovare la conferma ad alcune intuizioni a posteriori che erano rimaste in sospeso nella mia testa. Molte ben fatto.

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Larsson, dan brown
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Opinione inserita da Beatrice    01 Luglio, 2012

Anche io sono indecisa

Ho dato un voto medio in tutto perché sono indecisa. Mi ha affascinata molto la prima parte. Ho letto tutto d'un fiato le ultime 100 pagine, assalita dal dubbio per avere intuito il colpevole perché speravo di sbagliarmi. La parte centrale ho fatto fatica (lo attribuivo alle condizioni in cui mi sono trovata a leggere, ma leggendo le opinioni altrui non sono stata la sola). L'intrico è davvero forzato, poco credibile ma... non è detto che un giallo debba essere realistico (non ditemi che la trilogia di millenni un è credibile).

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19alessio79 Opinione inserita da 19alessio79    10 Mag, 2012
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Peccato...

Questo libro, al momento di scegliere se prenderlo o meno, promette tanto e bene. Leggi la copertina e trovi un autore italiano, una storia a cavallo di due eventi felici della storia calcistica italiana, un omicidio. Insomma ti convinci nonostante il, per me, mostruoso numero di pagine. L'autore ha un buon approccio. Vuole mettere in evidenza l'inaffidabilità del Balistrieri del 82, facendolo vivere e raccontare in prima persona e il più saggio e riflessivo degli anni successivi, dove l'autore è narratore. All'interno si sviluppa una trama di un serial killer che bla bla bla....Insomma se ho fatto una premessa positiva è solo per nascondere tutte le pecche del libro. Lungo, prolisso, 650 pagine fitte che se ne potevano scrivere 300 larghe. Il tutto per raccontare una storia che all'atto pratico incastra decine di nomi, personaggi che non si ricordano più. Scritto con un tono pesante e tante volgarità che, per carità, risptteranno la vita reale, ma che a me danno fastidio. Non mi piace, personalmente, libri in cui abbondano parolacce gratuite(via almeno 70 pagine). Non amo questi personaggi esasperati in tic e difetti dall'autore. Mi annoiano i libri in cui vi sono troppi personaggi che sembrano importanti ma di cui poi se ne perde traccia nella trama. La frase “Uno di quei romanzi che uno ha voglia di tornare a casa per continuare a leggere” di Augias la ricambio in " “Uno di quei romanzi che uno ha voglia di tornare a casa per continuare a leggere...e finirlo quanto prima”. Insomma, se vi volete lanciare in un libro in cui un serial killer e intrighi internazionali potevano tranquillamente non esserci, in cui i personaggi, tipo Piccolo, sono poco credibili, liberi di farlo. Io non lo consiglio, ma...de gustibus!!!

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Opinione inserita da Caterina    03 Mag, 2012

Una grossa delusione dalla marsilio...


Premetto che ho interrotto la lettura ben prima della metà del libro.
Lo stile inutilmente prolisso, le numerose ed inutili ricapitolazioni, l'assoluta incapacità di tenere alta l'attenzione del lettore hanno rovinato una buona idea di partenza.
Non solo la scrittura è noiosa, ma la storia è poco credibile e straordinariamente intricata.
Troppa carne al fuoco, che lo scrittore non sa assolutamente gestire.
Peccato, in genere i gialli Marsilio sono una assoluta garanzia.

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Opinione inserita da elvia    29 Aprile, 2012

Peccato

Sarà perchè le aspetttative erano molto alte ma il libro non convince. Troppo prolisso, a metà della storia ti viene voglia di chiudere il tomo e usarlo solo come ferma porta. Lo ammetto , non l'ho finito, mi sono stufata prima. Io il ritmo mozzafiato che altri rilevano non l'ho colto . E forse non sono l'unica. Ce l'hanno presentato come una promessa, ci hanno spiegato che le varie case editrici se lo sono contesi , hanno anche acquistato i diritti cinematografici, però non mi pare sia stato un gran successo di vendite. E poi, cosa fondamentale... non crea empatia, non parteggi, no provi pena, non ti immedesimi. E' una storia fredda che rimane in superficie. Peccato perchè Costantini sa scrivere...

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    01 Aprile, 2012
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Tu sei il male....

Indecisa! sono totalmente ed inesorabilmente indecisa....
Questo libro è un piccolo gioiello della narrativa italiana o un giallo eccessivamente intricato....???
Letto in un paio di giorni anche se le pagine non sono proprio pochissime...ed una volta arrivata al finale, ho chiuso il libro e mi sono ritrovata immersa in una serie di confusi pensieri e ad un misto di emozioni tra il compiaciuto ed il deluso...
Tutto ha inizio la notte dei mondiali del 1982: la vittoria dell'Italia! E durante questa memorabile finale avviene il primo omicidio. Passano gli anni e il nostro poliziotto latin lover si trasforma nell'ombra di se stesso: inseguito dall'incubo di quel primo caso irrisolto procede con la sua vita tra donne, gioco, sigarette ed alcool. Finale dei mondiali del 2006: vittoria dell'Italia! E la scena si ripete...
Un serial killer? Un pazzo che sta tentando di prendersi gioco della squadra speciale della polizia romana?una sfortunata serie di coincidenze?
Il dramma di un uomo nel contesto di un paese che passa dalla democrazia cristiana ad un governo "bipartisan", il casalino 900 con i suoi extracomunitari e relativi problemi di integrazione e razzismo, il tutto sovrastato dalla magnificenza di San Pietro.
Stile sublime e scrittura piacevole e veloce. I personaggi principali prendono volto pagina dopo pagina mentre scorrono gli anni gli omicidi fin quando le loro occhiaie e le rughe diventano sempre più parte integrante del racconto.
Suspance tenuta altissima e fiato sospeso fino all'ultima pagina...e non è un modo di dire od una frase fatta...si arriva davvero all'ultima pagina.
Ed eccoci alla nota dolente: l'intrico. Per quanto il romanzo sia ben scritto e ben curato in ogni aspetto, la vicenda in sè per sè risulta in alcuni punti al limite del ridicolo. Non voglio svelare nulla, ma la ricostruzione delle motivazioni dei personaggi e di alcuni omicidi è a mio parere alquanto fantasiosa.
Ci sono troppe "coincidenze" e , sempre a mio parere, il "piano omicida" segue una via eccessivamente retta...ma possibile che vada tutto, ma proprio tutto, come aveva previsto?
E chi poteva fermare il tutto, non poteva semplicemente dirlo senza andare per suggerimenti che non stanno nè in cielo nè in terra??
Forse avevo comprato e poi iniziato questo libro con troppe aspettative..
Lo consiglio comunque perchè è davvero un buon romanzo.


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Opinione inserita da Andrea73    26 Marzo, 2012

Buon inizio di una trilogia...

A me personalmente il libro e' piaciuto sia per la scorrevolezza della scrittura, sia per la storia, che tra l'altro si sviluppa in Italia, ben intrecciata e che ti porta col passare della lettura ad appassionarti sempre di piu'! Dopo i vari scrittori scandinavi degli ultimi tempi, diamo spazio a i nostri scrittori,che non hanno nulla da invidiare ai piu' famosi e affermati stranieri! Bravo Costantini!

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Opinione inserita da Viola03    01 Marzo, 2012

"TU - SEI - IL - MALE"

TU SEI IL MALE
Ci sono volte in cui si ha voglia di un bel thriller, di quelli che ti porti dietro tutto il giorno tipo coperta di Linus, sperando di trovare cinque minuti per leggere almeno qualche pagina.
“Tu sei il male” è uno di questi.
La storia ha inizio a Roma, nel 1982. Il giovane e cinico Michele Balistreri, dopo un passato burrascoso da ex militante fascista prima ed ex collaboratore dei servizi segreti poi, è adesso commissario di polizia in un quartiere tranquillo della città. La sua routine lavorativa si alterna a fumose serate in compagnia di donne sempre diverse o a poker giocati tra amici e quasi sempre vinti dal talento di Angelo Dioguardi. Il giovane è l’opposto di Balistreri, onesto, fedele, innamorato, ma nonostante la diversità i due stringono una forte amicizia, fatte di lunghe nottate passate in macchina a confrontarsi fumando innumerevoli sigarette.
Sarà per accompagnare Dioguardi nel suo posto di lavoro, che Balistreri mette piede nel lussuoso complesso di Via della Camilluccia, dove vivono due forti ed influenti esponenti, l’uno del mondo cattolico, l’altro del mondo politico. Sarà sempre qui che il commissario vedrà la giovane e bellissima Elisa Sordi, colei che sparirà proprio la notte della finale dei mondiali di calcio e verrà trovata uccisa barbaramente poco tempo dopo. Nonostante le indagini di Balistreri, ancora troppo arrogante ed inesperto per districarsi nel labirinto di potere di Via della Camilluccia, il delitto rimane irrisolto.
Anni, dopo, nel 2005 il commissario Balistreri è cambiato, non solo nell’aspetto e nelle abitudini, (meno caffè, meno sigarette, meno alcol e meno donne), ma nello spirito. La delusione, il senso di colpa, hanno assopito la sua rabbia giovanile, la sua ricerca di ideali perduti, ne hanno fatto un uomo avvilito, sfiancato, uno di quei servitori dello stato tanto disprezzati in passato. Ma in lui resta comunque innata la convinzione che la verità vada ricercata ad ogni costo, e sarà proprio questo tratto a fargli intravedere dietro a dei nuovi omicidi i cui colpevoli sembrano offerti su un piatto d’argento, l’ombra di un disegno molto più articolato ed oscuro di quanto si possa immaginare.
E quando, quasi in sordina, durante la finale dei mondiali del 2006, la madre di Elisa Sordi si uccide, per Balistreri si riapre anche il vecchio caso mai risolto, il cui ricordo è per lui è una macchia e una ferita nel profondo.
Sarà da lì che bisogna ripartire per svelare tutti i misteri?
Molto ben scritto, scorrevole ed avvincente, “Tu sei il male” è uno spaccato dell’Italia di oggi e di ieri, che fa luce e punta il dito sulle trame nascoste della politica e del potere in genere; che riflette sulla “verità” e sulla colpa, ma soprattutto sulla possibilità concreta che il male si nasconda in ognuno di noi.

Già ho voglia di leggere il secondo episodio della triologia!!!

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    19 Febbraio, 2012
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Costantini TU sei il male!

Costantini vieni un attimo qui.
Siediti vicino a me.
Lo vuoi un caffè?Sono napoletana,lo so fare buonissimo e anche con la schiuma.
Ti ci metto anche parecchio zucchero magari ti addolcisco un po’.
Perché Costanti’io te lo devo dire,sono parecchio arrabbiata con te.
Tu mi hai fatto sentire una emerita idiota!
Mò tra di noi possiamo dircelo:ma perché ogni volta che esce un thriller ci deve stare il presunto serial killer???
Ma perché dobbiamo partire da avvenimenti di trenta anni fa e arrivare ad oggi???
Ma perché il nostro poliziotto-risolvi-caso di turno deve sempre essere uno pieno di turbe mentali???
Ma perché devono starci 48 personaggi che io non riesco a ricordarmi i nomi???
Ma perché non c’è un solo colpevole ???
Dai su!Ma un bel giallo con UN solo morto,due o tre indiziati,e un investigatore contento di fare il suo lavoro non lo possiamo proprio scrivere?
Una di quelle storie tranquille,con la giusta dose di suspense che io posso capire anche senza prendermi una laurea in investigazioni!
No perché guarda te lo dico:io tanto l’assassino comunque non lo indovino!
Mai,mai,mai in 32 anni ho scovato chi era!
Non c’è bisogno che mi metti tutta questa roba dentro!
E ti dirò di più:io manco lo voglio indovinare chi è!
Le mie meningi non voglio spremerle!
Voglio solo leggere,aspettare che tu mi sveli il colpevole e nel frattempo non sussurrare alla mia mente avvilita: “Chiudi il libro!Chiudilo!Basta!Lancialo dalla finestra!A chi cogli,cogli,non importa basta che te ne liberiiiiiiiiiiiiiii!”

Vabè Cosenti’,adesso non te la prendere,dai non fare cosi,dicono che tu sei bravissimo,lascia stare,sono io che so incapace di leggerti.
Te lo giuro.Mea culpa,mea culpa,mea grandissima culpa.Và bene cosi?
Non ci pensare su.Fai come se non ti avessi detto niente.
Lo vuoi un altro goccio di caffè?

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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    15 Febbraio, 2012
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Tu sei il male di Roberto Costantini

Mi allineo alle altre recensioni, senz'altro un buon poliziesco.
Ho apprezzato in modo particolare la seconda parte del romanzo dove il ritmo incalzante rende la lettura veramente piacevole.
Molto buona anche la caratterizzazione di alcuni personaggi, commissario Balistrieri su tutti. La trama inoltre, affrontando i difficili temi dell'integrazione razziale e delle logiche "sotterranee" della politica, risulta molto attuale.
Consigliato.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    12 Febbraio, 2012
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Sfiancante !

Bel libro non c'è che dire, la vicenda abbraccia 25 anni di storia italiana , ma sarebbe meglio dire che fa un salto dal 1982 al 2005. Molto intrigante e con un ottimo ritmo la prima parte, poi la parte centrale si ingarbuglia parecchio , gli investigatori ad ogni novità investigativa riepilogano i fatti dall'inizio,il che, data la complessità della storia, magari non è neanche un male, ma appesantisce un pò il racconto. Il finale è un labirinto dove dietro ad ogni angolo pensi di trovare finalmente la soluzione, ma c'è sempre un tassello che manca, fino alle ultime pagine. E' una storia davvero molto articolata e alla fine un pò sfiancante , soprattutto la parte centrale mi è parsa meno lucida . Molto intenso il racconto di come si convive nel corso degli anni con le proprie scelte difficili, giuste o sbagliate che siano,di come il rimorso e la colpa possano cambiare radicalmente il corso della vita di una persona o non sfiorarla nemmeno. Costantini costruisce un castello di fatti tra loro collegati davvero impressionante, rovistando tra malcostume, implicazioni politiche e clima sociale, mettendo in evidenza luci e ombre di una nazione intera . Forse ha persino esagerato nella complessità degli intrecci della storia, alcuni sono improbabili e qualche movente decisamente debole ma è riuscito comunque ad essere appassionante.

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alexmai Opinione inserita da alexmai    29 Gennaio, 2012
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Incredibilmente chiaro...

Ho appena finito di leggere Tu sei il male, di Roberto Costantini, e sto cercando di ordinare le idee... Sherlock Holmes, ecco chi mi viene in mente. Ma non quello dei romanzi, quello dei recenti film. Lui che pensa alla scena al rallentatore, in ogni dettaglio, e poi la scatena riuscendo a realizzare tutto. Da paura. E fa paura anche Costantini, per come riesce a immaginare un castello di carte con tanto di trabocchetti e a non farlo crollare per le quasi 700 pagine di questo incredibile romanzo... Il lettore è davanti a un bivio: si beve la storia senza preoccuparsi oppure prova a immaginare (lo faranno tutti quelli che scrivono a loro volta) come diavolo ha fatto l'autore ad architettare questa serie apparentemente infinita di azioni e reazioni, e pensa di rileggerlo prima possibile per segnarsi gli schemi su un foglio e capire se non ci sia qualche errore, perchè nel corso della lettura escono alcuni dubbi, forse pensieri di troppo applicati alla ricerca di quale sarà la soluzione di questi misteri... che dire, alla fine? Io sono rimasto soddisfatto, sebbene curioso di rileggerlo perchè ci sono alcuni passaggi che forse nell'ansia di stupire sono troppo acrobatici. E poi ce n'è uno che mi aspettavo (non una spiegazione ma una rivelazione) e che non è mai arrivato... sarà nei prossimi volumi?

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    05 Dicembre, 2011
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Se questo è solo l'inizio...

.... gran bel romanzo ! ricco di colpi di scena e con la giusta dose d'azione; si muove bene Costantini prendendo per mano il lettore e guidandolo nei vicoli oscuri del animo umano.
Il personaggio prinicipale Michele Balistreri (protagonista di tutto rispetto) vittima di se stesso e delle sue angosce, si risveglia da un torpore durato 24 anni per inziare una caccia al'uomo senza quartiere, che avrebbe dovuto iniziare ben prima. Il protagonista e caratterizzato a dovere, anche se leggermente stereotipato,
la trama è molto avvincente: dipinto da pennellate di sesso, follia, religione, razzismo, il tutto ben orchestrato e amalgamato da quel retrogusto d'intrigo politico .
Durante tutto il romanzo non mi sono mai trovato in difficoltà, dato che la semplicità con cui è scritto mette a proprio agio il lettore senza costrigerlo a ripercorrere pagine gia lette per chiarisi le idee.
A mio parere, l'unica nota stonata, è il tentativo di collegare i due mondiali di calcio e cercare di dargli una rilevanza all'interno della trama che mi è suonata troppo forzata, cio non toglie che quando chiuderete il libro una sensaione di tristezza mista a delusione vi farà pronunciare la frese " peccato... è gia finito !"

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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    11 Novembre, 2011
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Tu sei il male

Dopo aver letto le sottostanti recensioni mi sono tuffata nella lettura di questo esordiente giallista italiano... e ne sono riemersa con il solo rimpianto di aver finito il libro!! Davvero un bel personaggio questo Commissario Balistreri, ci viene presentato come un cinico sciupafemmine riottoso e anticonvenzionale, che non si piega (più) ai venti politici e ai dettami dei superiori, si fida solo del migliore amico e del fratello, si sente vivo solo con sesso estremo e poker innaffiato di sigarette e wisky... Quando a distanza di 24 anni da un'indagine mal condotta che lo interessava personalmente ci si trova davanti all'ombra di quel che era si prova subito compassione e dispiacere, nonostante il primo Commissario non fosse propriamente un personaggio positivo, e si tifa per lui e per un suo riscatto, oltre ovviamente a rimanere intrappolati nell'intricata trama del giallo, con morti legate a doppio filo a problemi di antisemitismo, corruzione e potere, apparentemente causate da un misterioso Uomo Invisibile... Suspense fino all'ultima pagina, bello stile e modernità degli argomenti trattati fanno di "Tu sei il male" un grande esordio! Aspettiamo il seguito :)

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    10 Novembre, 2011
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"Giunge la morte in un'ora strana,non annnunciata,

"Giunge la morte in un'ora strana,non annnunciata, non pianificata,come un terrificante ospite in eccesso di amicizia che ti sei portato a letto"(Tempesta Elettrica di Jim Morrison)


Roma ,luglio 1982, la città è deserta, c'è solo qualche turista Giapponese che fotografa i Romani tutti con lo sguardo rapito dalle immagini televisive che ritraggono un campo di calcio e due squadre, Italia e Germania che si fronteggiano.Peccato che Elisa Sordi non sia rimasta in casa con la mamma Giovanna a guardare la partita come gli altri, a quest'ora il suo corpo senza vita non sarabbe in balia dei topi del Tevere,sulla sua schiena non ci sarebbe incisa una lettera:la firma dell'assassino?,"una lettera scarlatta" per infamare, denigrare,la povera ragazza?,che peccato avrà mai commesso?
Chiamato ad indagare su questo delitto è l'ispettore Michele Balistreri, uno che in gioventù era stato una testa calda,iscritto ad Ordine Nuovo la sua coscienza si era fermata là dove erano cominciate le stragi nere, tornato all'Università aveva conseguito la laurea in Filosofia e,vinto il concorso in polizia, si era sepolto in un piccolo commissariato dell'Urbe a mettere in ordine scartoffie e collezionare amanti, l'attività più impegnativa , fino a quel maledetto luglio, per Belistreri era la partita di poker con suo fratello Alberto e Angelo il suo miglior amico. Michele Belistreri non è il commissario senza macchia, che sbroglia le mattasse e acciuffa gli assassini in men che non si dica,non è un eroe da serie televisiva, è una persona normale, come tutti noi: molti difetti e qualche pregio, si trova invischiato in una serie di delitti e in situazioni più grandi di lui, sbaglia spesso,ma non molla mai, è testardo, sa ascoltare, sa valorizzare i suoi uomini e alla fine riesce a scovare il Male.
Se con "Canale Mussolini" abbiamo imparato a conoscere un grande narratore, con "Tu sei il male" finalmene scoprirete come si scrive un giallo.
di Luigi De Rosa

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Fonta Opinione inserita da Fonta    08 Novembre, 2011
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l'inizio del male...e che inizio!!!

Se la trilogia "Millenium" vi ha appassionato. Provate "Tu sei il male"

Se lo stile fresco scorrevole di Faletti vi ha incantato. Provate Roberto Costantini.

Se cercate un buon libro con trame, intrecci e personaggi che emozionano ad ogni pagina. Provate e godetevi "Tu sei il male" di Roberto Costantini.

Michele Balistreri è un giovane commisario che nelle notte della finale del mundial di Spagna del 1982 sbriga un omicidio con troppa fretta e trascuratezza: lapartita, l'alcol e le donne sono più affascinanti di ogni mistero!

Gli anni passano e Balistreri vinene messo al muro dalla sua irresponsabilità: nuovi omicidi ed un ombra di quel passato si fanno largo nella figura di un serial killer.

Uno strano suicidio nella notte della finele Italia - Francia del 2006 fa scattare la molla del riscatto nel commissario che tutti i lettori ameranno.

Un esordio eccellente, direi strabiliante per il bravissimo Costantini! A differenza di altri thriller, l'autore non gioca con il lettore una sfida alla ricerca ossessiva dell'assassino ma, lo invoglia a leggere con costanti "mezze-verità" che capovolgono non solo i sospetti sui delitti ma anche le scene stesse. MAGISTRALE!

Questo è il primo libro di una trilogia..non vedo l'ora escano gli altri due volumi, questo ha comnque una fine ma, il personaggio del commissario Balistreri e la mano di Costantini sono una grande garanzia!

Buona lettura a tutti!!!

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Faletti, Larrson ed i grandi triller!
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Opinione inserita da Stefano    12 Ottobre, 2011

Meravigliosa lettura

Era da parecchio tempo che non leggevo un romanzo così ben costruito in ogni sua parte. Ottima scrittura piacevole e scorrevole, trama avvincente, ambientazione realistica e ottimi personaggi.
Leggere poi un romanzo che parla così apertamente dei mali d'Italia non è cosa da tutti i giorni!
Complimenti davvero.

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Stieg Larsson, Giorgio Faletti, Dennis Lehane
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    05 Ottobre, 2011
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Tu sei il male

Uno dei migliori esordi dell'anno, questo autore, so che farò arrabbiare in molti, potrebbe essere considerato lo Steig Larsson italiano ma il suo nome è Roberto Costantini ed il suo protagonista è Michele Balistreri.
Il titolo dell'opera potrebbe anche essere "Il grande bluff" perchè in questa storia tutti bluffano come in una partita a poker, gioco di cui è permeata la storia.
Una trama dalle mille sfaccettature come quelle di un diamante, intricata come la tela del ragno ed ingegnosa come il nido di una rondine.
Ad ogni capitolo si ha l'impressione di mettersi ad unire le tessere di un enorme puzzle ma alla fine è come se un forte vento lo disfi per ricominciare col capitolo successivo.
Lo stile è incalzante, se nelle prime pagine è scorrevole col proseguire la lettura si è portati a divorare letteralmente il libro.
La trama richiama il giallo riadatttato in chiave moderna con colpi di scena forse anche un po' eccessivamente arditi nel finale, non guastano.
I personaggi sono tratteggiati a linee forti e ben distinte ed ognuno racchiude l'essenza di pregi, difetti, vizi e virtù.
Impressionanti le realtà dei commissariati così realistici e calati a pieno nei contesti quartieristici di una Roma specchio di se stessa.
Costantini è riuscito a proporre un'opera di piacevole spessore che ancora una volta ci fa gridare al successo di un valido autore italiano che con la sua opera prima riesce ad imporsi in un ambito letterario molto spesso caratterizzato da flop strapubblicizzati dalle case editrici.
Complimenti a Roberto Costantini per Tu sei il male, ma citando Manzoni: "Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza!". In questo caso attendiamo l'uscita dei prossimi lavori dello stesso autore, in quanto trattasi di una trilogia.
Complimenti a Marsilio, un'altra vittoria.
Buona lettura.
Syd

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Danisimo78 Opinione inserita da Danisimo78    04 Ottobre, 2011
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Un esordio niente male

Lo abbiamo atteso per un po', ma ne è valsa la pena. Costantini è all'esordio ma sembra già un veterano del genere. La trama è ben costruita e sopporta perfettamente il passaggio dagli anni '80 ai giorni nostri. Senza fare paragoni con Larsson, questo autore ha secondo me i numeri per entrare di diritto nel novero degli specialisti del genere. Alla fine i conti tornano, adesso aspettiamo i prossimi.

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