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L'ultimo soffio di vento
 
L'ultimo soffio di vento 2009-08-11 14:06:44 Alessandra Casaltoli
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da Alessandra Casaltoli    11 Agosto, 2009

Sotto un cielo piatto

Ingabbiato nella propria auto sul raccordo anulare di Roma, Domenico, trent’anni, un lavoro che ha lasciato per fare ‘il salto di qualità’, una famiglia, un figlio piccolo, guarda il cielo grigio sopra di sé. Ed è questo il colore dei giorni di questo personaggio della nostra contemporaneità; giorni di sogni sfumati, ideali persi, emozioni sopite nella quotidianità alienante del lavoro in azienda che si fa solo per portare a casa lo stipendio, perché è un lavoro stabile, perché non devi trasferirti e fare il pendolare, perché è una fortuna ‘al giorno d’oggi’ avere un lavoro così. E’ il tormentone che ormai ben pochi ragazzi della generazione over 25 si sentono ripetere, perché certe ‘fortune’ non capitano facilmente data la congiuntura economica mondiale di crisi globale. E se questa crisi ci tocca, spaventa e travolge in maniera tangibile, materiale, la crisi che attraversa Domenico in quell’età di passaggio che sono i trent’anni di oggi, di chi ha goduto di un’adolescenza protratta ben oltre la soglia biologica di questa fase della crescita, la sua crisi dicevamo è quella di un giovane che si è visto tarpare le ali nonostante la sua buona volontà, nonostante la sua onestà, il suo impegno, e che cerca, costruttivamente, un riscatto. Sotto un cielo piatto ed incolore che non è capace neppure di far piovere, che non è capace di lavare, rinfrescare, purificare, che fa da specchio al cemento della città e come il cemento e la metropoli, ingabbia e soffoca, Domenico ripensa all’adolescenza, alle vacanze-studio, ad un viaggio in America, ad altri viaggi in cui, come ognuno di noi quando si mette in cammino, ha cercato risposte trovando a poco a poco sé stesso. E non è dunque solo il viaggio in senso fisico che affascina il lettore di questo breve romanzo d’esordio di Maurizio Cherubini, ma soprattutto la curiosità di lasciarsi condurre alla scoperta di modalità di meccanismi psichici che generano pulsioni di stupore, di scoperta, di comprensione nel momento in cui anche leggendo un libro ci apprestiamo a percorrere una strada che non è di asfalto nero o di grigio cemento, ma che si snoda sui sentieri liberi del vento, quel percorso liberatorio a cui ogni esistenza tende. Maurizio Cherubini, classe 1979, nasce e vive a Roma dove tuttora risiede e lavora nel campo dell’informatica. Il suo stile piano e regolare e la trama lineare rendono la lettura di questo testo, non difficoltosa, fermo restando un pregnante messaggio di fondo, la speranza del sogno, in bilico tra l’aridità della nostra vita moderna ed il conforto di una vita ideale, meta non sempre irraggiungibile.

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