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La casa degli sguardi
 
La casa degli sguardi 2023-08-17 17:35:40 andrea70
Voto medio 
 
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Stile 
 
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    17 Agosto, 2023
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Bellissimo e struggente

Daniele è un giovane ostaggio di un demone: l'alcolismo. In realtà sarebbe un poeta ma una specie di male di vivere gli ha prosciugato l'anima, passa le giornate a bere fino a perdere i sensi, fino a far sopraggiungere la Dimenticanza, uno stato di tale stordimento e alienazione da non ricordare cosa ha fatto nelle ore precedenti, ignaro di gesti folli ebbro di alcool in cui ha distrutto un'auto nel tentativo quotidiano di distruggere se stesso. Ma appunto in quello stato dimentica, pietoso velo sulle proprie miserie. In tutto questo viviamo il dolore e lo sconforto della famiglia che lo ama e lo vede andare alla deriva come una barca senza remi e senza vela . In un momento di sobrietà Daniele chiama un amico che ha delle "conoscenze" e riesce ad ottenere un lavoro presso una cooperativa che si occupa di pulizie e manutenzioni presso l'Ospedale Bambin Gesù di Roma. Daniele inizia le sue giornate di lavoro, durissime perchè il suo stato fisico è parecchio provato dagli eccessi alcolici e soprattutto è difficile rimanere sobrio per giorni. Cerca un compromesso con il suo demone e beve allo sfinimento solo nei weekend cercando in un ultimo sforzo di orgoglio di tenersi quel lavoro duro e a tratti umiliante per come sono trattati i dipendenti della cooperativa tra i quali però nasce una spontanea solidarietà. E' l'ospedale a indicare a Daniele la via d'uscita. Non ci sono descrizioni approfondite condite da termini medici, nessun contatto diretto con i piccoli ricoverati, bambini afflitti da pene ben più gravi di quelle di Daniele, assisteremo ad una serie di sguardi di Daniele verso un mondo che soffre in un modo forse diverso dal suo: piccole anime sfigurate dal dolore , genitori straziati che passano le loro giornate in ospedale . Daniele si chiede se tanto dolore ha una spiegazione, uno scopo, un colpevole "non siamo noi a dover chiedere perdono, Dio, ma tu..." se il dolore sembra governare il mondo, essere qualcosa di ineluttabile perchè e dove troviamo la forza di andare avanti ? Giorno per giorno Daniele si affeziona ai colleghi, ognuno col suo fardello di problemi e al suo lavoro, fino ad avere un'idea originale per celebrare questo legame che si è creato tra lui e l'Ospedale. Sarà il punto definitivo della sua rinascita. Mencarelli ha una prosa asciutta e diretta ma arriva al punto, scopriamo il dolore e la malattia dagli sguardi che il protagonista incrocia con gli altri, con i piccoli pazienti, con i loro genitori e perfino con qualche "anima dura", lo sguardo di Daniele diventa il nostro. Struggente la poesia finale in ricordo di Toc toc . Davvero bellissimo.

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Bella e toccante recensione, Andrea. Un ulteriore incoraggiamento a leggere questo autore che mi interessa.
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