Dettagli Recensione
Una notte per raccontarsi
In una sera d’inverno, priva di corrente elettrica, un uomo si ritrova a rileggere Pinocchio alla luce del camino. E siccome ogni libro si presta alla variante di chi lo sta leggendo, anche durante questa lettura succede una magia. In quel momento infatti all’uomo appare il figlio che non ha mai avuto, frutto di una gravidanza interrotta in gioventù. Questo figlio immaginario, già adulto, diventa l’interlocutore di un dialogo profondo e intimo. Ci ritroviamo così condotti in un viaggio nella memoria, ripercorrendo l’infanzia napoletana dell’autore, le sue esperienze politiche, le passioni, le perdite e le scelte che hanno segnato la sua esistenza. Il monologo iniziale si trasforma in un dialogo, dove il figlio, da presenza silenziosa, prende la parola, diventando coscienza e giudice del padre. Lo stile di De Luca è lirico e denso, capace di evocare immagini e sensazioni con poche parole; ne intuiamo la sua indole malinconica, ma con un’ira sottopelle che ringhia sottomessa. La narrazione si snoda tra ricordi e riflessioni, in un’atmosfera sospesa e intima. Il libro esplora temi universali come la paternità, l’identità, la memoria e il potere delle parole. E’ un’opera che invita alla riflessione, un dialogo tra padre e figlio mai nato che diventa occasione per interrogarsi sulla propria vita e sulle scelte compiute. Una lettura intensa e toccante, che lascia il segno.
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